prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 settembre 2020

+T -T FOCUS

Perseguire l’Agenda 2030 con i Fondi Strutturali. L’esperienza della Regione Sardegna


Conclusioni

Con il presente lavoro ci si è proposti di illustrare i primi risultati del progetto di ricerca che la Regione Autonoma della Sardegna e la Fondazione Eni Enrico Mattei stanno sviluppando congiuntamente per indagare da un punto di vista teorico e applicativo le correlazioni tra l’Agenda 2030 e le Politiche di Coesione europee.

Oltre la significatività analitica del modello e l’importanza dei risultati ottenuti nell’esercizio empirico (29), il lavoro qui presentato costituisce un valido strumento di analisi all’interno delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica; tale rilevanza, si può riscontrare sia nelle fasi di preparazione dei programmi e del relativo rapporto ambientale da parte delle Autorità Procedenti (es. Autorità di Gestione), che nelle fasi valutative da parte delle Autorità Competenti in materia di VAS, delle Autorità Ambientali, nonché di tutti i soggetti chiamati a fornire un contributo all’interno del procedimento.

Quanto disposto dal D. Lgs. 152/2006 , che all’art. 34, comma 5, prevede che “Le strategie di sviluppo sostenibile definiscono il quadro di riferimento per le valutazioni ambientali di cui al presente decreto”, potrebbe tuttavia configurarsi come inattuabile laddove non si individuassero - all’interno dei piani e programmi - opportuni strumenti di valutazione capaci di identificare, oltre alla coerenza con la “dimensione ambientale” della sostenibilità (peraltro riferibile pressoché esclusivamente agli interventi infrastrutturali), anche la coerenza con la dimensione economica e sociale. È questo il caso del FSE, i cui interventi non si prestano ad essere inquadrati compiutamente nel recinto applicativo disegnato dal legislatore con riferimento alla VAS. Per il POR FSE, così come per gli altri piani e programmi finanziari che non rientrano nella logica della VAS, il modello pilota qui proposto diventa un utile strumento, in fase programmatoria e gestionale, per identificare gli spazi di policy in cui è necessario intervenire con un contributo più vigoroso agli Obiettivi dell’Agenda 2030, tenendo ferma la logica dell’approccio di governo integrato per dare una lettura, e allo stesso una capacità di risposta, che si collochi in un quadro di insieme unitario.

Infatti, la metodologia proposta, superando la logica della VAS nel caso del FSE e di integrazione della VAS nel caso del FESR, consente in termini più ampi di far apprezzare le interconnessioni e gli impatti della dimensione ambientale con le componenti relative, ad esempio, alla crescita economica inclusiva, al soddisfacimento dei requisiti sociali connessi allo sviluppo delle potenzialità individuali, quali presupposti necessari per la crescita della competitività e dell'occupazione.

Un’ulteriore riflessione che emerge, all’esito dell’applicazione pilota del modello sviluppato, coerente con il più volte citato approccio di governo integrato, è che l’effettivo e completo quadro di sintesi della contribuzione della politica regionale agli SDGs necessiterebbe dell’applicazione del modello all’intero insieme di piani e programmi regionali, teso al calcolo di un indice sintetico di sostenibilità dell’intera politica regionale. Il prossimo passo sarà pertanto quello di elaborare, nel prosieguo di questo lavoro, un unico indice sintetico per entrambi i programmi operativi FESR ed FSE, coincidente con l’indice di sostenibilità della politica di coesione europea della Regione Sardegna.

Come ribadito infatti il modello, in modo semplice e immediato, riesce a fornire importanti informazioni di sintesi sulla capacità di contribuzione dei Fondi Strutturali al conseguimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030.

Consapevoli che il modello restituisce comunque una valutazione qualitativa del contributo atteso agli SDGs degli investimenti regionali cofinanziati dai Fondi Strutturali, rimane da esplorare la capacità di tali investimenti di contribuire all’Agenda 2030 in termini di risultati effettivi. Pertanto, l’applicazione della metodologia sviluppata da RAS e FEEM non esclude la necessità di ulteriori analisi e valutazioni, tra cui il monitoraggio dell’andamento degli indicatori collegati agli SDGs, al fine di valutare un eventuale miglioramento degli stessi nel tempo e, se possibile, anche la correlazione con la spesa.

In conclusione, gli esiti e le riflessioni emersi dall’applicazione del modello al caso regionale sardo e la sua capacità di contribuire a dare delle risposte ad alcune questioni proposte all’inizio di questo lavoro, tra cui i rilievi della Corte dei conti europea, fanno emergere l’opportunità della partecipazione alla sperimentazione da parte di altre Autorità di Gestione, per la quale alcune Regioni e lo stesso Ministero dell’Ambiente, nel corso di recenti incontri istituzionali, hanno già manifestato il loro interesse, con l’obiettivo di pervenire ad un modello condiviso applicabile in tutto il territorio nazionale fin dalle prime fasi dell’impostazione dei programmi 2021-2027. Infatti, una sua applicazione più ampia fornirebbe non solo spunti per un suo miglioramento, ma rappresenterebbe una esperienza che riteniamo di sicuro interesse per la stessa Commissione europea.


Note:

(29): È doveroso specificare che ad oggi sono disponibili solo i risultati preliminari del progetto di ricerca; lo sviluppo del modello si trova infatti a attualmente in una fase di secondo controllo ex post  nel corso della quale si prevede di procedere ad altre applicazioni pilota (test) su altri programmi italiani ed europei 2014-2020, per consolidare e convalidare la metodologia al fine di un successivo coinvolgimento di altri partner per l’applicazione del modello ai rispettivi programmi 2021-2027.