prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 giugno 2020

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La Raccomandazione n. 2 all’Italia


La Raccomandazione n. 2 all’Italia

Volendo tener conto anche dei moniti contenuti nelle CSR 2019, ci sono ancora potenzialità rispetto alle quali l’Italia ha conseguito progressi limitati e su cui permangono le Raccomandazioni, come lo spostamento del carico fiscale dal lavoro; il completamento delle riforme per ridurre il peso delle pensioni di anzianità nella spesa pubblica in favore di spesa pubblica sociale di crescita; il contrasto all’evasione fiscale, sfida questa che da sola richiede “un’attuazione rigorosa ed un impegno riformatore continuo e sempre più ambizioso” (Country Report 2020).

Questi moniti fanno da substrato al quadro della Raccomandazione n. 2, dedicata all’occupazione nelle sue componenti mercato del lavoro, inclusione sociale e povertà, competenze e modalità di apprendimento e di istruzione, narrati nei consideranda 17-19. Prima della crisi le condizioni del mercato del lavoro erano in continuo miglioramento: nel 2019 il tasso di occupazione aveva raggiunto il 64 %, il tasso più elevato mai raggiunto, anche se il dato si attestava ancora al di sotto della media dell'Unione; la percentuale di contratti temporanei era elevata, benché dalla seconda metà del 2018 la creazione di occupazione fosse stata trainata da posti di lavoro a tempo indeterminato. La situazione sociale stava lentamente migliorando anche se il rischio di povertà o esclusione sociale, la povertà lavorativa e le disparità di reddito rimanevano elevati e caratterizzati da notevoli differenze regionali.

La pandemia ha avuto un forte impatto negativo sul mercato del lavoro e sulle condizioni sociali: per questo la Commissione raccomanda di fornire redditi sostitutivi e un accesso al sistema di protezione sociale adeguati, in particolare per i lavoratori atipici, le persone in situazioni di vulnerabilità. Accanto al reddito di cittadinanza lo Stato ha così attivato il reddito di emergenza a carattere temporaneo per sostenere famiglie rimaste senza sostegno; ma anche per le persone impiegate nell'economia sommersa (agricoltura, alimentare, edilizia abitativa) sono stati avviati percorsi di protezione sociale e sostegno al reddito: si torna quindi al gravoso problema dell’evasione fiscale, rispetto al quale questa potrebbe costituire un’occasione per intaccare l’iceberg ed apportare cambiamenti radicali dei comportamenti, a tutela della salute e della competitività delle imprese, regolari e non; per regolarizzare anche i lavoratori immigrati; per rafforzarne la competitività e stimolare la crescita della produttività del sistema italiano, anche mediante l’incremento di servizi di qualità, per impedire lo spopolamento e le disparità a danno delle regioni e delle zone rurali, particolarmente quelle meridionali. Disparità regionali vengono segnalate dalla Ce anche rispetto ai sevizi pubblici per l’impiego, la cui capacità di collocamento resta tuttavia modesta e variabile territorialmente, pur con misure volte a rafforzarli e ad integrarli meglio con i servizi sociali, l'apprendimento degli adulti e la formazione professionale.

Per il futuro, al fine di promuovere una ripresa sostenibile e inclusiva, è fondamentale l'integrazione nel mercato del lavoro di donne e giovani inattivi, adottare modalità di lavoro flessibili e telelavoro per sostenere imprese e lavoratori; rendere non temporanee le misure adottate dallo Stato per conciliare vita privata e vita professionale, quali la promozione del lavoro agile, congedi straordinari e l'offerta di buoni per i servizi di baby-sitting; rendere finalmente strutturali le misure volte a promuovere le pari opportunità e le politiche in materia di equilibrio tra vita professionale e vita privata, così come l'offerta a costi accessibili di servizi di educazione e cura della prima infanzia e servizi di assistenza a lungo termine. Contro le disparità regionali la Commissione considera particolarmente importante sostenere l’educazione ed investire nell'apprendimento, anche in quello a distanza, nonché nell'infrastruttura e nelle competenze digitali di educatori e discenti, giovani ed adulti; ciò sulla base dei dati, i quali dicono che il conseguimento delle competenze di base varia notevolmente tra le regioni e il tasso di abbandono scolastico è ben al di sopra della media dell'Unione (13,5 % contro 10,3 % nel 2019). Inoltre, in favore di misure di Long Life Learning la CE afferma che “il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale continuano a essere più che mai cruciali per consentire ai lavoratori di acquisire competenze rilevanti per il mercato del lavoro e per promuovere una transizione equa verso un'economia più digitale e sostenibile”.