Quaderno del 29 marzo 2018
DOSSIER
5. Il Parlamento europeo
5. Il Parlamento europeo
Negli ultimi mesi le Commissioni parlamentari competenti hanno lavorato alla preparazione della posizione del Parlamento europeo in merito al quadro finanziario pluriennale per il periodo successivo al 2020; il testo definitivo della risoluzione è stato discusso ed adottato nel corso della plenaria il 14 marzo 2018.
Nella sua relazione il PE evidenzia la rilevanza del QFP per le politiche della UE sancite dai trattati, in particolare la PAC e la politica di coesione, respingendo qualsiasi tentativo di rinazionalizzazione. Nell’esprimere la convinzione che il prossimo QFP debba considerare molti ambiti d'intervento della UE (politica globale in materia di asilo, migrazione e integrazione, protezione delle frontiere esterne, salvaguardia dei diritti umani all'estero, sicurezza interna comune) sottolinea al contempo che le azioni intraprese in questi settori non dovrebbero compromettere le politiche e i programmi esistenti e che l'introduzione di nuove risorse proprie della UE dovrebbe essere considerata l'unica opzione per finanziare adeguatamente il prossimo QFP (in assenza di un aumento significativo del livello di contribuzione nazionale al bilancio della UE).
Il PE sottolinea tra l’altro la necessità di prevedere disposizioni in materia di flessibilità per affrontare le sfide emergenti e l'opportunità che la durata del QFP passi progressivamente a un periodo di 5 anni + 5 con una revisione intermedia obbligatoria (dato che l'attuale QFP resterà in vigore fino al dicembre 2020, non è possibile attuare immediatamente tale soluzione, pertanto il PE auspica che il prossimo QFP possa essere fissato per un periodo di sette anni (2021-2027), prevedendo comunque una revisione intermedia obbligatoria).
In un’ottica di semplificazione, il PE chiede di apportare miglioramenti alla dotazione finanziaria e alle disposizioni operative degli strumenti speciali (esempio: il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione - FEG), di ridurre le sovrapposizioni di strumenti che finanziano tipologie di intervento simili nonché di procedere ad un'armonizzazione di vasta portata delle norme, allo scopo di creare un singolo regolamento per tutti gli strumenti di bilancio della UE.
Per quanto riguarda le politiche, sottolinea che la politica di coesione per il periodo successivo al 2020 dovrebbe continuare a costituire la principale politica d'investimento dell'Unione europea, includendo tutte le regioni della UE, ribadisce il suo invito a istituire un fondo speciale dedicato alla garanzia per l'infanzia, sottolinea in particolare che il Fondo sociale europeo dovrebbe ampliare il proprio sostegno allo sviluppo del dialogo sociale, evidenzia la continua necessità di contrastare la disoccupazione e l'esclusione, segnatamente tra i giovani che non lavorano e non partecipano ad alcun ciclo di istruzione o formazione (NEET), reputa una delle priorità assolute dell'UE gli investimenti a favore dell'istruzione e della formazione e chiede in particolare che la dotazione del programma Erasmus + sia almeno triplicata nel prossimo QFP.
Nel testo della posizione, il PE prevede inoltre una possibile struttura del QFP.
In merito alla politica di coesione, lo scorso 13 giugno 2017 è stata adottata una Risoluzione sulla Costruzione di pilastri per una politica coesione post 2020 (Kerstin Westphal). Tra i principali elementi si evidenziano la necessità della buona governance e l'effettiva partecipazione dei partner come sancito dal principio di partenariato, un'azione rafforzata per ridurre le disparità regionali emerse e per impedire che se ne sviluppino di nuove in tutte le tipologie di regioni, una maggiore flessibilità nell'attuazione del bilancio, l’opposizione alle condizionalità macroeconomiche, la necessità di semplificare il sistema di gestione della politica di coesione a tutti i livelli, l'importanza del Fondo sociale europeo, della garanzia per i giovani e dell'iniziativa per l'occupazione giovanile e chiede che la promozione della coesione economica, sociale e territoriale e la solidarietà nella UE, come pure l'indirizzamento dei fondi verso la crescita, l'occupazione e la competitività abbiano un ruolo prioritario nell'agenda dell'Unione.