Quaderno del 30 giugno 2016
FOCUS
Le novità del PNR 2016
Le novità del PNR 2016
Come già anticipato nel numero di QT del 31 marzo 2016, che ha trattato del Quadro metodologico seguito per la composizione del PNR 2016, quest’anno sono state introdotte alcune novità, che hanno consentito di dare conto in maniera più ampia ed appropriata delle politiche strutturali di riforma regionali, nonché dell’attuazione di azioni innovative.
Un sito regionale dedicato al PNR. Il contributo regionale è andato a comporre il PNR 2016 nazionale nella sezione III del Documento di Economia e Finanza (DEF 2016), deliberato dal Consiglio dei ministri l’8 aprile 2016, pubblicato il 9 aprile sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento Tesoro; a seguire, l’Italia ha presentato il suo Programma Nazionale di Riforma 2016 insieme al Programma di Stabilità 2016 alla Commissione europea (28 aprile 2016). Nello specifico tra i “Documenti di approfondimento alla sezione III del DEF” sono riportati “Il contributo delle Regioni” e “I provvedimenti organizzati per aree di intervento”. Entrambi i documenti sono visibili sul sito della Conferenza delle Regioni (www.regioni.it/pnr), nel quale è stata dedicata una pagina al Programma Nazionale di Riforma, contenente le diverse edizioni annuali.
PNR delle Regioni. La scelta di riportare presso il sito della Conferenza delle Regioni il documento emanato dalla medesima è una delle novità del PNR di quest’anno: così facendo, si è inteso dare un contributo da parte delle Regioni al processo di rafforzamento del PNR medesimo, quale elemento tra quelli fondanti il semestre europeo, nonché attuativo della Strategia Europa 2020, mediante la configurazione di un PNR delle Regioni. Esso quindi si vuole qualificare come strumento di attuazione di una più forte ed efficace governance multilivello, alla cui Carta della Governance Muiltivello del Comitato delle Regioni europeo, le Regioni italiane hanno già aderito nel 2014 (4), puntando ad ancorare gli obiettivi europei e nazionali direttamente alle strategie di crescita e di sviluppo territoriali regionali.
Coordinamento interno regionale. A dimostrazione della capacità della governance regionale di coordinare gli interventi tra le Regioni medesime, quale esempio di allocazione interna di responsabilità, si ricorda che la Re.Te. PNR è nata in seno alla Conferenza delle Regioni, in cui le Regioni e le Province autonome italiane sono istituzionalmente organizzate, con l’intento di articolare sia a livello politico che tecnico una rappresentanza unitaria e una capacità di azione di governo integrata sui diversi territori del Paese. Oltre a ciò, per valorizzare l’operato delle Regioni e delle Province autonome quale buona prassi europea di capacità amministrativa e di governance multilivello, ad ogni Regione è stato richiesto di fornire indicazioni in merito alle operazioni di coordinamento interno regionale, come passaggio successivo per la costruzione di un modello europeo.
Primo confronto coi fondi SIE. Accanto alla consueta attività consuntiva, è stato inoltre possibile delineare un primo confronto con le priorità della Programmazione 2014-2020 dei fondi Strutturali e di Investimento europei (SIE). Questa scelta è motivata dal fatto che i fondi SIE costituiscono una risorsa considerevole a sostegno delle riforme auspicate nelle Raccomandazioni specifiche per Paese formulate. Infatti i fondi SIE, con 74 programmi nazionali, regionali e multiregionali, coprono realtà e problemi economici, infrastrutturali, sociali, amministrativi molto diversi rispetto ai differenti territori, sui quali dovranno insistere strategie diversificate per l’appropriato impiego delle risorse. Per dare conto della capacità delle Regioni di cogliere l’opportunità offerta dal cospicuo impiego dei fondi europei, nel PNR 2016 le Regioni sono state dotate di griglie programmatiche, redatte sulla base di Misure prioritarie, estrapolate dall’Accordo di Partenariato e selezionate in base alle richieste della UE di concentrare specifici finanziamenti e azioni in rispondenza alle annuali CSR e ai decennali Target.
Elenco delle best practice regionali. Come riportato nell’apposito documento, quest’anno infine è stato richiesto alle amministrazioni regionali di fornire informazioni specifiche ed aggiuntive su attività di riforma e innovative mediante buone prassi regionali, con l’obiettivo di incentivare una procedura, rilevabile a livello europeo, che conferisca particolare attenzione ad interventi o a processi di riforma regionali, effettivamente innovativi e a supporto della pluritematica Strategia Europa 2020. Determinate quindi apposite linee guida per l’identificazione delle best practice regionali, è stata effettuata una classificazione mediante alcuni criteri di selezionare, che riportiamo qui di seguito, con accanto l’acronimo corrispondente:
- interventi ritenuti significativi (una procedura, un’azione, un progetto), perché contribuiscono ad attuare processi di riforma in linea con la Strategia Europa 2020 (SE2020);
- interventi ritenuti significativi, perché connessi a processi di riforma innovativi anche oltre i temi prioritari (I-P);
- interventi di processi di riforma già attivati, ma che sono consolidati e sono considerati capaci di impatto sul sistema attivato con la programmazione dei fondi Sie 2014-2020 (2P).
(4): Cfr. Quaderni di Tecnostruttura del 26 giugno 2015 "Europa 2020, il contributo delle Regioni nella revisione intermedia" - Sezione In Pillole, a cura del Settore Sviluppo Sostenibile di Tecnostruttura.