prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 31 marzo 2016

+T -T APPROFONDIMENTO - Innovazione Sociale

L'innovazione sociale nei POR 2014 - 2020


L'innovazione sociale nei POR 2014 - 2020

I PO FSE 2014-2020 rappresentano un’immediata opportunità di finanziamento di progetti di innovazione sociale. Al loro interno, a partire da quanto definito nell’Accordo di Partenariato, sono state infatti declinate operativamente le iniziative che le Regioni intendono mettere in campo per perseguire l’obiettivo della social innovation.

In via preliminare si evidenzia come a fronte dell’opzione offerta dal Regolamento FSE di programmare gli interventi dedicati alla promozione dell’innovazione sociale all’interno di un asse dedicato o in una logica mainstream nell’ambito delle diverse priorità d’investimento, le amministrazioni regionali abbiano privilegiato quest’ultimo approccio, affrontando quindi il tema in un’apposita sezione del PO (sez. 2.A.7) per ciascun asse prioritario.

La lettura delle sezioni dedicate nei PO adottati, evidenzia una pluralità di approcci di policy al tema dell’innovazione sociale, differenziati sulla base delle caratteristiche dei contesti e delle scelte programmatiche operate, ma che fa emergere al tempo stesso alcune tendenze comuni a diverse regioni.

In particolare tra le sfide che l’innovazione sociale può contribuire ad affrontare vengono annoverate prioritariamente quelle della Strategia Europa 2020 (l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà, la prevenzione dell’abbandono scolastico e l’innalzamento dei livelli di istruzione, la promozione di uno sviluppo sostenibile, il rafforzamento della mobilità geografica e transnazionale dei lavoratori, la qualificazione dei servizi per il lavoro), rispetto alle quali il FSE si ritiene possa svolgere un ruolo attivo nello sviluppo di soluzioni innovative attraverso: la promozione di una cultura dell’apprendimento e di una comunità della conoscenza, lo sviluppo delle capacità e delle strutture dell’innovazione, l’identificazione dei settori prioritari per la sperimentazione sociale e l’innovazione, il sostegno alle imprese sociali per lo sviluppo di servizi alternativi.

In linea di massima il ricorso alla social innovation viene richiamato quale modalità per offrire risposte nuove/diverse alle problematiche strutturali del sistema dei servizi socio-educativi e socio- assistenziali; per rinsaldare il legame tra politiche attive del lavoro e sviluppo del territorio, ancorando le prime ai settori emergenti dell’economia; per valorizzare il ruolo delle imprese sociali nello sviluppo di modelli innovativi di inclusione socio-lavorativa di gruppi vulnerabili; per superare la dicotomia tra mondo dell’istruzione/formazione e sistema imprenditoriale attraverso il potenziamento di network che coinvolgano diversi soggetti istituzionali anche nella definizione dei percorsi di apprendimento.

Affinando l’analisi a livello dei singoli obiettivi tematici si evidenzia con riferimento all’OT 8 che gli ambiti prioritari in cui si intendono sperimentare progetti di innovazione sociale riguardano l’inserimento lavorativo di alcuni gruppi svantaggiati (disoccupati di lunga durata, over 50, disabili, migranti) e il sostegno a forme innovative di conciliazione vita- lavoro. Più precisamente con riferimento al primo ambito si intendono sviluppare modelli innovativi di inserimento occupazionale di alcuni gruppi vulnerabili, che prevedano un raccordo tra amministrazioni pubbliche locali e soggetti del terzo settore per l’articolazione di percorsi di lavoro di utilità sociale da attuarsi nell’ambito di un disegno più ampio di sostegno alla crescita dei territori più sfavoriti. Per quanto concerne il settore degli interventi di assistenza e cura per la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro ci si propone di sperimentare soluzioni innovative attraverso un significativo coinvolgimento dei soggetti del terzo settore.

Un’ulteriore area di innovazione è rappresentata dagli interventi di promozione nelle imprese di modelli di “welfare aziendale” e di sostegno a nuove forme di organizzazioni del lavoro family friends (coworking, telelavoro, orario di lavoro flessibile).

