prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 27 marzo 2019

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Conclusioni


Conclusioni

Il quadro complessivo che si evince finora è di un “Regionalismo alla Carta”, in cui anche le tre Regioni “capofila” hanno una visione diversa del regionalismo differenziato. Lombardia e Veneto vedono questo processo come una risposta “istituzionalizzata” al proprio desiderio di autonomia in senso lato (non a caso si sono espresse mediante un referendum e hanno selezionato come oggetto di autonomia tutte le materie a loro disposizione in maniera indistinta); l’Emilia-Romagna, invece, ha una visione più selettiva con l’individuazione solo di alcuni temi ritenuti strategici a seguito di appropriate analisi e di un’ampia discussione in sede di Consiglio regionale.

Alle istanze delle prime si sono aggiunte le altre Regioni che, in ordine sparso, hanno intrapreso l’iter della riforma.

Va da sé che il processo se non ben governato a livello complessivo rischia di far implodere l’equilibrio nazionale che deve garantire a tutti i cittadini eguaglianza di diritti, di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, basti pensare ad un tema su tutti: la Scuola.

In questo quadro, l’attenzione generale si è concentrata principalmente sull’assegnazione delle risorse finanziarie, ossia sulla presunta volontà delle Regioni del Nord di trattenere e gestire direttamente il proprio gettito tributario, senza più contribuire alle spese di quelle del Sud, meno ricche in termini di tassazione.

Tuttavia, il principio della “perequazione fiscale” tra territori è garantito dalla Costituzione (art. 119) e perciò inviolabile, ciò induce a pensare che una soluzione condivisa si troverà, mentre permane dietro l’angolo un altro elemento potenzialmente critico, finora poco dibattuto. Esso è rappresentato dalla capacità amministrativa necessaria ad esercitare le materie oggetto di autonomia. Qualsiasi materia oggetto di richiesta di autonomia dovrà essere ben analizzata tanto in termini di effettiva disponibilità delle necessarie risorse economico-finanziarie, quanto di quelle tecnico amministrative (capacity building) utili alla sua reale attuazione sul territorio.

Un percorso di autonomia differenziata richiede attenzione, dunque, anche sui seguenti punti:

- individuazione dei temi oggetto di richiesta di autonomia rispetto a tutti quelli previsti, valutandone con attenzione la motivazione e soprattutto le ricadute effettive sui cittadini (ad es. sulla scuola: sono certo di potere garantire un servizio scolastico migliore dell’attuale?);

- inquadramento del tema da un punto di vista della fattibilità finanziaria, conducendo un’analisi dettagliata delle risorse finanziarie disponibili e necessarie all’attivazione diretta dell’ambito di competenza, mediante un’indagine sui conti pubblici territoriali, la finanza regionale, le risorse aggiuntive (ad es. royalties);

- inquadramento del tema da un punto di vista della fattibilità tecnico-amministrativa (capacità amministrativa): una volta selezionato il tema e verificate le risorse necessarie e disponibili alla sua attuazione, bisognerà valutare l’effettiva capacità amministrativa ed organizzativa in grado di gestire adeguatamente il servizio. Occorrerà fare una mappa delle competenze necessarie tra tutti gli uffici e le strutture coinvolte a diverso livello territoriale. In seguito occorrerà costruire l’iter amministrativo necessario ad implementare il processo attuativo della competenza richiesta.

Da ultimo una riflessione generale, qualsiasi riforma si decida di attuare, essa deve necessariamente produrre un doppio vantaggio sia in termini di efficienza che di efficacia e questo tanto al Nord quanto al Sud.

Perciò se da un lato l’autonomia potrà prevedere per coloro che vi aderiscono un obiettivo di maggiore efficienza nell’uso delle risorse che potranno essere reinvestite nel miglioramento del servizio, dall’altro occorre prevedere di agganciare tali obiettivi per lo più quantitativi al raggiungimento di migliori standard qualitativi legati al raggiungimento/miglioramento delle attuali performance.

In estrema sintesi un assetto differenziato delle materie oggetto di autonomia potrà essere giustificato se grazie a tale assetto le amministrazioni regionali che vi aderiscono saranno in grado di produrre servizi “più vicini ai cittadini”, di qualità elevata e comunque con uno standard superiore a quello già garantito dall’attuale assetto centralizzato.