prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 1° ottobre 2013

+T -T FOCUS - QFP

Il Quadro finanziario pluriennale 2014 - 2020


Il bilancio, le rubriche di spesa


Glossario:

La politica agricola comune (PAC) appartiene alle competenze condivise tra l'Unione europea (UE) e gli Stati membri. In virtù dell'articolo 39 del Trattato sul funzionamento dell’UE, essa si prefigge di assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori europei e una remunerazione equa agli agricoltori soprattutto grazie all'organizzazione comune dei mercati agricoli e al rispetto dei principi, fissati nella conferenza di Stresa del 1958, dell'unicità dei prezzi, della solidarietà finanziaria e della preferenza comunitaria.
La PAC costituisce una delle più importanti politiche dell'Unione europea (le spese agricole rappresentano circa il 45% del bilancio comunitario). La sua elaborazione è soggetta alla procedura decisionale che prevede la maggioranza qualificata in seno al Consiglio e la consultazione del Parlamento europeo.

Fonte: Sito ufficiale dell’Unione europea



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Le politiche di coesione, o politiche regionali, impiegano risorse pubbliche, europee e nazionali, con la finalità di rimuovere le disuguaglianze di sviluppo, incrementare le opportunità di crescita e inclusione sociale dei cittadini e promuovere la coesione economica fra i territori italiani. Gli interventi delle politiche di coesione traggono fondamento e legittimazione dalla Costituzione italiana (art. 119, quinto comma e art. 3, secondo comma) e dal Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (art. 174), che richiedono "interventi speciali" per promuovere uno "sviluppo armonico" (Trattato) e per "rimuovere gli squilibri economici e sociali" (Costituzione).
Le risorse dedicate alle politiche di coesione territoriale agiscono, pur se in misura diversa, in tutto il Paese.

Fonte: Sito ufficiale MISE – Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica



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Il Fondo di coesione assiste gli Stati membri con un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite inferiore al 90% della media comunitaria a recuperare il proprio ritardo economico e sociale e a stabilizzare la propria economia. Sostiene azioni nell’ambito dell’obiettivo Convergenza e d'ora in avanti è soggetto alle stesse norme di programmazione, di gestione e di controllo che disciplinano il Fse e il Fesr.

Il Fondo di coesione finanzia interventi nei seguenti settori:
-reti transeuropee di trasporto, in particolare i progetti prioritari di interesse europeo  definiti dall’Unione;
-tutela dell’ambiente. In tale campo, il Fondo di coesione può anche intervenire nel quadro di progetti correlati al settore dell’energia o dei trasporti, a condizione che questi offrano chiari vantaggi sotto il profilo ambientale: efficienza energetica, utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto ferroviario, sostegno all’intermodalità, potenziamento dei trasporti pubblici ecc.

L’assistenza finanziaria erogata a titolo del Fondo di coesione può essere sospesa con decisione (a maggioranza qualificata) del Consiglio nel caso in cui uno Stato presenti un eccessivo deficit pubblico e non vi abbia posto rimedio o qualora le azioni intraprese si siano rivelate inadeguate.

 

Fonte: Sito ufficiale dell'Unione europea



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La cooperazione territoriale europea è un elemento centrale per la costruzione di uno spazio comune europeo e un pilastro dell'integrazione europea, alla quale apporta un chiaro valore aggiunto sotto varie forme: contribuisce a garantire che le frontiere non diventino barriere, avvicina gli europei tra loro, favorisce la soluzione di problemi comuni, facilita la condivisione delle idee e delle buone pratiche ed incoraggia la collaborazione strategica per realizzare obiettivi comuni.

