prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 18 dicembre 2019

+T -T FOCUS

Innovazione sociale: iniziative realizzate e prospettive future


Premessa

di Teresa Cianni, Paolina Notaro
Tecnostruttura - Settore Fse

Il valore strategico dell’innovazione sociale è stato esplicitamente riconosciuto già nella programmazione dei Fondi SIE 2014-2020: la UE ha raccomandato di inserire tale filone all’interno del disegno delle politiche pubbliche e di individuare la promozione dell’innovazione sociale tra le priorità da raggiungere attraverso l’utilizzo degli strumenti finanziari designati dalla Commissione alla crescita e alla coesione (SIP, 2013). La programmazione delle politiche di coesione 2021-2027 intende rafforzare l’adozione di modelli di innovazione sociale per la costruzione delle politiche pubbliche, attraverso la promozione di azioni innovative e lo sviluppo dell’economia sociale.

Il nuovo Fondo Sociale Europeo “plus” include oltre al precedente FSE anche il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI); è prevista, inoltre, una disposizione inerente le "azioni innovative", che invita gli Stati membri a sostenere l'innovazione sociale e la sperimentazione sociale per rafforzare approcci dal basso basati sui partenariati (1). La Commissione Europea, come esplicitato nella proposta di Regolamento, ritiene, infatti, essenziale sostenere l'innovazione sociale al fine di adeguare ulteriormente le politiche ai cambiamenti sociali ed incoraggiare e sostenere le soluzioni innovative. Il FSE+ dovrebbe pertanto contribuire alla progressione nell'istruzione e nella formazione e al passaggio al mondo del lavoro, sostenere l'apprendimento e l'occupabilità lungo tutto l'arco della vita e contribuire alla competitività e all'innovazione economica e sociale, supportando iniziative scalabili e sostenibili in questi settori. La sperimentazione e la valutazione di soluzioni innovative prima di una loro applicazione su larga scala si ritiene, in effetti, contribuiscano a migliorare l'efficienza delle politiche e giustificano quindi il sostegno specifico da parte del FSE+.

Il policy maker ha un ruolo fondamentale nel costruire le condizioni necessarie per favorire lo sviluppo e la diffusione di modelli di innovazione sociale mediante la promozione di un ecosistema che sia in grado di supportare i processi di innovazione sociale. Le leve principali a disposizione del policy maker sono: le risorse (insieme di capitali finanziari, capitale umano, infrastrutture e reti necessari a strutturare i servizi), i servizi (insieme di soluzioni per affrontare i bisogni sociali dei territori) e i processi (insieme di attività necessarie a costruire i modelli di intervento). Attraverso la combinazione di tali leve il policy maker può costruire un ecosistema favorevole allo sviluppo di politiche pubbliche di innovazione sociale.

Sulla base di tale presupposto, in questa fase in cui le amministrazioni stanno delineando i quadri strategici per la futura programmazione, è stata ravvisata l’esigenza di avviare una riflessione sulle iniziative realizzate nel corrente ciclo anche allo scopo di verificarne la trasferibilità nel post 2020 (2).
Tali iniziative sono state a tal fine ricondotte agli obiettivi specifici della programmazione 2021-2027 (3), ai quali sono potenzialmente in grado di concorrere, e ai settori prioritari d’intervento identificati dalla CE nell’allegato D alla Relazione Paese 2019. Gli obiettivi sono stati raggruppati in sei aree tematiche (Servizi di welfare, Inclusione attiva, Economia sociale e responsabilità sociale d’impresa, Lavoro autonomo e creazione di impresa, Sistemi di istruzione e formazione, modernizzazione PA) per ciascuna delle quali sono state descritte le principali tipologie di interventi attivate; per offrire elementi di maggior dettaglio sono stati, inoltre, inseriti appositi focus dedicati alla descrizione di alcune esperienze.

Prima di passare in rassegna le azioni attivate a livello territoriale, si evidenzia che nel delineare le strategie e la programmazione degli interventi di innovazione sociale si è assistito ad un progressivo allargamento dei tavoli di consultazione a diversi stakeholders, per indagare nuovi problemi o individuare le carenze del sistema di risposta alle esigenze dei cittadini da una nuova angolazione. In generale si è inteso privilegiare un orientamento verso modelli di intervento che favoriscono una governance partecipativa, prevedendo un coinvolgimento nel processo decisionale dei destinatari per condividere con loro la gestione della cosa pubblica, ma anche le responsabilità e la valutazione del risultato. In questo percorso che vede la PA nel ruolo di service facilitator, soggetto che crea le condizioni perché certe cose avvengano nell’interesse della comunità stessa, le amministrazioni hanno seguito modelli d’intervento parzialmente differenti: in alcuni casi le autorità pubbliche hanno agito da hub delle idee emerse dai territori stimolando, raccogliendo e selezionando le idee dei cittadini (call for ideas) per poi sostenerle e renderle concrete (call for action); in altri hanno operato come fattore abilitante, divenendo il centro di una rete di attori (pubblici e privati) che, complessivamente e in modo concertato, si assumono collettivamente la responsabilità di elaborare e realizzare un progetto strategico di innovazione delle politiche pubbliche di welfare; infine in un terzo caso, attraverso la collaborazione con Università/Enti di ricerca, hanno avviato appositi interventi di ricerca azione al fine di analizzare le esperienze relative ad ambiti o tematiche ritenute rilevanti e replicarle nei contesti locali introducendo dei cambiamenti migliorativi.


Note:

(1): Proposta Regolamento FSE+ [COM 2018-382], Articolo 13 - Azioni innovative 

1. Gli Stati membri sostengono azioni di innovazione sociale e sperimentazioni sociali o consolidano approcci dal basso verso l'alto basati su partenariati che coinvolgono le autorità pubbliche, il settore privato e la società civile, come i gruppi di azione locale che progettano e attuano strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo.
2. Gli Stati membri possono sostenere l'applicazione su larga scala di approcci innovativi testati su scala ridotta (sperimentazioni sociali) elaborati nell'ambito della componente Occupazione e innovazione sociale e di altri programmi dell'Unione.
3. Le azioni e gli approcci innovativi possono essere programmati nell'ambito di uno qualsiasi degli obiettivi specifici di cui all'articolo 4, paragrafo 1, punti da i) a x).
4. Ciascuno Stato membro dedica almeno una priorità all'applicazione dei paragrafi 1 o 2 o di entrambi i paragrafi. Il tasso massimo di cofinanziamento per tali priorità può essere aumentato fino al 95 % per l'assegnazione di un massimo del 5 % della dotazione nazionale del FSE+ in regime di gestione concorrente a dette priorità.

 

(2): Gli interventi sono stati individuati a partire da una ricognizione di quanto riportato nella specifica sezione delle Relazioni di attuazione e prendendo in esame gli atti programmatici e gli avvisi dedicati con riferimento alle categorie di intervento riconducibili a: welfare e servizi sociali; servizi di cura e di organizzazione del lavoro a sostegno della conciliazione, Economia Sociale, ecc.

 

(3): Ai fini del presente contributo sono stati presi a riferimento gli OS delineati nella proposta della CE relativa al Regolamento FSE+ [COM 2018-382]. Essi non differiscono in modo sostanziale  - tranne che per qualche affinamento terminologico e per il provvisorio sdoppiamento dell’adattabilità - dal testo dell’Accordo Generale Parziale del 4 aprile 2019.