prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 settembre 2019

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L’accesso ai servizi di cura per la prima infanzia e per le persone anziane


L’accesso ai servizi di cura per la prima infanzia e per le persone anziane

Nell’ambito della programmazione regionale a valere sul Fondo Sociale Europeo è stato ampiamente affrontata la questione relativa al work life balance, indirizzando le politiche nell’ottica di una rimozione degli ostacoli per la partecipazione attiva della componente femminile al mercato del lavoro, intervenendo da un lato sui servizi di cura (creazione e potenziamento dei servizi esistenti) e dall’altro sulle strutture organizzative dei sistemi del lavoro supportando misure di welfare aziendale.

Le iniziative sono state in larga misura rivolte a sostenere la domanda di servizi di cura, per bambini e persone con limitazioni dell’autonomia, attraverso l’erogazione di buoni/voucher. Si è agito al contempo sul lato dell’offerta mediante il sostegno ai Comuni per la creazione, l’espansione o il miglioramento dei servizi già esistenti anche per favorire l’accesso dei nuclei familiari a basso reddito.

Un’offerta estesa di servizi socio-educativi di qualità per l’infanzia è stata infatti valutata come strumento fondamentale non solo per garantire le esigenze di apprendimento e di socializzazione dei bambini e per prevenire lo svantaggio sociale, ma anche il fulcro della conciliazione.
Significativi gli interventi di potenziamento e qualificazione dei servizi educativi (spesso caratterizzati da un approccio integrato tra pubblico e privato) che agiscono sul lato dell’offerta mediante l’acquisto di posti bambino nel privato quando l’offerta pubblica non riesce ad accogliere tutti i bambini, differenziando le tipologie di servizio (spazi gioco, centri per bambini e famiglie, nidi domiciliari) e promuovendo l’estensione e flessibilità dell’orario, e contestualmente sulla domanda, incentivando l’accesso delle famiglie mediante la concessione di buoni servizio (4).

Con l’esplicito fine di garantire l’inserimento e il reinserimento delle donne nel mercato del lavoro, le Regioni hanno previsto una serie di azioni diversificate, tra cui, si evidenziano:

• Gli incentivi per il rientro post maternità, quale forma diretta di incentivazione una tantum sia alle lavoratrici dipendenti del settore privato che a quelle autonome e imprenditrici, per premiare il loro rientro dopo la maternità, qualora il padre lavoratore dipendente del settore privato fruisca del congedo parentale. Un modo per incentivare la condivisione delle responsabilità di cura familiare tra i genitori, incoraggiando i papà a fruire maggiormente del congedo parentale (5).

• I voucher destinati a donne disoccupate o inattive per la fruizione di servizi (aiuto domestico con finalità di assistenza, igiene e cura della persona, preparazione pasti a domicilio, aiuto disbrigo pratiche, prestazioni sociosanitarie, assistenza tutelare) indispensabili per garantire la conciliazione (6)

• Azioni integrate-Accordi territoriali di genere (finalizzati a promuovere un sistema integrato di azioni a supporto della partecipazione femminile al mercato del lavoro) intesi come uno strumento innovativo per la programmazione di servizi e interventi, che mirano alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso le sinergie operative tra pubblico e privato, anche mediante la realizzazione di Concilia Point, spazi dedicati all’erogazione di servizi di sostegno all’occupabilità femminile (7).

Con riferimento agli interventi di welfare aziendale per la riorganizzazione funzionale del lavoro risulta interessante l’avviso dedicato al welfare e work life balance che, con un sistema di incentivi alle aziende, incoraggia la realizzazione di piani di innovazione organizzativa del lavoro (gestione flessibile di orari e organizzazione del lavoro: banca delle ore, part time, lavoro a domicilio o sperimentazione del telelavoro), l’attuazione di interventi di welfare aziendale ( buoni acquisto e convezioni per le cure parentali, interventi e servizi per il tempo libero) e l’introduzione di misure di supporto alla maternità, sostenendo l’assunzione di sostituti per le dipendenti in maternità e finanziando piani di formazione per la conservazione delle competenze delle donne al loro rientro dalla maternità (8).

In aumento gli interventi regionali che finanziano i servizi di assistenza alle persone non autosufficienti per migliorare la qualità della vita, mediante la creazione di nuovi servizi e/o il miglioramento dei preesistenti e attraverso contributi alle famiglie per l’accesso all’assistenza domiciliare e/o a pacchetti di servizi alternativi.

Numerose le misure rivolte agli anziani al fine di garantir loro una vita dignitosa, riconoscendogli indipendenza e partecipazione alla vita sociale e culturale mediante il potenziamento dell’offerta di prestazioni legate alla cura della persona ed alla sua tutela. Partendo da questioni fondamentali quali la qualità relazionale e il mantenimento della rete dei rapporti familiari e di vicinato, è stato finanziato un sistema di servizi modulare e flessibile a supporto del mantenimento delle capacità relazionali, di cura di sé e dell’ambiente domestico, anche in presenza di lieve e/o media perdita di autonomia personale. La chiave intorno alla quale ruotano gli interventi è la domiciliarità, intesa come una rete di affetti e di relazioni, oltre che il mantenimento dei presidi di comunità. In questa direzione si provano a garantire approcci sperimentali/innovativi per il tramite di servizi ad alta intensità di socializzazione con significativi effetti sulla qualità della vita e sulle capacità funzionali e relazionali, anche grazie a esperienze di carattere ludico, espressivo e ricreativo (9).

Da segnalare anche il finanziamento di tutti quegli interventi complementari finalizzati alla qualificazione dei servizi: di attività di informazione, sensibilizzazione e orientamento per accompagnare e sostenere i lavoratori e le lavoratrici con responsabilità di cura e percorsi formativi di carattere teorico - pratico per assicurare un’assistenza qualificata per gli educatori e gli operatori sociali e socio-sanitari (10).