Quaderno del 1° ottobre 2013
FOCUS - QFP
Il Quadro finanziario pluriennale 2014 - 2020
Ammissibilità e metodologia di assegnazione
Glossario:
L'Ufficio Statistico dell'Unione europea (Eurostat) è una direzione generale della Commissione europea; raccoglie ed elabora dati dagli Stati membri dell'Unione europea a fini statistici, promuovendo il processo di armonizzazione della metodologia statistica tra gli Stati membri. La sua missione è quella di fornire all'Unione europea un servizio informativo statistico di elevata qualità, con dati comparabili tra Paesi e regioni.
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Il regolamento QFP stabilisce gli importi massimi annui - massimali - che l'UE può spendere nei vari settori d'intervento - rubriche - nell'arco di almeno cinque anni. Esso fissa inoltre un massimale globale per la spesa totale.
Fonte: Sito ufficiale del Consiglio dell’Unione europea
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La nomenclatura delle unità territoriali statistiche, in acronimo NUTS, identifica la ripartizione del territorio dell'Unione europea a fini statistici.
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Le politiche di coesione, o politiche regionali, impiegano risorse pubbliche, europee e nazionali, con la finalità di rimuovere le disuguaglianze di sviluppo, incrementare le opportunità di crescita e inclusione sociale dei cittadini e promuovere la coesione economica fra i territori italiani. Gli interventi delle politiche di coesione traggono fondamento e legittimazione dalla Costituzione italiana (art. 119, quinto comma e art. 3, secondo comma) e dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (art. 174), che richiedono "interventi speciali" per promuovere uno "sviluppo armonico" (Trattato) e per "rimuovere gli squilibri economici e sociali" (Costituzione).
Le risorse dedicate alle politiche di coesione territoriale agiscono, pur se in misura diversa, in tutto il Paese.
Fonte: Sito ufficiale MISE – Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica
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Seguendo i criteri di ammissibilità e le metodologie di assegnazione delle risorse proposte dalla Commissione europea (CE), è stato realizzato un primo esercizio di simulazione per identificare le allocazioni destinate agli Stati membri (SM) (2).
L’aggiornamento della proposta di regolamento QFP del luglio 2012 (COM(2012) 388), a seguito della pubblicazione sul sito Eurostat dei dati sul PIL regionale relativi al 2009, dei dati regionali sull’istruzione e sul mercato del lavoro relativi al 2010 e dei dati sul reddito nazionale lordo relativi al 2010, ha parzialmente modificato il quadro iniziale, rendendolo più attendibile nell’attuale contesto di crisi, determinando anche spostamenti tra le diverse categorie di regioni europee e, di conseguenza, modificando le possibili assegnazioni dei fondi agli Stati membri. Per quanto riguarda l’Italia, per esempio, ciò ha comportato il ritorno della regione Basilicata tra le regioni meno sviluppate (l’ex obiettivo Convergenza).
Va sottolineato, tuttavia, che nell’esercizio delle simulazioni, si è dovuto tenere conto dell’aggiornamento disomogeneo dei dati Eurostat (che vengono modificati a seconda dei dati forniti dagli Stati membri) che hanno subito continui aggiustamenti, pur essendo riferiti allo stesso periodo di riferimento. Ad oggi, inoltre, non tutte le categorizzazioni statistiche hanno recepito l’entrata in vigore del nuovo regolamento relativo alla classificazione comune delle unità territoriali (NUTS)(3) a cui il QFP fa riferimento.
Le risorse destinate alle politiche di coesione sono attribuite a tre gruppi di regioni, definiti in base al rapporto tra il rispettivo PIL pro capite, misurato in parità di potere di acquisto e calcolato sulla base dei dati dell’Unione per il periodo 2007-2009, e il PIL medio della UE a 27 per lo stesso periodo di riferimento (nella prima proposta della CE il periodo di riferimento era 2006-2008).
Il totale delle regioni è di 272, suddivise nel modo seguente:
- regioni meno sviluppate, il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL della UE a 27;
- regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75% e il 90% della media del PIL della UE a 27;
- regioni più sviluppate, il cui PIL por capite è superiore al 90% della media del PIL della UE a 27.
Le risorse assegnate a ciascuno Stato membro sono la somma delle dotazioni per le sue singole regioni ammissibili, attribuite secondo i criteri che illustriamo di seguito.
