Quaderno del 30 giugno 2020
APPROFONDIMENTI
La Raccomandazione n. 4 all’Italia
La Raccomandazione n. 4 all’Italia
Le osservazioni riguardanti i due temi cardine contenuti nell’ultima Raccomandazione specifica n. 4 per l’Italia - molto scarna nella sua formulazione -, quali l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della pubblica amministrazione, sono rintracciabili in diverse fonti di analisi, ossia il considerando 24, contenuto nello stesso documento in combinato disposto con la terza delle Raccomandazioni 2019 e la lettura dei relativi consideranda dal n. 22 al n. 28, nonché con la conseguente analisi contenuta nel Contry Report 2020, derivata dall’osservanza della medesima terza Raccomandazione 2019.
Rispetto alle CSR 2019 la Commissione europea aveva individuato nella scarsa capacità del settore pubblico di amministrare i finanziamenti – specialmente i fondi dell’Unione europea - un ostacolo considerevole alla realizzazione di investimenti in tutti i settori, motivata dalla complessità delle procedure, la mancanza di trasparenza, la sovrapposizione delle responsabilità e della gestione carente del pubblico impiego, la mancanza di una regolamentazione stabile nel sistema degli appalti pubblici, con un appunto particolare al livello locale.
Una delle cause principali era stata rintracciata da Bruxelles nell’inadeguatezza delle competenze, incisiva sull’esercizio di valutazione, selezione e gestione dei progetti di investimento; un indebolimento quindi della governance rinvenuto rispetto all’Italia meridionale come seriamente limitativo della capacità di spesa, della definizione delle politiche e del monitoraggio dei progetti di investimento, con particolare riferimento a banda larga, trasporti, gestione delle risorse idriche ed economia circolare. Se le riforme che si sono succedute negli anni – culminate nella legge delega del 2015 e nella recente legge “Concretezza” (11) – hanno cercato di affrontare gran parte dei vulnus che viziano l’operato della PA, per la CE anche il mancato investimento in competenze digitali, nonché il ritardo nell’attuazione di servizi pubblici digitali a causa di una pianificazione incoerente, di un coordinamento insufficiente e di scarse risorse finanziarie assegnate, hanno reso la carenza di infrastrutture immateriali un fardello che appesantisce la pubblica amministrazione. Già nel 2019 (e purtroppo anche nelle annate precedenti) la Commissione europea aveva quindi considerato investire nell’efficienza della pubblica amministrazione italiana un veicolo capace di impattare positivamente sul contesto imprenditoriale e sugli investimenti, così da agevolare l’imprenditorialità e la concorrenza in favore di un’allocazione più efficiente delle risorse, innovazione ed aumenti di produttività.
Nelle CSR 2020 la lettura del considerando 24 riprende questo leit motiv relativo alla PA, contestualizzandone temporalmente la capacità di intervento: la Commissione europea, infatti, afferma che l’efficacia dell’azione amministrativa pubblica può agire come uno dei fattori cruciali, affinché le misure adottate per affrontare l'emergenza Covid–19 e sostenere la ripresa economica non vengano rallentate od ostacolate da impedimenti nella loro attuazione, quali le erogazione delle prestazioni sociali, le misure a sostegno della liquidità, l'anticipazione degli investimenti, ecc. Interessante il rilievo della Commissione in lettura combinata col considerando 22 rispetto al processo di digitalizzazione: ne viene evidenziato il carattere di disomogeneità tra amministrazioni pubbliche prima della crisi, mediante una valutazione che prima aveva registrato una modesta interazione online tra le autorità e la popolazione; in aggiunta, adesso viene valutata bassa la percentuale di procedure amministrative gestite dalle regioni e dai comuni interamente in modalità digitale.
La crisi poi ha messo in rilievo l’importanza di investire nella digitalizzazione per favorire l’economia, dimostrando la strategicità della spesa in infrastrutture digitali sia per il contesto privato – a fronte di bassi livelli di intensità digitale e di conoscenze digitali delle imprese italiane, specie PMI e micro imprese -, sia rispetto a quello pubblico, venendo anche definitivamente in luce la mancanza di interoperabilità dei servizi pubblici digitali.
Pertanto, per rafforzare la capacità della pubblica amministrazione nel rispondere alle specifiche esigenze delle imprese, la CE raccomanda all’Italia del 2020 di migliorare e semplificare le normative settoriali, rimuovendo nel contempo gli ostacoli alla concorrenza. Parimenti viene conferita assoluta priorità all’efficienza del sistema giudiziario civile: infatti, allo scopo di sostentare un'economia attraente e propizia agli investimenti e all'imprenditoria, la Commissione considera funzionale anche un sistema giudiziario efficiente e fondamentale nel processo di ripresa. Nel considerando 27 la Commissione considera importante il ruolo che può rivestire un’efficace investimento nella prevenzione e nella repressione della corruzione per assicurare la ripresa dell'Italia dopo la crisi. In particolare, la trasparenza nel settore pubblico e il rafforzamento dei controlli per contrastare la corruzione possono evitare i tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nell'economia e nella finanza, turbare le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici e, più in generale, distrarre risorse pubbliche necessarie per gli investimenti.
È doveroso segnalare, a chiusura dell’argomento, che da parte della medesima pubblica amministrazione da anni viene denunciata la mancata priorità assegnata in primis al suo capitale umano, privo di adeguati finanziamenti; altresì, nell’ambito nel negoziato in corso per definire la prossima programmazione dei fondi UE, è stata richiesta da varie amministrazioni la destinazione di riserve finanziarie dedicate non solo a dotazioni adeguate, progettazione e strumentazione innovativa, ma anche ad irrobustire le amministrazioni sia centrali che regionali mediante nuovi modelli organizzativi, funzioni manageriali rinnovate, nuovi concorsi per organici stabili e per la capitalizzazione della “memoria storica” piuttosto che affiancare task forces consulenziali, ai fini di una gestione efficace sia delle risorse ordinarie, sia di quelle straordinarie previste dagli interventi europei.
(11): Legge 19 giugno 2019, n. 56 Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo. (19G00064) (GU Serie Generale n.145 del 22-06-2019) entrata in vigore il 07/07/2019