Fonte: Sito ufficiale della Commissione europea – DG Regio



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L'iniziativa per l'occupazione giovanile (YEI) è una dotazione di 6 miliardi di euro a livello europeo, decisa nell’ambito dell’accordo sul Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020, adottato dal Consiglio europeo del 7-8 febbraio 2013. “L'iniziativa è rivolta ai giovani con meno di 25 anni disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione, residenti in regioni ammissibili, inattivi o disoccupati, compresi i disoccupati di lunga durata, registrati o meno nelle liste dei disoccupati alla ricerca di un'occupazione. Su base volontaria gli Stati membri possono decidere di ampliare il gruppo obiettivo al fine di includere i giovani con meno di 30 anni”. È realizzata nelle Regioni dell'Unione che nel 2012 hanno registrato un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. “L’Iniziativa è integrata nella programmazione del FSE”. 
L’attuazione dell’iniziativa ha beneficiato di una anticipazione sul bilancio comunitario rispetto al resto della programmazione dei Fondi, pertanto sarà concentrata nel biennio 2014-2015; in Italia è attuata attraverso un Programma operativo nazionale a titolarità del Ministero del lavoro (con una dotazione pari a circa 1.400.0000 euro) del quale le Regioni sono organismi intermedi; il PON intende affrontare le sfide poste dalla Raccomandazione del Consiglio sulla Garanzia Giovani.

 

Fonte: Art. 16 del Regolamento (UE) 1304/2013 relativo al Fondo sociale europeo; Conclusioni del Consiglio europeo del 7-8 febbraio 2013



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Fissazione del livello massimo di trasferimento a ogni singolo Stato membro per contribuire all'obiettivo di concentrare adeguatamente il finanziamento a sostegno della coesione nelle regioni e negli Stati membri meno sviluppati e alla riduzione delle disparità dell'intensità media dell'aiuto pro capite.



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Insieme di disposizioni che fornisce a tutti gli Stati membri gli “orientamenti strategici per agevolare il processo di programmazione e il coordinamento settoriale e territoriale degli interventi dell’Unione nel quadro dei fondi SIE con altre politiche e strumenti pertinenti dell'Unione”.
Il Quadro strategico Comune è contenuto nell’allegato I del Regolamento (UE) 1303/2013.

Fonte: Artt. 10, 11, 12 e Allegato I del Regolamento (UE) 1303/2013 recante Disposizioni comuni sui Fondi SIE



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La Commissione procede al disimpegno automatico della parte di un impegno di bilancio connesso ad un programma operativo che non è stata utilizzata per il prefinanziamento o per i pagamenti  intermedi, o per la quale non le è stata trasmessa una domanda di pagamento entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello dell'impegno di bilancio nell'ambito del programma.

Fonte: Proposta di Regolamento disposizioni comuni, (art. 2) [COM(2012) 496 final]



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Il Feamp - Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca è il nuovo fondo proposto per la politica marittima e della pesca della UE per il periodo 2014-2020. In linea con l'ambiziosa riforma della politica comune della pesca, sosterrà i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile e aiuterà le comunità costiere a diversificare le loro economie. Inoltre, il Fondo finanzierà progetti destinati a creare nuovi posti di lavoro e a migliorare la qualità della vita nelle regioni costiere dell'Europa. Verranno anche ridotti gli oneri burocratici in modo da facilitare l'accesso ai finanziamenti.

Fonte: Sito ufficiale della Commissione europea



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Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) mira a rafforzare la politica di sviluppo rurale dell’Unione e a semplificarne l’attuazione. Migliora in particolare la gestione e il controllo della nuova politica di sviluppo rurale.

 



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Nel giugno 2010 il Consiglio europeo ha adottato la Strategia Europa 2020 al fine di stimolare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La strategia individua gli obiettivi principali della UE per la ricerca e l'innovazione, il cambiamento climatico e l'energia, l'occupazione, l'istruzione e la riduzione della povertà per il 2020, che debbono tradursi in obiettivi nazionali. Gli orientamenti integrati Europa 2020 e sette iniziative quadro delineano in modo preciso il percorso verso una crescita sostenibile e in grado di creare nuovi posti di lavoro.

La strategia s'impernia su cinque obiettivi riguardanti l'occupazione, la ricerca, l'istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l'energia.
Perché la strategia Europa 2020 dia i frutti sperati, è stato istituito un forte ed efficace sistema di governo dell'economia per coordinare le azioni a livello UE e a livello nazionale.

