prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 31 marzo 2020

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Quadro europeo ed italiano dei progressi rispetto a CSR e programmazione delle politiche di coesione


Quadro europeo ed italiano dei progressi rispetto a CSR e programmazione delle politiche di coesione

Appare utile effettuare una lettura rispetto al trend del Semestre europeo a partire dal 2011, anno della sua istituzione, in relazione ai progressi conseguiti rispetto al complesso delle CSR da tutti gli Stati membri.

Facendo un’analisi pluriennale, risulta infatti che il livello di attuazione a livello europeo è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni. In particolare, gli Stati membri hanno compiuto alcuni progressi nell'attuazione di oltre i due terzi di tutte le Raccomandazioni specifiche per Paese dall'inizio del Semestre europeo nel 2011. In termini di policy, gli Stati membri hanno compiuto la maggior parte dei progressi nei servizi finanziari, seguiti da progressi nella legislazione, nel diritto del lavoro e nella tutela del lavoro. Allo stesso tempo, i progressi a livello europeo sono stati particolarmente lenti rispetto all’ampliamento delle basi imponibili, alle riforme della sanità e dell'assistenza a lungo termine. Inoltre emerge che la Commissione ha adottato misure per garantire che il processo di valutazione dell'attuazione delle Raccomandazioni sia più trasparente e che le discussioni di revisione multilaterale sulle raccomandazioni siano migliorate.

Inoltre si può effettuare una lettura del trend del Semestre europeo rispetto a tutte le CSR rivolte all’Italia dal 2011. Ricordiamo che le Raccomandazioni specifiche per l’Italia negli anni hanno riguardato pressoché gli stessi settori dell’economia, ma nel 2019 sono state immessi nuovamente nelle CSR – dopo qualche anno di positiva assenza - specifici richiami in merito alle politiche economiche relative agli investimenti ed alle infrastrutture materiali ed immateriali.

Pertanto, dall’avvio del Semestre europeo, per il 68 % di tutte le raccomandazioni (CSR) rivolte all'Italia si sono registrati "alcuni progressi".

- Tra i settori in cui si sono avuti i risultati migliori figurano le misure volte a migliorare il contesto imprenditoriale e a riformare il mercato del lavoro.
- Buoni passi avanti sono stati fatti anche nel settore bancario, rispetto al risanamento dei bilanci delle banche e l'accesso ai finanziamenti e nel miglioramento della qualità della governance di bilancio.
- Sono stati compiuti alcuni progressi nel dar seguito alle CSR riguardanti le finanze pubbliche e la tassazione, come le misure per combattere l'evasione fiscale.
- Negli ultimi anni sono state introdotte numerose misure di sostegno agli investimenti privati incentrate anche sull’innovazione e sulla spesa verde.

Per il 32 % si sono invece registrati "progressi limitati" o "nessun progresso":

- ad esempio, nonostante i recenti sforzi per rendere più efficaci le politiche attive del mercato del lavoro e rafforzare i centri pubblici per l'impiego, a cinque anni dalla sua adozione, la Commissione rileva che l'attuazione della riforma nota come "Jobs Act" è ancora incompleta;

- altresì, i risultati variano notevolmente da regione a regione e l'integrazione e il coordinamento con altre politiche sociali ed educative sono ancora carenti;

- il tasso di occupazione femminile rimane considerevolmente al di sotto della media della UE e, a livello di politiche sociali per le famiglie, continua a mancare un adeguato coordinamento;

- pur in presenza di alcune iniziative per facilitare l'accesso ai servizi per l'infanzia tramite un sostegno finanziario alle famiglie, manca una strategia globale che combini un sistema fiscale più efficiente con l'accesso ai servizi di assistenza e con misure volte a conciliare la vita professionale e la vita familiare;

- inoltre l'onere delle procedure amministrative è rimasto complessivamente elevato;

- si è ancora in attesa di una riforma dei servizi pubblici locali e di misure per eliminare le restrizioni alla concorrenza;

- la capacità di investimento della pubblica amministrazione è ancora modesta, la spesa in R&S rimane bassa e disomogenea tra le regioni e vi è ancora margine per razionalizzare e stabilizzare gli incentivi più efficaci;

- inoltre la durata dei contenziosi civili e commerciali in Italia è tuttora un problema;

- la scarsa efficienza della giustizia penale, in assenza della necessaria riforma del processo penale, continua ad ostacolare la lotta alla corruzione;

- infine rispetto all'accesso ai finanziamenti non sono state ancora attuate misure volte a migliorare il ricorso al capitale di rischio.

 

Procedendo con l’analisi del Pacchetto d’inverno, facendo un confronto col livello europeo di risposta alle Raccomandazioni 2019 di cui alla Comunicazione comune a tutti i Paesi, l'attuazione delle riforme a livello europeo è stata forte nei servizi finanziari e nelle politiche attive del mercato del lavoro. Tuttavia, ha avuto bassa efficacia rispetto a concorrenza nei servizi e sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche.