Si intende inoltre promuovere l’innovazione sociale attraverso lo sviluppo e l’innovazione del sistema imprenditoriale nei comparti e nelle filiere ad potenziale di crescita e nei settori emergenti (es. green e blue economy, ICT); per quanto attiene alle politiche di sostegno all’autoimpiego e autoimprenditorialità giovanile si promuoveranno forme di accompagnamento allo sviluppo di imprese web based.

Sul versante dei servizi per il lavoro si prevede di attivare azioni mirate a rafforzare il network e l’interazione tra SPI, sistemi dell’education, imprese e attori del territorio attraverso un miglioramento dei sistemi informativi impiegati e un più attivo coinvolgimento dei cittadini.

Da ultimo nell’ambito delle più tradizionali politiche attive del lavoro l’elemento innovativo è stato individuato nelle modalità di erogazione delle stesse che, attraverso il raccordo tra più soggetti istituzionali (scuola/formazione/mondo produttivo), consente lo sviluppo di un mix di interventi integrati: istruzione/formazione/lavoro/azioni di mobilità professionale.

In linea con le indicazioni fornite dalla CE nel “Social Investment package” nell’OT 9 particolare attenzione è stata attribuita alla promozione di servizi integrati e personalizzati per l’accompagnamento al lavoro dei gruppi maggiormente svantaggiati. La gran parte delle Regioni si propone infatti di offrire ai target più vulnerabili e/o a rischio di esclusione sociale interventi di presa in carico multiprofessionale finalizzati all’inclusione lavorativa. Tali interventi si basano su un sistema di valutazione del bisogno e di personalizzazione degli interventi che prevede: un lavoro sinergico tra i diversi attori presenti a livello territoriale (ASL, Comuni, Centri per l’impiego, enti accreditati per la formazione e il lavoro, Ambiti sociali e socio-sanitari, Terzo settore ecc.), l’empowerment dell’individuo attraverso percorsi di recupero delle competenze di base e misure di attivazione e sostegno all’avvio di attività imprenditoriali, nonché il potenziamento di una rete informatizzata che garantisca la circolazione delle informazioni utili al cittadino (in particolare quello fragile) per rendere più agevole l’accesso ai servizi.

Si prevede inoltre di avviare una riorganizzazione dei servizi di welfare in chiave tecnologica, attraverso lo sviluppo di servizi basati sull’impiego delle TIC, per fornire soluzioni innovative ai bisogni di alcuni target di utenza quali ad esempio le persone diversamente abili. La realizzazione di servizi sociali innovativi potrà avvenire anche attraverso l’attivazione di forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati e il ricorso al welfare community; a tal fine si punterà al rafforzamento delle imprese sociali e del loro ruolo strategico nello sviluppo di servizi di cura innovativi/alternativi.

Altro ambito d’intervento riguarda i servizi per l’infanzia e di assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti. Rispetto ai primi si intendono sostenere forme di erogazione e fruizione flessibile anche in riferimento ad orari e periodi di apertura; per quanto concerne l’assistenza domiciliare si agirà sia dal lato dell’offerta in una logica di ampliamento e diversificazione dei servizi, sia sul versante della domanda attraverso l’implementazione di un sistema di buoni servizio per migliorare l’accesso alla rete dei servizi sociosanitari domiciliari e a ciclo diurno.

Per quanto riguarda le comunità marginali l’azione regionale sarà orientata allo sviluppo di modelli d’intervento che combinano in un policy mix servizi di accoglienza e cura e percorsi per lo sviluppo di competenze e capacità che agevolino la loro integrazione socio-lavorativa.

Progetti di innovazione saranno sperimentati anche nel contesto della promozione della responsabilità sociale d’impresa attraverso l’impulso ad attività di certificazione di qualità delle istituzioni private e di terzo settore che erogano servizi di welfare, di utilizzo di strumenti di rendicontazione sociale, di adozione di forme giuridiche e organizzative innovative.

Di particolare interesse risulta poi, in alcuni territori, la sperimentazione di progetti rivolti all’utilizzo sociale del patrimonio pubblico, attraverso un’azione sistematica di ricognizione degli spazi pubblici collegata ad un piano di sviluppo di forme di socialità diffusa.