Nella tabella che segue è riportata l’ammissibilità delle regioni per Stato membro a confronto con quella della programmazione 2007-2013 (4):
Tabella 1
STATO MEMBRO |
Regioni meno sviluppate |
Regioni in transizione |
Regioni più sviluppate |
||||
ex Ob. Convergenza |
ex Phasing in/phasing out |
ex Ob. Competitività |
|||||
2017-2013 |
2014-2020 |
2017-2013 |
2014-2020 |
2017-2013 |
2014-2020 |
||
|
84 |
70 |
39 |
52 |
153 |
150 |
|
Belgio |
0 |
0 |
1 |
4 |
10 |
7 |
|
Bulgaria |
6 |
6 |
0 |
0 |
0 |
0 |
|
Repubblica Ceca |
7 |
6 |
0 |
1 |
0 |
1 |
|
Danimarca |
0 |
0 |
0 |
1 |
1 |
4 |
|
Germania |
7 |
0 |
4 |
7 |
30 |
31 |
|
Estonia |
1 |
1 |
0 |
0 |
0 |
0 |
|
Irlanda |
0 |
0 |
1 |
0 |
1 |
2 |
|
Grecia |
8 |
5 |
5 |
6 |
0 |
2 |
|
Spagna |
4 |
1 |
7 |
5 |
8 |
13 |
|
Francia |
4 |
4 |
0 |
10 |
22 |
12 |
|
Italia |
4 |
5 |
2 |
3 |
15 |
13 |
|
Cipro |
0 |
0 |
1 |
0 |
0 |
1 |
|
Lettonia |
1 |
1 |
0 |
0 |
0 |
0 |
|
Lituania |
1 |
1 |
0 |
0 |
0 |
0 |
|
Lussemburgo |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
1 |
|
Ungheria |
6 |
6 |
1 |
0 |
0 |
1 |
|
Malta |
1 |
0 |
0 |
1 |
0 |
0 |
|
Paesi Bassi |
0 |
0 |
0 |
0 |
12 |
12 |
|
Austria |
0 |
0 |
1 |
1 |
8 |
8 |
|
Polonia |
16 |
15 |
0 |
0 |
0 |
1 |
|
Portogallo |
4 |
4 |
2 |
1 |
1 |
2 |
|
Romania |
8 |
7 |
0 |
0 |
0 |
1 |
|
Slovenia |
1 |
1 |
0 |
0 |
0 |
1 |
|
Repubblica Slovacca |
3 |
3 |
0 |
0 |
0 |
1 |
|
Finlandia |
0 |
0 |
1 |
0 |
4 |
5 |
|
Svezia |
0 |
0 |
0 |
0 |
8 |
8 |
|
Regno Unito |
2 |
2 |
3 |
12 |
32 |
23 |
|
Croazia |
0 |
2 |
0 |
0 |
0 |
0 |
Analizzando la tabella, un dato importante che emerge è quello dell’impoverimento dell’Italia, unico Stato membro che mostra un incremento delle regioni eleggibili nella categoria “meno sviluppate”, rispetto a tutti gli altri. Un notevole passaggio di regioni dalla categoria “più sviluppate” a quella “in transizione”, segno del peggioramento delle condizioni socio-economiche rispetto al periodo 2007-2013, è evidente per alcuni Paesi di vecchia adesione, quali la Francia e il Regno Unito. Va rilevata invece la situazione di molti SM di nuova adesione che annoverano almeno una regione tra le “più sviluppate” e che, invece, hanno avuto un generale aumento del proprio PIL rispetto alla media della UE.
(2) Tale metodologia è utilizzata per stabilire l’”attrattività” delle risorse per ogni regione a livello europeo e non è quindi direttamente applicabile in uno scenario nazionale. Il criterio di riparto all’interno dello Stato membro potrà avere quindi metodologie differenti o aggiustamenti a seconda dei parametri stabiliti a livello nazionale.
(3) Prendendo ad esempio l’Italia, per NUTS 0 si intende lo Stato Italia, NUTS 1 la macroarea Nordovest, NUTS 2 la Regione e NUTS 3 la Provincia.
(4) Le differenze in termini di numeri assoluti dipendono dagli adeguamenti a livello di NUTS anche se non vanno ad inficiare il confronto complessivo, essendo invariato il criterio di riparto legato alla popolazione (ad. esempio la Danimarca nella programmazione 2007-2013 era costituita da una sola regione mentre per la programmazione 2014-2020 è stata divisa in 5, ma il numero di abitanti complessivo non muta). Naturalmente non è possibile il confronto con i dati della Croazia, ammessa alla UE solo dal 1° luglio 2013.