prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 settembre 2020

+T -T Esperienze

Perseguire l’Agenda 2030 con i Fondi Strutturali. L’esperienza della Regione Sardegna


Misurare il contributo dei Fondi Strutturali all’Agenda 2030. Una proposta metodologica

In questo contesto, la RAS e la FEEM hanno avviato un progetto di ricerca per studiare ed implementare un modello di valutazione della sostenibilità dei programmi operativi cofinanziati dall’Unione europea nell’ambito delle Politiche di Coesione in riferimento ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 (22). La metodologia sviluppata da RAS e FEEM vuole fornire all’amministrazione regionale uno strumento utile a supportare i policy maker nella definizione delle scelte di programmazione ottimali relativamente all’Agenda 2030, rispettando anche gli obiettivi dell’agenda politica regionale. Considerato che l’approccio di governo alla base dell’Agenda 2030 è un approccio di tipo integrato, tanto più ampia è l’applicazione dello strumento ai programmi della Regione, maggiore è la capacità di cogliere il contributo delle politiche agli OSS e, allo stesso tempo, di ottenere dalla sua applicazione delle indicazioni di policy sugli ambiti da rafforzare. Allo stesso tempo questo approccio integrato e la diversa vocazione dei Fondi SIE ben si coniugano con la doverosa e necessaria prospettiva di integrazione nella programmazione degli stessi. 

Specificatamente, la metodologia in questione vuole indagare le interconnessioni tra i 169 target dell’Agenda 2030 ed i 143 Campi di Intervento (CI) proposti dalla Commissione europea per il monitoraggio della programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali.
Occorre esplicitare che la medesima è stata ideata prendendo ispirazione dal modello sviluppato dalla RAS nell’ambito della procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) dei programmi regionali 2014-2020 (23) e successivamente applicato in fase di monitoraggio e valutazione in itinere del POR Sardegna FESR 2014-2020 (24).

Più approfonditamente, la fase iniziale dello sviluppo del modello ha previsto le seguenti fasi:

1. Il primo passaggio ha riguardato la corretta interpretazione dei target dell’Agenda 2030, data l’ambiguità di alcuni di essi, tenendo in considerazione non solo la loro descrizione testuale ma anche gli indicatori globali (25) ad essi associati.

2. Con il secondo step si è proceduto alla costruzione di una matrice 169x143, popolata da pesi decisi sulla base di una valutazione dell’impatto che ogni campo di intervento ha sul singolo target. In particolare, l’impatto è stato classificato come nullo, indiretto o diretto, rispettivamente pari a 0, 0,4 ed 1 per ogni combinazione target e campo di intervento. Un impatto indiretto è un impatto che ha carattere mediato ed implica alcuni passaggi intermedi, mentre un impatto diretto è un impatto che coinvolge direttamente la componente senza passaggi secondari.

3. Nella terza fase è stata popolata una seconda matrice 169x143 con l’attribuzione di pesi decisi sulla base di una valutazione dell’orientamento e dell’entità degli impatti (con peso non nullo). L’orientamento è espresso da un segno più (+) o meno (-), che indicano rispettivamente un impatto positivo o negativo, mentre la magnitudo si misura con gli indici 0,1, 0,4, 0,7 ed 1, corrispondenti rispettivamente ad impatto molto basso, basso, medio ed alto.
Rispetto alla metodologia sviluppata dalla RAS in sede VAS, qui si è ritenuto appropriato introdurre un nuovo coefficiente (0,1) in grado di rilevare e tenere conto anche delle interconnessioni causa-effetto più moderate ma comunque rilevanti tra campi di intervento e target, soprattutto in vista di un’applicazione del modello in ambiti diversi dalla Regione Sardegna (26).
Diversamente dalla fase precedente, è opportuno infatti evidenziare che l’attribuzione dell’entità degli impatti ha preso in considerazione, specificatamente, il territorio, le caratteristiche, i bisogni e necessità della Regione Sardegna. Dunque se si intende applicare tali valutazioni ad altri ambiti, diventa indispensabile una verifica e calibrazione dei coefficienti sulla base del nuovo contesto. Tale calibrazione consente di dare atto della specificità delle operazioni che ricadono nei singoli campi di intervento, tenendo conto che diventa necessario un lavoro di ponderazione che integri, nella scelta dell’entità dell’impatto, la natura del campo di intervento stesso con la conoscenza di dettaglio delle operazioni che ricadono o possono ricadere al suo interno e che concorrono al conseguimento degli SDGs. Con particolare riferimento alla specificità del FSE, si dovrà valutare non tanto e non solo la natura del campo di intervento in sé, ma anche il focus tematico su cui esso opera. Per esemplificare, il contributo del campo 113 - Sostegno all'istruzione terziaria (infrastrutture escluse) al Goal 7 potrebbe essere di per sé neutro, ma se tra le azioni finanziate ci sono interventi di sostegno a dottorati di ricerca nel campo delle fonti energetiche rinnovabili, il peso assegnato dovrà essere in grado di catturare questo elemento. Si tratta quindi di valutazioni che devono tener conto della specificità del Programma Operativo su cui il modello viene calato.

