prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 31 marzo 2022

+T -T FOCUS

La previsione strategica e le transizioni green e digitale per il futuro dei giovani europei


Trend, megatrend ed esplorazioni

Trattare della dimensione geopolitica della resilienza chiama in causa l’autonomia e la leadership dell’UE in un ordine globale sempre più multipolare, rispetto al quale è importante delineare il contesto in cui attuare possibili risposte politiche a tendenze strutturali (trend e megatrend): nello specifico si tratta di conoscere e studiare serie coordinate di cambiamenti in corso da molti anni, tipicamente decenni, che promettono di continuare ancora a lungo e, quindi, di considerare come accelerino e decelerino. Nel 1° Rapporto annuale dello SF (4) sono stati individuati e monitorati 14 megatrend – di cui 7 in accelerazione e 7 in diminuzione o in velocità neutrale - dagli esperti del Centro comune di ricerca della CE (JRC); ai fini di questo articolo sulle professioni del futuro può risultare interessante indagare più da vicino alcuni dei 7 megatrend “in accelerazione”, in relazione a:

1) accelerazione dei cambiamenti tecnologici e iperconnettività: le tecnologie stanno cambiando il modo in cui viviamo. Stanno anche cambiando la natura e la velocità delle nuove scoperte scientifiche e trasformando i sistemi di produzione, gestione e governance. I giovani ne sono già protagonisti.

2) Cambiamenti della natura del lavoro: i progressi tecnologici, le nuove generazioni che entrano nel mondo del lavoro, le generazioni più anziane che lavorano più a lungo, ma che andando in quiescenza porteranno via modelli e memoria storica, stanno cambiando la natura del lavoro e dell'occupazione, i modelli di carriera e le strutture organizzative. Cambiano le esigenze di competenze per sostituire le funzioni lavorative routinarie e quelle a capacità cognitiva elevata e specializzata. I giovani stentano non solo a guidare il processo, ma anche a farne parte.

3) Diversificazione dei contesti di education e apprendimento: le nuove generazioni e l'iperconnettività stanno cambiando rapidamente sia i bisogni educativi sia il modo in cui vengono soddisfatti. I progressi nelle scienze cognitive, la disponibilità di informazioni, i nuovi approcci pedagogici e l'importanza dell'apprendimento permanente stanno diversificando gli interessi e le modalità di apprendimento, nonché l'accesso all'istruzione. I giovani sono i primi fruitori di modalità di apprendimento informale.


Appare altresì necessario tenere in considerazione anche alcuni dei megatrend considerati “neutrali”, quali quelli relativi a:

1) cambiamenti climatici e degrado ambientale: anche grazie alla mobilitazione giovanile, si è consolidata la consapevolezza che senza un forte abbattimento delle emissioni di gas serra di origine antropica aumenteranno notevolmente il riscaldamento globale e il cambiamento dei modelli climatici. Servono cambiamenti fondamentali in quasi ogni aspetto della nostra vita per fermare la continuazione del riscaldamento globale e per prevenirne gli effetti peggiori.

2) Aumento della scarsità delle risorse: aggravato dall'inquinamento, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e il degrado ambientale porteranno a cambiamenti gravi, pervasivi e forse irreversibili per le persone, i beni, le economie e gli ecosistemi in tutto il mondo.


L’individuazione dei singoli megatrend consente analisi ed esplorazioni di dati, informazioni ed eventi; è tuttavia necessario tenere conto del fatto che la maggior parte di essi interagisce e si integra. Pertanto, per superare la difficoltà di analizzarli individualmente è necessario adottare metodi di pensiero sistemico per consentire la visione d’insieme e far acquisire senso alle loro possibili conseguenze (5).

Occorre evidenziare che l’ambito del mercato del lavoro si configura piuttosto come un’esplorazione: riferendosi a serie intrecciate di cambiamenti il cui esito non è scontato, si intende quindi un contesto più esposto a fattori interferenti (a differenza del megatrend, non modificabile se non da circostanze eccezionali), dove ciò che si decide di fare può modificare anche sostanzialmente il risultato finale. Dunque, i cambiamenti che interverranno nel mercato del lavoro non si limiteranno al rapporto fra lavoro e tecnologia e non cambieranno solo il modo in cui lavoreremo, né si tratterà di affrontare un semplice problema di gestione tecnica e di efficienza. Ciò che sta maturando è una radicale trasformazione del tessuto sociale che ha caratterizzato il XX secolo, con un aumento esponenziale delle diseguaglianze (6).