Per quanto riguarda l’OT 10 un primo ambito in cui le Regioni intendono promuovere l’innovazione sociale è il contrasto alla dispersione scolastica e l’innalzamento dei livelli di istruzione. In particolare i PO FSE sosterranno iniziative dirette ad incentivare: lo sviluppo della didattica digitale nell’istruzione e formazione professionale; il coinvolgimento del sistema imprenditoriale nella definizione e svolgimento dei percorsi educativi per renderli più rispondenti alle proprie esigenze; la promozione di modelli di apprendimento che favoriscano la transizione istruzione/formazione/lavoro (approcci di tipo laboratoriale che rafforzino le competenze tecniche, scientifiche ed informatiche; metodologie di alternanza scuola lavoro; realizzazione di esperienze in ambito aziendale). Si interverrà inoltre sulla formazione dei docenti per promuovere l’utilizzo di approcci e metodologie innovative diretti ad una più efficace integrazione di target specifici nella vita scolastica.

Un segmento rilevante del sistema di istruzione all’interno del quale ci si propone di sperimentare progetti di innovazione sociale riguarda l’istruzione universitaria e/o equivalente. Più concretamente si prevede di realizzare azioni per promuovere i network tra mondo accademico, produttivo e della ricerca, in particolare: incentivando il raccordo tra l’istruzione terziaria, il sistema produttivo e gli istituti di ricerca, con particolare riferimento ai dottorati realizzati in collaborazione con imprese/enti di ricerca negli ambiti strategici individuati dalla Smart specialization strategy; potenziando i percorsi ITS, rafforzandone l’integrazione con i fabbisogni espressi dal tessuto produttivo.

Iniziative di innovazione sociale saranno attivate anche con riferimento alla filiera dell’istruzione e formazione tecnica e professionale, attraverso la realizzazione di reti tra scuole, enti di formazione, università, enti di ricerca e imprese (es. Poli Tecnico-Professionali) capaci di connettersi con il sistema produttivo e la ricerca.

Si agirà inoltre sul versante della formazione di competenze in grado di sviluppare idee progettuali innovative, in particolare in aree emergenti come la green e la blue economy; nonché sul rafforzamento delle capacità manageriali, la professionalizzazione e la creazione di reti tra imprenditori innovativi, mondo accademico e della ricerca. Saranno altresì sostenuti gli scambi transnazionali per diffondere e infondere (nell’utenza e negli operatori) esperienze e buone pratiche nel campo dell’innovazione sociale.

Relativamente alla formazione per la popolazione adulta saranno attivate iniziative di aggiornamento dei formatori e altre figure di supporto, per favorire la diffusione di metodologie didattiche e approcci adeguati all’utenza, anche attraverso la promozione di periodi di inserimento in azienda.

L’OT11 svolge un ruolo che potremmo definire “servente” alla programmazione ed attuazione dell’innovazione sociale. L’asse infatti contribuisce a tale scopo agendo sulla qualificazione e sull’empowerment delle istituzioni, degli operatori e degli stakeholders; fornendo supporto allo sviluppo di reti interistituzionali; accompagnando i processi di modernizzazione della PA attraverso lo sviluppo dell’e-government. Più concretamente le Regioni intendono promuovere iniziative formative mirate sul tema al fine di sviluppare la capacità istituzionale ed amministrativa necessaria a promuovere e sostenere il policy e il decision making nel campo dell’innovazione sociale, nonché l’attuazione dei progetti a carattere sperimentale (es. i Partenariati pubblico-privati). Verso l’innovazione sociale sono indirizzati anche gli interventi di informatizzazione dei processi amministrativi, in un’ottica di semplificazione e dematerializzazione delle procedure, nonché le misure di messa in trasparenza dei dati pubblici attraverso l’interoperabilità delle basi informative statistiche e amministrative. Alla stessa logica rispondono altresì le azioni dirette all’ innovazione negli appalti pubblici attraverso la diffusione e sperimentazione dello strumento del pre commercial pubblic procurement.