4. Per ultimo, è stata costruita la terza matrice, prodotto delle due matrici sopracitate (la matrice degli impatti nulli, indiretti e diretti e la matrice relativa all’orientamento e alla magnitudo).
Con l’intenzione di misurare il contributo della programmazione dei Fondi SIE agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, diventa fondamentale costruire una serie di misurazioni sintetiche in grado di catturare sia l’impatto aggregato di ciascun campo di intervento sui singoli Goal sia quello trasversale ad essi.
Dunque, l’impatto medio atteso di un determinato campo di intervento su uno specifico Goal è stato calcolato guardando alla media aritmetica degli impatti del singolo campo sui target del Goal. Questo passaggio è reso necessario dalla asimmetria numerica che caratterizza i target degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Prendere in considerazione la sommatoria dei rispettivi impatti sui Goal permette di cogliere la natura trasversale del campo di intervento. Tanto più alto è questo valore, quanto più l’investimento in un campo di intervento beneficia l’Agenda 2030. Valori minori di 1 (vale a dire 100%) rappresentano i casi in cui solo parte dell’investimento impatta positivamente sull’Agenda 2030; valori maggiori di 1 viceversa sono più desiderabili in quanto l’intero investimento è incanalato negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sebbene l’impatto del campo di intervento sul singolo Goal sia inferiore all’unità.

Grazie ai passaggi di ricerca appena descritti, si è arrivati ad un importante primo risultato, ovvero la lettura dei coefficienti del modello matematico concettuale: l’analisi ha infatti messo in evidenza come le Politiche di Coesione dell’Unione europea, da sole, non permettono di assicurare il raggiungimento dei target dell’Agenda 2030 come auspicato dalle istituzioni europee e nazionali. Inoltre, i risultati confermano che gli investimenti sostenuti da tali politiche non possono essere una soluzione di tipo “one size fits all” per il raggiungimento di tutti gli Obiettivi. Sarebbe invece maggiormente opportuna l’integrazione di diversi strumenti e fonti finanziarie così come l’implementazione di politiche non economiche (regolamentazione, partenariato, etc.).
È doveroso precisare che questi sono solo i risultati preliminari della ricerca, la quale si trova ancora in una fase di secondo controllo ex post.

Infine, partendo dalle risorse finanziarie associate a ciascun campo di intervento, l’applicazione del modello permette inoltre di calcolare l’indice sintetico di sostenibilità di un dato Programma. Attraverso la “pesatura” delle poste finanziarie attivate dal POR su ciascun campo di intervento con i coefficienti calcolati nelle modalità precedentemente descritte, si riescono infatti a determinare gli stanziamenti che contribuiscono in via diretta o indiretta al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 a livello regionale. L’indice sintetico di sostenibilità nasce dal calcolo del rapporto tra la misura della quota parte delle risorse del POR che contribuiscono all’Agenda 2030, rispetto al totale delle risorse programmate.


Note:

(22): Cavalli L., Sanna S. et al. (2020) "Sulla valutazione del contributo delle politiche di coesione 2021-2027 all’Agenda 2030. Una proposta metodologica". (Paper presentato alla XLI Conferenza Scientifica Annuale AISRe, Web Conference, 2-4 settembre 2020)

 

(23): Moro L., Pira C., Sanna S., Schirru F. (2014), "La VAS nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020: un approccio metodologico". (Paper presentato alla XXXV Conferenza Italiana di Scienze Regionali AISRe, Padova)

 

(24): Sanna S., Dessy A., Cocco G. (2018), "Verso la programmazione post 2020. Il contributo del POR Sardegna FESR 2014-2020 agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'agenda 2030 e della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile". (Paper presentato alla XXXIX Conferenza Italiana di Scienze Regionali AISRe, Bolzano)

 

(25): United Nations (UN, 2020), "Global indicator framework for the Sustainable Development Goals and targets of the 2030 Agenda for Sustainable Development", A/RES/71/313


(26): Su invito della Direzione Generale Ambiente (DG ENV) della Commissione europea, la metodologia è già stata illustrata dalla RAS in occasione della 18° Settimana Europea delle Regioni e delle Città del 2019 (18th EURegionsWeek), nell'ambito del workshop "How the EU Cohesion funds have helped fill environmental implementation gaps and build a Greener Europe" organizzato e moderato dalla stessa DG ENV