prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 settembre 2020

+T -T Esperienze

Perseguire l’Agenda 2030 con i Fondi Strutturali. L’esperienza della Regione Sardegna.


Misurare il contributo alla sostenibilità: dall’Accordo di Parigi all’Agenda 2030

Come rilevato anche dal Comitato economico e sociale europeo (CESE) (11) “la ripresa dagli effetti della pandemia avrà successo solo se sarà accompagnata da una ristrutturazione della nostra società” incentrata “sulle persone e sul futuro del pianeta [...], vale a dire un'economia adeguata alle esigenze future, che risponda ai bisogni della società, non contribuisca ai cambiamenti climatici, impieghi le risorse in modo intelligente e integri la capacità di guadagno europea con un ambiente di vita sano e buona occupazione. Dobbiamo puntare a questo, per un futuro sostenibile”.

Precedentemente, la Corte dei conti europea, aveva osservato come la proposta della Commissione di regolamento comune (RDC) per i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) per il periodo 2021-2027 (12), a differenza dei due precedenti periodi di programmazione, non fosse sostenuta “da una strategia a livello di UE o da un insieme di valori-obiettivo. La proposta di RDC prevede invece cinque obiettivi strategici, che non sono tradotti in risultati misurabili e quantificati a livello di UE. Non espone quindi una chiara visione di ciò che l’UE intende conseguire tramite i propri interventi, bensì lascia agli Stati membri definire le principali finalità strategiche. Di conseguenza, a giudizio della Corte, la proposta non allinea i finanziamenti alle priorità dell’UE ed è meno orientata alla performance rispetto al periodo 2014-2020” (13). Ciò, nonostante il maggiore allineamento dei finanziamenti alle priorità dell’UE fosse uno dei principali obiettivi della Commissione alla base dell’impianto proposto per il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027.

La successiva analisi della Corte dei conti europea aveva inoltre rilevato che “nonostante l’impegno dell’UE a favore della sostenibilità e degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, la Commissione europea non attua alcun monitoraggio né pubblica relazioni sul contributo fornito dalle politiche e dal bilancio dell’UE all’attuazione dello sviluppo sostenibile e al conseguimento degli SDG” (14).

Rispetto alla proposta originaria del 29 maggio 2018, le successive modifiche proposte dalla Commissione von der Leyen al regolamento RDC sono pertanto state colte con favore dalla Corte.
In base alle conclusioni del Consiglio europeo di luglio 2020, stante “l'importanza di lottare contro i cambiamenti climatici, in linea con gli impegni assunti dall'Unione per attuare l'accordo di Parigi e realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, i programmi e gli strumenti dovrebbero contribuire all'integrazione delle azioni per il clima nelle politiche e al conseguimento dell'obiettivo generale di destinare almeno il 30% dell'importo totale delle spese di bilancio dell'Unione e di Next Generation EU al sostegno degli obiettivi climatici” (15).

Al riguardo, già nell’attuale ciclo di programmazione 2014-2020, la Commissione europea aveva introdotto con il Regolamento di esecuzione n. 215/2014 una metodologia per il calcolo del sostegno dei Fondi SIE agli obiettivi in materia di cambiamento climatico. Tale metodologia consiste nell’assegnare una ponderazione che si differenzia valutando se e in che misura il sostegno dei Fondi SIE fornisca un impatto agli obiettivi in materia di cambiamenti climatici e di adattamento ai medesimi. Guardando al FESR e al FSE, la pesatura viene attribuita direttamente alle categorie di operazione stabilite dalla nomenclatura adottata dalla Commissione europea, tenendo conto dei coefficienti dell’Allegato I del Regolamento che successivamente vengono applicati ai dati finanziari registrati per il campo di intervento preso in considerazione.

Sulla scorta di tale esercizio, per il periodo di programmazione 2021-2027, la Commissione europea ha riproposto tale metodologia di valutazione - articolo 17, paragrafo 5 e Allegato I della proposta di regolamento RDC - accompagnandola con l’ulteriore valutazione del contributo dei campi di intervento agli obiettivi in materia di ambiente, sempre basata su un’analoga pesatura degli stessi campi di intervento.

