Quaderno del 22 dicembre 2021
APPROFONDIMENTI
Il Piano di Rafforzamento dei Centri per l’impiego
Il rafforzamento infrastrutturale
Rientra nel filone del rafforzamento infrastrutturale tutto un insieme di interventi di spesa, differente dalla spesa destinata al personale, che le amministrazioni regionali stanno realizzando, in virtù degli stanziamenti fissati dalla legge di Bilancio 2019 (legge n. 145/2018, articolo 1, comma 258) pari, rispettivamente, a 467,2 milioni di euro per il 2019 ed a 403,1 milioni di euro per il 2020. Si tratta di un’erogazione di risorse una tantum, pertanto a carattere non stabile. La destinazione di tali risorse riguarda attività di potenziamento anche infrastrutturale dei CPI e risponde all’esigenza, più volte ribadita dalle amministrazioni regionali, di un intervento straordinario, sostenuto da risorse nazionali, per l’ammodernamento e l’adeguamento dei CPI, al fine di rendere le strutture e gli strumenti - con particolare riferimento a quelli informatici – idonei a rispondere ai fabbisogni di garanzia dei LEP.
Dai monitoraggi effettuati dalla Commissione XI emerge una spesa extra personale che, alla fine del mese di novembre 2021, ammonta a circa 100 milioni di euro. Si tratta di un dato provvisorio, che è destinato ad aumentare laddove si tengano in conto anche le risorse finanziarie già impegnate con atti giuridicamente vincolanti, rispetto alle quali sussiste un vincolo di destinazione nell’utilizzo. Nell’ambito delle voci di spesa, le Regioni hanno contemplato anche le spese generali per l’attuazione, per le quali il Piano nazionale poneva una riserva finanziaria pari al 4%. Le voci di spesa segnalate dalle Regioni, in linea con le linee di intervento individuate dal Piano nazionale e con i relativi target di spesa, attengono per lo più allo sviluppo e manutenzione dei sistemi informativi, agli interventi infrastrutturali sulle sedi dei CPI ed agli interventi sulle dotazioni strumentali dei CPI, alla formazione del personale, alla comunicazione coordinata in merito alle politiche attive, allo sviluppo di osservatori del mercato del lavoro. Una parte delle risorse è stata utilizzata anche per le azioni di assistenza tecnica, correlate anche all’organizzazione dei concorsi.
In questo ambito, una parte del potenziamento riguarda interventi relativi all’adeguamento/implementazione delle sedi e dei locali adibiti a CPI. Si tratta, infatti, di una sfera di azione fondamentale, anche in vista dell’imminente aumento di personale dei CPI, che rende necessario e urgente dotarsi di nuove sedi, oltre che di sedi più idonee, alla luce della vetustà e dell’insufficienza del patrimonio immobiliare e della relativa strumentazione. Un intervento di tale natura, a carattere nazionale, risaliva ormai alla fine degli anni ‘90, quando si operò il primo decentramento amministrativo alle Regioni e alle Province delle funzioni in materia di servizi per l’impiego, comprensivo delle risorse umane e strumentali. Nella lunga fase di transizione, prima del passaggio dei CPI dalle Province alle Regioni, immobili e attrezzature non sono stati oggetto di alcun intervento manutentivo o tantomeno sostitutivo, subendo un lento e progressivo degrado. Rispetto a tale ambito, l’avanzamento del Piano nazionale appare ancora contenuto, alla luce di alcune criticità che le Regioni stanno riscontrando e che possono essere ricondotte essenzialmente ad un triplice ordine di problematiche.
In primo luogo, si pone la necessità di fluidificare ed omogeneizzare le procedure di interlocuzione sui territori con i Comuni, coinvolti in prima battuta nell’attuazione di questo segmento di potenziamento. Si ricorda, infatti, che il Piano nazionale richiama esplicitamente la norma posta dall’articolo 3 della legge n. 56/1987, in base alla quale è posto in capo ai Comuni l’onere della fornitura dei locali necessari per il funzionamento dei CPI. Secondo la disciplina tuttora vigente, dunque, le Regioni sono tenute a rivolgersi prioritariamente ai Comuni per verificare preliminarmente la disponibilità di immobili da adibire a sedi dei CPI. A questo proposito, dal monitoraggio emerge come sui territori si stia registrando una situazione molto variegata, con differenze tra le amministrazioni regionali e anche all’interno delle singole Regioni rispetto ai diversi territori comunali. Le Regioni hanno richiamato, in tal senso, l’opportunità di sviluppare un confronto strutturato con ANCI su questo tema, al fine di definire un quadro chiaro di regole e rapporti con le amministrazioni comunali, nonché individuare caratteristiche standard dei locali che i Comuni debbono mettere a disposizione.
Un secondo fattore di rilievo che incide sull’attuazione di questo segmento del potenziamento è costituito dalla tempistica necessaria per la realizzazione degli interventi sugli immobili, che appare fisiologicamente più lunga. La tipologia delle attività, infatti, richiede un pieno rispetto delle procedure e delle regole definite in materia di appalti, nonché un costante lavoro istruttorio, sul piano tecnico ed amministrativo, essenziale ai fini della riuscita dell’operazione. Ne consegue un allungamento dei tempi di realizzazione del potenziamento.
Un terzo punto di evidenza riguarda la complessità delle attività da porre in luogo, che richiede il possesso di competenze sia tecnico/trasversali, sia specifiche/settoriali. In questo senso, le Regioni stanno procedendo al rafforzamento degli gli organici dei CPI e delle Agenzie regionali, mediante l’acquisizione di professionalità specifiche (ad esempio, ingegneri, architetti, geometri, periti) in grado di presidiare la complessità connessa al rafforzamento infrastrutturale.
Lo stato di attuazione complessiva del Piano evidenzia, dunque, un livello non sempre omogeneo di realizzazione delle diverse linee di intervento, con situazioni diversificate nei territori regionali. Il Piano straordinario, si ricorda, assume la valenza di un’azione di sistema per poter garantire in una cornice nazionale il potenziamento e il miglioramento dei servizi per l’impiego. Si tratta di un obiettivo ambizioso ed essenziale, oggi più che mai alla luce dell’impatto della pandemia sull’occupazione e del ruolo strategico che le politiche attive dovranno svolgere per supportare le persone e le imprese nei processi di transizione nel mercato del lavoro. Appare, pertanto, necessario che le istituzioni mantengano un livello elevato di attenzione sul tema e garantiscano un appropriato supporto nell’attuazione del Piano, soprattutto nelle aree territoriali che mostrano maggiori difficoltà. La cornice strategica del PNRR imprime oggi un impulso più deciso verso il conseguimento delle priorità del rafforzamento, agendo come stimolo e come vincolo verso cui orientare l’impegno congiunto delle istituzioni, in un cammino di leale collaborazione.