Questo apre lo scenario di analisi fino a ricomprendere un altro macrotrend “in accelerazione”: l’aumento delle disuguaglianze. Nella società europea, infatti, persistono e si stanno ampliando diversi tipi di disuguaglianze, nonostante i progressi compiuti per affrontarli. La crisi ha messo a nudo disuguaglianze nell'accesso alle infrastrutture e ai servizi digitali, con l'allargamento del divario digitale che comporta anche un divario generazionale. Oggi viviamo in un mondo in continua e rapidissima evoluzione nel quale le nuove generazioni cambiano incessantemente condizioni di vita, bisogni, motivazioni per quote consistenti di giovani: ciò comporta l’impossibilità di una qualsivoglia pianificazione esistenziale di medio e lungo periodo (rischio marginalità). Le disuguaglianze nell'istruzione, nel mercato del lavoro, nella salute si stanno allargando, comportando una crescita delle disuguaglianze territoriali. Aumenta anche una distribuzione diseguale della ricchezza, del reddito e degli effetti negativi dei cambiamenti climatici in tutto il mondo. Dovranno essere affrontate anche le tendenze demografiche, in modo da prevedere una maggiore partecipazione della popolazione attiva; nel contempo, a fronte del costante invecchiamento della popolazione, le politiche sociali e del mercato del lavoro dovranno essere adeguate per evitare un aumento delle disuguaglianze socioeconomiche e garantire condizioni di lavoro eque, un reddito dignitoso e l'accesso alla sicurezza sociale. Peraltro è importante il dato secondo cui, a differenza delle crisi precedenti, è stata colpita più duramente proprio l'occupazione nel settore dei servizi, che nell'ultimo decennio è stato il motore della creazione di posti di lavoro.

Prendendo in analisi i dati dell’International Labour Organization (ILO), i giovani (7), e soprattutto le giovani donne, continuano ad avere un calo occupazionale, con una situazione sempre peggiore nei paesi a reddito medio, registrando il maggior deficit rispetto alla situazione pre-crisi nel 2019. Le diseguaglianze di genere si sono accresciute dopo la pandemia: le donne risultano sovrarappresentate in alcuni dei settori economici più colpiti dalla crisi, come il settore degli alloggi, quello alimentare e quelli della vendita all’ingrosso e al dettaglio, ma anche nel lavoro domestico e in quello dell’assistenza socio-sanitaria, risultati i più colpiti. È peggiorata la distribuzione iniqua del lavoro di cura e di assistenza non retribuito durante la crisi, provocando un ulteriore carico di lavoro domestico sulle donne. A livello europeo le donne, costituendo il 70 % di tutto il personale sanitario e dei servizi sociali, risultano aver rischiato di più, a livello lavorativo e sanitario. Le donne sono risultate anche meno tutelate dai sistemi di protezione sociale (8).

È questo il contesto, dunque, in cui, in questi anni, si sono trovati ad operare Stati membri Ue e istituzioni territoriali: ma è pur vero che risultano diverse le capacità di intervento sui territori, quando si tratta di finanziare le reti di sicurezza per aiutare le persone e le imprese ad assorbire l'impatto della crisi: da ciò derivano asimmetrie che minacciano la coesione regionale e sociale. Gli ultimi dati resi disponibili dall’ILO nel World Employment and Social Outlook Trends 2022 (WESO) hanno mostrato tendenze dove le previsioni sono state riviste al ribasso per il 2022: il tasso globale di partecipazione alla forza lavoro dovrebbe rimanere 1,2 punti percentuali al di sotto di quello del 2019; si stanno aggravando le disuguaglianze all'interno e tra i paesi; altresì si sta indebolendo il tessuto economico, finanziario e sociale di quasi tutte le nazioni, indipendentemente dallo stato di sviluppo dei paesi osservati (ad alto e basso reddito); l'impatto sproporzionato della crisi sull'occupazione femminile perdurerà nei prossimi anni; la chiusura degli istituti di istruzione e formazione "avrà implicazioni a cascata a lungo termine" per i giovani, in particolare quelli senza accesso a Internet. Infine molti lavoratori vengono richiesti o si trovano costretti a intraprendere nuovi tipi di lavoro (ad esempio in risposta alla prolungata crisi dei viaggi e del turismo internazionali). (9)


Note:

(4): COM(2020) 493 final del 9.9.2020 Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio Relazione 2020 in materia di previsione strategica: tracciare la rotta verso un'Europa più resiliente; 

 

(5): D.H. Meadows, Pensare per sistemi. Interpretare il presente, orientare il futuro verso uno sviluppo sostenibile, ed. Guerini Next, 2019

 

(6): R.Poli, Lavorare con il futuro. Idee e strumenti per governare l’incertezza, (2019), Ed. Egea;

 

(7): Il gruppo giovanile, che riguarda il monitoraggio dell’International Labour Organization (ILO), corrisponde a persone di età compresa tra 15 e 24 anni;

 

(8): Dati ILO da Nota OIL COVID-19 e il mondo del lavoro: 8a edizione Stime e analisi aggiornate sull’impatto del COVID-19 sul mondo del lavoro, 27 ottobre 2021;

 

(9): ILO, WESO -World Employment and Social Outlook Trends 2022, 17 gennaio 2022.