I 5 obiettivi (Target) che la UE è chiamata a raggiungere entro il 2020 sono:
1. Occupazione: innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni);
2. R&S: aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE ;
3. Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica: riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; aumento del 20% dell'efficienza energetica
4. Istruzione: Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% ; aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria;
5. Lotta alla povertà e all'emarginazione: almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno.



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La struttura del bilancio è sostanzialmente identica a quella del passato, con la suddivisione in cinque rubriche di spesa, a loro volta ripartite in sottorubriche.

La rubrica 1 - Crescita intelligente ed inclusiva, con una dotazione di 450.763 milioni di euro, è suddivisa in 2 sottorubriche. Le risorse complessive per la sottorubrica 1a – Competitività per crescita e occupazione sono pari a 125.614 milioni di euro. Nonostante l’accordo abbia portato ad una riduzione di 14 miliardi rispetto alla proposta della Commissione europea (CE), l’aumento rispetto all’attuale programmazione è del 37%.
Ai fini della dotazione cui si è pervenuti va considerato, però, l’inserimento del Meccanismo per collegare l’Europa (CEF), inizialmente previsto all’interno della sottorubrica 1b e ridotto rispetto alla proposta iniziale (29.900 Meuro di cui 10.000 Meuro dal FdC), unitamente ai due Programmi di grandi infrastrutture ITER (Reattore nucleare sperimentale internazionale) e GMES (Monitoraggio globale ambiente e sicurezza). In questa rubrica vi sono anche gli importanti programmi di promozione della ricerca e sviluppo tecnologico quali Orizzonte 2020, competenze e mobilità (Erasmus for all), nonché le misure per lo sviluppo dell’agenda sociale per le quali al momento non sono fornite cifre dettagliate; va registrato a tal proposito l’impegno del Consiglio ad aumentare il livello di finanziamento dei due programmi citati.
La sottorubrica 1b – Coesione economica, sociale e territoriale disporrà in totale di risorse pari a 325.149 milioni di euro.

La rubrica 2 - Gestione sostenibile e protezione delle risorse naturali, che comprende i fondi per la politica agricola comune (PAC), il Programma di Sviluppo Rurale e Pesca, è quella che subisce la riduzione maggiore. Complessivamente le risorse attribuite sono pari a 373.179 miliardi di euro; rispetto alla proposta iniziale vi è una decurtazione di circa 13,2 miliardi di euro, di cui circa cinque riferiti al sottomassimale della politica agricola comune. A parziale correzione degli effetti del taglio, viene introdotto un meccanismo di flessibilità fra i due pilastri della rubrica 2, attivabile dagli Stati membri nella misura del 15% delle rispettive allocazioni. La Riserva per le crisi nel settore agricolo (2.800 milioni di euro), inserita nella rubrica applicata in riduzione ai pagamenti diretti, rientrerà annualmente nel budget se non utilizzata. Rispetto al 2007-2013, invece, la riduzione supera il 10% ed è particolarmente importante (15,8%) sulla sezione pagamenti diretti.

La rubrica 3 – Cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia, che comprende i programmi per la giustizia, per migrazione ed asilo, frontiere esterne, cittadinanza, sicurezza interna, dispone in totale di 15.686 milioni di euro (tre in meno rispetto alla proposta CE, ma con un aumento del 26% rispetto al 2007-2013).

Per la rubrica 4 – La UE quale partner globale, che comprende i programmi di cooperazione esterna della UE (cooperazione economica e industriale, programmi di emergenza per fronteggiare le crisi umanitarie, disastri naturali e cambiamento climatico), la dotazione è di 58.704 milioni di euro (fortemente ridotta rispetto alla proposta della CE ma con un leggero incremento rispetto al 2007-2013).

Le spese per la rubrica 5 – Amministrazione sono di 61.629 milioni di euro.