Nel pacchetto 2019 sono state emesse specifiche CSR a livello europeo in merito alle politiche economiche relative agli investimenti. Agli Stati membri è stato raccomandato di incentrare le proprie politiche su settori specifici, supportati da risorse pubbliche e private nazionali nonché da fondi dell'UE. I progressi nell'attuazione devono essere analizzati in una prospettiva a lungo termine. Sull'uso dei fondi UE, per l'attuale periodo di programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei (2014-2020), la Commissione ha effettuato una revisione della performance (6) nel 2019, mostrando che sono stati resi disponibili 21,4 miliardi di euro. Nonostante il carattere non discrezionale della stessa, in media tre quarti della riserva di performance della politica di coesione - per un importo di 15,9 miliardi di euro - sono andati a settori indicati in CSR relative agli investimenti. Per gli importi collegati a programmi e priorità che non hanno raggiunto i traguardi prestazionali, i servizi della Commissione hanno invitato gli Stati membri a tenere in debita considerazione le CSR sugli investimenti nelle loro proposte di riassegnazione.

Le Relazioni per Paese hanno fatto rilevare che in molti Stati membri gli investimenti pubblici dipendono fortemente dai fondi dell'UE. Al momento della programmazione, i fondi della politica di coesione per il periodo di programmazione 2014-2020 hanno tenuto conto delle Raccomandazioni specifiche per Paese relative agli investimenti. Tali CSR sono dirette verso aree di importanza strategica europea. Per la programmazione della politica di coesione 2021-2027, la Commissione ha proposto di stabilire un legame ancora più forte con il Semestre europeo. Nel ciclo del Semestre 2019 ha presentato una guida agli investimenti per i fondi della politica di coesione e ha proposto Raccomandazioni specifiche per Paese sulle politiche relative agli investimenti per tutti gli Stati membri, adottate poi dal Consiglio ha adottato (v. Relazione per l’Italia 2019- Allegato D).


Country Report Italia 2020: la Commissione europea ha fatto le opportune valutazioni rispetto ai primi risultati dell’economia italiana in rapporto alle Raccomandazioni specifiche per l’Italia 2019 ed ai Target della Strategia Europa 2020; qui si riportano le conclusioni in forma schematica rispetto alle CSR più significative, secondo cui sono stati conseguiti:

- Progressi sostanziali nell’economia circolare (CSR 3) e nella lotta all’evasione fiscale con la spinta ai pagamenti elettronici, anche rafforzando l'obbligo di utilizzo di pagamenti elettronici, nonchè attraverso soglie legali inferiori per i pagamenti in contanti (CSR 1).

- Alcuni progressi nel garantire che il mercato del lavoro attivo e le politiche sociali siano effettivamente integrate e raggiungano, in particolare, giovani e gruppi vulnerabili (CSR 2).

- Alcuni progressi nella ristrutturazione dei bilanci bancari e nell’accesso ai finanziamenti non bancari (CSR 5).

- Progressi limitati nel sistema giudiziario e dell’anticorruzione (CSR 4) e per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro (CSR 1).

- Nessun progresso nell’attuare le riforme pensionistiche sul pregresso - per ridurre la quota delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica e creare spazio per altre spese sociali e di crescita -, l’eccessivo peso fiscale sul lavoro e il debito pubblico, “che rappresenta sempre un’importante fonte di vulnerabilità” (CSR 1).

- Nessun progresso nell’affrontare le restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore del commercio al dettaglio e nei servizi alle imprese attraverso una nuova legge annuale sulla concorrenza (CSR 3).

- Allegato D: in questo documento vengono esposte le opinioni preliminari dei servizi della Commissione sui settori di investimento prioritari e sulle condizioni quadro per l'attuazione efficace degli investimenti del Just Transition Fund per il periodo 2021-2027 in Italia. Tali priorità sono state individuate sulla base di un’analisi più ampia di quei territori che devono fronteggiare gravi sfide socioeconomiche, con particolari conseguenze funzionali al processo di transizione verso un'economia dell'Unione climaticamente neutra entro il 2050 in Italia. Pertanto, l’Allegato D assolve ad una duplice funzione, costituendo la base per un dialogo tra l'Italia e i servizi della Commissione per la programmazione della politica di coesione 2021-2027; inoltre contiene gli orientamenti - come per tutti gli Stati membri – per la preparazione dei piani territoriali per una transizione giusta, che andranno a sostanziare la base per la programmazione del Fondo per una transizione giusta. Considerato, quindi, che gli investimenti del JTF integrano quelli effettuati nell'ambito dei finanziamenti della politica di coesione, si ritiene necessario effettuare una lettura integrata degli “Orientamenti in materia di investimenti del Fondo per una transizione giusta 2021-2027 per l’Italia”, contenuti nell'Allegato D del Country Report 2020, con gli “Orientamenti in materia di investimenti finanziati dalla politica di coesione 2021-2027 per l’Italia”, contenuti nell’Allegato D della precedente Relazione per l'Italia 2019.

Rispetto alla Strategia Europa 2020, l'Italia ha già raggiunto i propri obiettivi nei target corrispettivi a riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (T3), energie rinnovabili (T4), efficienza energetica (T5), abbandono scolastico (T6), istruzione terziaria (T7). Risulta invece che siano stati compiuti progressi limitati per quanto riguarda gli obiettivi in materia di tasso di occupazione (T1), investimenti in ricerca e sviluppo (T2), povertà ed esclusione sociale (T8).


Note:

(6): La Commissione europea indica che la riserva di performance, accantonata nella dotazione complessiva dei fondi SIE (6% del bilancio o circa 26 miliardi di euro), viene rilasciata per quelle priorità che hanno raggiunto i traguardi del 2018 fissati nel performance framework.