Tale approccio, a nostro parere, consente almeno in parte di rispondere ai rilievi della Corte dei conti europea sopra richiamati, ma sembra ancora orientato ad una impostazione settoriale che non consente appieno di “misurare” la capacità dell’azione dell’Unione europea di contribuire agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Basti pensare, ad esempio, all’applicazione di tale metodologia al FSE. Se infatti si punta lo sguardo sulla capacità del FSE (e del FSE+) nel dare un apporto alle politiche in materia di cambiamenti climatici e agli obiettivi europei in materia di ambiente e, in termini più ampi, agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sia il Regolamento di esecuzione n. 215/2014 che la proposta di regolamento RDC riportano coefficienti nulli per tutti i campi di intervento propri del FSE. Nondimeno, una doverosa indagine più approfondita, può consentire di catturare la ricaduta positiva che, solo a titolo esemplificativo, alcuni interventi di formazione o specifiche misure di politica attiva possono avere sullo sviluppo della green economy.

Inoltre, la necessità di rispondere ai rilievi della Corte dei conti europea si accompagna all’esigenza di dotarsi di strumenti che, nell’attuazione dei Programmi Operativi, supportino le Autorità di Gestione nel rispetto dei Principi Orizzontali e in particolare del principio dello sviluppo sostenibile e della promozione della parità fra uomini e donne e non discriminazione che, nel ciclo di programmazione 2021-2027, potrebbero trovare negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite una più ampia e completa declinazione (16).

La stessa Corte dei conti europea, infatti, nonostante “il dibattito sulle priorità dell’UE avviato dalla Commissione contestualmente alla presentazione del Green Deal europeo” rappresenti una risposta positiva al proprio precedente rilievo circa “la mancanza di priorità di alto livello per l’UE” - che costituiva “una debolezza importante della proposta originaria di RDC” - ha ribadito “la conclusione raggiunta nel suo precedente parere, ossia che «l’RDC proposto non sviluppa una chiara visione di quanto l’UE intenda conseguire con i fondi in questione e ciò presenta potenziali rischi per la definizione, l’attuazione e l’impatto delle politiche.»” (17).

Pertanto, si palesa necessario per l’Unione europea e i suoi Stati membri, poter disporre di strumenti in grado di fornire tale visione d’insieme sul contributo dei fondi al perseguimento delle strategie globali dell’Unione, delle quali, sicuramente, l’Agenda 2030 rappresenta uno dei contenitori più ampi.


Note:

(11): CESE (2020), Risoluzione dell’11 giugno 2020 recante Le proposte del CESE per la ricostruzione e la ripresa dopo la crisi della Covid-19: "L'UE deve essere guidata da un principio: quello di essere considerata una comunità unita da un destino comune." (EESC-2020-02549-00-01-RES-TRA) 

 

(12): Commissione europea (2018), "Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo e migrazione, al Fondo per la Sicurezza interna e allo Strumento per la gestione delle frontiere e i visti", Strasburgo, 29.5.2018 (COM(2018) 375 final)

 

(13): Corte dei conti europea (2018), Parere N. 6/2018 del 25 ottobre 2018

 

(14): Corte dei conti europea (2019), "Analisi rapida di casi - Informativa sulla sostenibilità: un bilancio delle istituzioni e delle agenzie dell’Unione europea", giugno 2019

 

(15)Conclusioni del Consiglio europeo, 17-21 luglio 2020, Brussels, 21 luglio 2020 (EUCO 10/20)

 

(16): In  tal senso, all’esito parziale dei triloghi relativi alla discussione sul Regolamento RDC, il testo di compromesso ha accolto integralmente l’emendamento del Parlamento europeo teso alla reintroduzione dei principi orizzontali con esplicito richiamo degli OSS dell’Agenda 2030

 

(17): Corte dei conti europea (2020), Parere n. 2/2020 sulla proposta modificata della Commissione del 14 gennaio 2020 relativa al regolamento recante le disposizioni comuni [COM(2020) 23 final], Lussemburgo, 26 marzo 2020