SOTTORUBRICA 1b – Coesione economica, sociale e territoriale

Uno degli obiettivi prioritari dell’Unione europea è la promozione della coesione economica, sociale e territoriale e della solidarietà tra gli Stati membri (SM). Tali politiche fondamentali, più precisamente le politiche di coesione, potranno essere realizzate attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse) e il fondo di coesione (Fc) che opereranno, a seconda delle diverse allocazioni territoriali, per conseguire gli obiettivi strategici della nuova programmazione.

Il totale delle risorse destinate alla Politica di coesione prevede un impegno di 313.197 milioni di Euro per l’obiettivo “Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione” così distribuito:
• 164.279 milioni di euro per le regioni meno sviluppate;
•  31.677 milioni di euro per le regioni in transizione;
•  49.492 milioni di euro per le regioni più sviluppate;
•  66.362 milioni di euro per il Fondo di coesione;
•    1.387 milioni di euro per le regioni ultraperiferiche.

Le risorse destinate all’obiettivo “Cooperazione Territoriale Europea” ammonteranno complessivamente a 8.948 milioni di euro così ripartiti:
• 6.627 milioni di euro per la cooperazione transfrontaliera;
• 1.822 milioni di euro per la cooperazione transnazionale;
• 500 milioni di euro per la cooperazione interregionale.

