prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 18 dicembre 2019

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Governance regionale mediante strategie di programmazione integrata

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Governance regionale mediante strategie di programmazione integrata

Le Politiche di Coesione per loro missione godono di un impianto strategico comune a tutte le regioni europee e consentono di far esercitare meccanismi di governance multilivello mirati ad attuare la programmazione territoriale; le Regioni, quindi, giocano un ruolo determinante visto che costituiscono l’istituzione di programmazione strategica più vicina ai bisogni territorali, capace di integrare le politiche, attivando risorse europee, nazionali e regionali. Risulta quindi strategicamente rilevante a livello regionale - in particolare per la futura programmazione - saper utilizzare l’analisi del territorio e delle sue peculiarità suggerite dall’Agenda 2030 e dai suoi target, per poter attuare una politica di crescita e sviluppo coerente con la programmazione attuale dei Fondi SIE 2014-2020, con la programmazione post 2020 e sotto la lente innovativa dello sviluppo sostenibile. A ciò si aggiunge che gli SDGs di Agenda 2030 costituiscono un solido quadro di riferimento strategico, essendo già per buona parte coincidenti con gli Obiettivi tematici della coesione 2014-2020 e confluenti negli OP 2021-2027, escludendo la scadenza temporale che presentano (5). D’altra parte le Politiche di Coesione creano valore aggiunto innescando processi generativi di competitività e sviluppo sostenibile da misurare più a lungo termine, avvicinando i termini temporali nell’ambito del 2030. Pertanto, effettuare una lettura integrata dei cinque OP 2021-2027 con gli obiettivi di sviluppo sostenibile consente di pervenire ad una visione coerente, ma soprattutto misurabile delle dimensioni economica, sociale ed ambientale nelle politiche di coesione territoriali, seguendo anche le Raccomandazioni del Semestre europeo.

Il monitoraggio restituito nel PNR delle Regioni può consentire di esaminare i temi selezionati dalle Regioni col fine di analizzare ed individuare le priorità emergenti funzionali ad un modello di studio e di sperimentazione, utile all’integrazione dello sviluppo sostenibile con le priorità del Semestre europeo; nel contempo può offrire un quadro di lettura, utile alla prossima programmazione, per sperimentare possibili innesti tra le ambizioni della politica di coesione (FESR e FSE) e quelle di altre politiche concomitanti, sempre confluenti negli obiettivi di sviluppo sostenibile. Da evidenziare, peraltro, che la stessa programmazione UE per il periodo 2021-2027 potrebbe contribuire a colmare alcune delle lacune individuate nelle Raccomandazioni, in particolare nei settori riportati all'allegato D del Country Report, consentendo all'Italia di impiegare al meglio i fondi europei, tenendo conto delle disparità regionali.

Rafforzare la Capacità amministrativa del Paese per la gestione di questi fondi è un fattore importante per il successo dell'investimento: tale tema è ricorrente in specifiche CSR annuali del Semestre europeo; tra l’altro sostanzia l’Ob.11 dell’attuale programmazione ed assumerà particolare importanza nel post 2020, dove si tradurrà piuttosto in termini di Capacity building, funzionando come principio orizzontale per guidare la policy shaping regionale. Con i Piani di Rafforzamento Amministrativo, II fase (PRA) - destinati a garantire il miglioramento delle performance e della capacità amministrativa in osservanza ad una condizionalità ex ante della attuale programmazione – le Regioni sono state impegnate a potenziare l’assetto organizzativo delle amministrazioni pubbliche. Si potrebbe cogliere l’opportunità offerta dal II ciclo dei PRA, prevedendo nuove competenze e linee di attività dedicate ad Agenda 2030, col fine di conseguire adeguamenti strategici a livello organizzativo.

Anche le Strategie regionali di sviluppo sostenibile possono costituire sistemi di governance funzionali alla programmazione integrata. Le Regioni hanno già avviato le procedure per costruire la propria strategia regionale di sviluppo sostenibile, affinché sia coerente con la Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e definisca il contributo alla realizzazione degli obiettivi nazionali (6). Partecipando tutte a due avvisi annuali loro riservati dal MATTM (7) – mirati a fornire supporto alle strutture regionali impegnate negli adempimenti previsti per l’attuazione della Strategia Nazionale -, le Regioni e le Province autonome hanno risposto impegnando un cofinanziamento regionale e assicurando il raccordo e l’integrazione tra le attività previste e quelle già in essere in materia. Nello specifico, la governance regionale per lo sviluppo sostenibile dovrà garantire: l’unitarietà all'attività di pianificazione, come prescritto dall’art. 34 del d.lgs. 152/2006 e ss. mm.ii; il coinvolgimento della società civile, secondo il principio di inclusione dell’Agenda 2030; la coerenza delle politiche; il raccordo con la programmazione unitaria e le politiche di coesione, le quali sono attualmente in corso di definizione per il periodo 2021/2027, con il contributo delle Regioni. Ai sensi del citato art. 34 del d.lgs. 152/2006 e ss. mm.ii, la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile richiede l’esercizio di un approccio multidisciplinare per il raggiungimento degli obiettivi richiamati. Ciò va in piena coerenza con quanto già intrapreso dalle Regioni per valutare il proprio posizionamento in merito agli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello locale: un numero sempre maggiore di Regioni adotta nei propri documenti strategici sistemi di indicatori e piani di monitoraggio e revisione in termini di sviluppo sostenibile, operando raccordi funzionali tra obiettivi strategici regionali, strumenti di attuazione e Documenti di Economia e Finanza regionali (DEFR).

Alcune Regioni, infine, iniziano ad impostare la propria documentazione strategica anche in termini di Benessere Equo e Sostenibile (BES).


Note:

(5): Tuttavia si evidenzia che alcuni sostanziali tra i 169 Target dei Goals di sviluppo sostenibile scadranno nell’imminente 2020. Ad esempio nel Goal 8 relativo alla “Buona occupazione e crescita economica” sono segnalati: Target 8.6 - Entro il 2020, ridurre sostanzialmente la percentuale di giovani disoccupati che non seguano un corso di studi o che non seguano corsi di formazione; Target 8.b - Entro il 2020, sviluppare e rendere operativa una strategia globale per l’occupazione giovanile e l’attuazione del “Patto globale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”.

 

(6): Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, approvata in Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) in data 22 dicembre 2017, formalizzata con Delibera pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 maggio 2018; stabilito il termine entro dodici mesi dalla delibera CIPE 108 del 22 dicembre 2017 di aggiornamento della Strategia nazionale, la scadenza per il completamento delle strategie regionali è stata prorogata a maggio 2020.

 

(7): Ci si riferisce all’Avviso pubblico riservato alle Regioni con scadenza 30 settembre 2019 e al precedente Avviso pubblico riservato alle Regioni con scadenza 3 ottobre 2018 



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