Quaderno del 1° ottobre 2013
APPROFONDIMENTI
La prospettiva dello sviluppo territoriale nella programmazione 2014-2020
Premessa
di Teresa Cianni, Laura Frascarelli, Paolina Notaro
Settore Fse - Tecnostruttura
Fra le molteplici sfide del prossimo ciclo di programmazione va annoverata senz’altro quella che pone l’obiettivo di far sì che le risorse dei fondi del Quadro strategico comune (QCS) creino una maggiore “massa critica” e apportino un conseguente più efficace beneficio ai territori di riferimento. Ciò può anche significare oltrepassare i tradizionali confini amministrativi e richiedere una maggiore volontà a livelli di governo o di attuazione differenti di cooperare e coordinare azioni allo scopo di raggiungere gli obiettivi condivisi.
In questo senso, la prospettiva dell’integrazione nella programmazione delle politiche di sviluppo territoriale costituisce un’occasione di sperimentazione che la Commissione europea, nelle proposte di Regolamento e nel documento di lavoro sul Quadro strategico comune (1) ha tentato di stimolare a più livelli.
In particolare il Regolamento “disposizioni comuni” delinea le diverse possibilità per realizzare azioni integrate di sviluppo territoriale a livello locale e sub regionale; sebbene piuttosto mutati per quanto attiene ai dettagli operativi, in fase di negoziato si identificano comunque in modo netto alcuni strumenti.
La CE rilancia, innanzitutto, lo strumento dello sviluppo locale partecipativo (SLP), metodo da tempo utilizzato in ambito rurale (Leader) per definire e attuare piani di sviluppo locale, che si riconferma obbligatorio per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) mentre rappresenta un’opportunità per gli altri fondi del QSC. Lo SLP negli intendimenti della CE dovrebbe mobilitare il potenziale locale, attraverso il coinvolgimento delle comunità e degli attori territoriali, per contribuire ad una più efficace attuazione degli obiettivi della Strategia Europa 2020. La proposta di regolamento generale introduce inoltre nuovi meccanismi per incoraggiare lo sviluppo di operazioni integrate gestite con opzioni semplificate di costo basate sui risultati (JAP). Ciò consente a un beneficiario unico di attuare congiuntamente un certo numero di progetti a partire da diverse fonti dei Fondi del QSC e, in taluni casi, con altri strumenti dell'Unione. Prevede altresì uno strumento per l’implementazione di strategie territoriali di tipo integrato (ITI) che consente agli Stati membri di implementare programmi operativi in modo trasversale e di attingere a fondi provenienti da diversi assi prioritari di uno o più programmi operativi per affrontare le sfide di una determinata area in una logica multidimensionale e intersettoriale.
Di seguito si propongono delle schede di approfondimento sui singoli strumenti, aggiornate alla luce dei recenti sviluppi del negoziato (risultanze dei CAG, testo approvato dal Coreper - Comitato dei rappresentanti permanenti, testo su cui PE e Consiglio hanno raggiunto l’accordo in esito al trilogo del 23 maggio 2013 ), le quali oltre ad evidenziare gli elementi salienti che li caratterizzano richiamano l’attenzione su vantaggi e criticità connessi alla loro applicazione concreta.
Si rammenta che è attivo sul piano nazionale un tavolo Stato/Regioni che ha avviato il confronto operativo su questi strumenti.
(1) SWD (2012) 61 del 14.03.2012