Il primo dato rilevante è la riduzione delle risorse sia rispetto all’attuale programmazione (che a prezzi indicizzati al 2011 si attesta all’8,4%) sia rispetto alla proposta della Commissione europea (CE). Il risultato può invece essere considerato discreto se si considera l’acceso dibattito durante la fase negoziale che ha riguardato l’ammontare delle risorse destinate alle politiche di coesione che, nella proposta di novembre, erano scese fino a poco più di 300.000 milioni di euro.
Ci sono, in ogni caso, diversi fattori da tenere in considerazione rispetto alla dotazione di questa sottorubrica rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea: ad esempio lo stanziamento per il Meccanismo per collegare l’Europa (CEF), che nella proposta della CE era all’interno di questa rubrica, mentre nel corso del negoziato è stato spostato all’interno della sottorubrica 1a.
Entrando nel dettaglio della distribuzione, sono le regioni meno sviluppate (ex obiettivo Convergenza) a subire la decurtazione maggiore a favore di quelle più sviluppate (ex obiettivo Competitività) e di quelle in transizione (ex phasing in e out). Ma è proprio l’introduzione della nuova categoria di regioni in transizione, oltre ad un numero inferiore di regioni eleggibili tra le meno sviluppate, che rende difficile una comparazione ottimale dei dati.
L’attribuzione delle risorse ai singoli Stati è avvenuta secondo metodologie diverse a seconda delle categorie di regioni e, per tutta una serie di fattori, può aver prodotto in alcuni casi delle differenze non irrilevanti in Stati membri con situazioni socio-economiche analoghe. Per questo motivo, come già avvenuto nel negoziato per le risorse del periodo 2007-2013, a parziale correzione di tali riduzioni, è stata concordata una dotazione supplementare di risorse per gli Stati particolarmente colpiti dalla crisi economica (per l’Italia sono assegnati 1,5 miliardi di euro, 500 dei quali per aree non urbane).
Altro elemento di rilievo è la creazione di un’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (YEI), a favore di tutte le regioni che nel 2012 presentavano un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25% (potrà dunque beneficiarne anche l’Italia), il cui sostegno sarà di 6.000 milioni di euro, dei quali 3.000 milioni proverranno da interventi mirati del Fse ed altrettanti da una linea di bilancio dedicata.
Viene confermata la proposta della CE per cui le risorse necessarie al finanziamento degli Aiuti per gli indigenti saranno decurtate dall’allocazione totale del Fse per un importo pari a 2.500 milioni di euro.
La CE avrà inoltre a sua disposizione 330 milioni di euro per iniziative innovative in materia di sviluppo urbano integrato.
Oggetto di negoziato al ribasso è stata la fissazione di un tetto al 2,35% del PIL (inizialmente previsto al 2,5% nella proposta della CE) per il massimale di assorbimento (capping) delle risorse comunitarie assegnate agli Stati membri e che comunque non ha alcun impatto sull’Italia.
Importanti sono anche alcune clausole di salvaguardia (reti di sicurezza) per le regioni in transizione: infatti, quelle che provengono dall’obiettivo Convergenza riceveranno un sostegno minimo che dovrà corrispondere annualmente ad almeno il 60% della dotazione media ottenuta nel periodo 2007-2013; in ogni caso è disposto che tutte non ricevano meno di quanto avrebbero ricevuto se fossero rientrate nelle regioni più sviluppate. Al fine di determinare il livello di questa dotazione minima, a tutte le regioni aventi un PIL pro capite pari almeno al 75% della media della UE a 27, sarà applicato il metodo di distribuzione delle dotazioni delle regioni più sviluppate.
Nella proposta di Van Rompuy di novembre 2012 è stata inserita e poi confermata una clausola di revisione del QFP nel 2016, in base alla quale per un massimo di quattro miliardi di euro, le allocazioni effettuate agli Stati membri potranno essere riviste in funzione delle variazioni dei dati statistici. L’adeguamento sarà necessario ogniqualvolta vi sia una divergenza cumulativa di oltre +/-5%.
I tassi di cofinanziamento delle risorse comunitarie dell’obiettivo “Investimenti per la crescita e l’occupazione” hanno subito un leggero incremento rispetto alla proposta della CE, prevedendo una forbice che va da un massimo dell’85% per le regioni meno sviluppate al 60% per quelle in transizione e al 50% per quelle più sviluppate. Anche nell’ambito dell’obiettivo “Cooperazione Territoriale Europea”, il tetto massimo di cofinanziamento è fissato all’85%. I tetti del tasso di cofinanziamento sono differenziati a seconda degli SM e, per le regioni italiane, il tetto per le meno sviluppate sarà l’80%.
La riserva nazionale di efficacia ed efficienza pari al 5% delle risorse, promossa dalla CE per rafforzare l’orientamento ai risultati e alla realizzazione degli obiettivi della strategia europea 2020, è stata portata al 7%.
Si registra invece una diminuzione rispetto alla proposta della CE dei tassi di prefinanziamento iniziale che sarà corrisposto in tre rate dal 2014 al 2016 ciascuna pari all’1% dell’ammontare del contributo dei fondi al PO per l’intera programmazione, per un totale pari al 3% e non più al 4%.
Tutti i programmi, come nei due precedenti periodi di programmazione, saranno sottoposti al meccanismo del disimpegno, fondato sul principio che gli importi connessi ad un impegno della CE a cui non corrisponda un prefinanziamento o una domanda di pagamento entro un determinato periodo, saranno disimpegnati. Tale disposizione, comunque, prevede un’importante novità rispetto all’attuale periodo che, come è noto, è fondata sul meccanismo N+2, poiché per il periodo 2014-2020 il disimpegno si applicherà sulle risorse impegnate dalla CE nei tre anni precedenti (N+3).
È confermato infine che l’IVA non è ammissibile per contributi provenienti dai fondi, ma gli importi saranno tuttavia ammissibili se non sono recuperabili a norma della legislazione nazionale.
I fondi strutturali, assieme al Feasr e al Feamp, saranno riuniti in un Quadro strategico comune (QSC) in cui, al fine di ottimizzarne e massimizzarne l’efficacia e le sinergie, saranno definiti un elenco di obiettivi tematici in linea con la Strategia Europa 2020 e una condizionalità macroeconomica che gli SM dovranno soddisfare per poter aver accesso e continuità di utilizzo dei fondi. Quest’ultimo è stato uno degli aspetti più problematici trattati nel corso del negoziato. Qualora, infatti, uno Stato membro non adotti provvedimenti efficaci in risposta alla richiesta della CE di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato, gli impegni e i pagamenti possono essere sospesi in parte o in toto. La sospensione degli impegni sarà comunque soggetta ad un meccanismo di doppio tetto e potrà essere revocata dalla CE stessa. Quella dei pagamenti viene invece revocata dal Consiglio su proposta della CE.
Il Consiglio Affari Generali discuterà ogni due anni l’attuazione e i risultati dei fondi del QSC.