prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 giugno 2016

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Piano nazionale di riforma delle Professioni


Piano nazionale di riforma delle Professioni

Previsto dall’art. 59 della più recente Direttiva Qualifiche, il Piano nazionale di riforma delle Professioni rappresenta lo strumento operativo del cd. “Esercizio di trasparenza”, il procedimento individuato dalla Commissione europea per lo screening di tutta la disciplina nazionale in materia di professioni regolamentate. Esso si basa sulla necessità di verificare, a livello di ciascuno Stato membro, che la normativa per l’accesso alle professioni sia proporzionata, basata su un motivo imperativo di interesse generale e non sia discriminatoria. L’obiettivo finale è quello di innescare una revisione di tutta la regolamentazione dei servizi professionali non coerente con tali criteri, ovvero una riduzione o modifica della regolamentazione eccessiva, considerata nel mercato interno una delle cause di maggiore ostacolo alla mobilità dei professionisti, alla crescita economica e allo sviluppo dell’occupazione. 

Con questa finalità, dal gennaio 2014, il DPE ha provveduto ad organizzare una serie di incontri con le amministrazioni competenti, le Regioni e ISFOL, sia per coordinare l’attività di aggiornamento del database della Commissione sulle professioni regolamentate, sia per raccogliere i dati necessari a una completa analisi della regolamentazione di ciascuna professione da inserire nel Piano nazionale di riforma delle Professioni. Ai lavori ha partecipato la Regione Lombardia che, in qualità di responsabile del coordinamento interregionale Professioni, si è fatta promotrice dell’attività di verifica del quadro regolatorio regionale in tema di qualificazioni professionali, nonché del controllo circa l’omogeneità e la corrispondenza nell’ambito delle disposizioni legislative nazionali. Nel 2014, pertanto, nell’ambito delle attività del Gruppo Professioni, è stata trasmessa alle Regioni una scheda ricognitiva per il censimento delle professioni, delle qualifiche professionali e dei titoli per i quali le Regioni esercitano una competenza. I contributi raccolti sono stati poi trasmessi al DPE e sono divenuti, insieme ad un paragrafo metodologico riferito al ruolo delle Regioni, parte integrante del Piano nazionale di riforma delle Professioni.

Il documento finale è stato notificato alla Commissione europea nell’aprile 2016 e ha portato l’Italia ad essere uno dei 17 Paesi che per primi hanno presentato il Piano e uno dei 6 Paesi che hanno garantito nei tempi il recepimento completo della Direttiva Qualifiche. Dalla verifica è emerso che, al momento, le professioni regolamentate in Italia risultano essere174 e per ciascuna di esse sono stati analizzati gli obiettivi della regolamentazione, l’adeguatezza delle misure, nonché le azioni intraprese e da intraprendere e le eventuali criticità emerse. Inoltre, il Piano ha individuato in prospettiva tre linee di azioni prioritarie:

• la revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche (ingegneri, periti);

• la valutazione e l'adeguamento degli esami di Stato per renderli più aderenti all'attività professionale;

• l'istituzione con le amministrazioni competenti di un Tavolo tecnico dedicato alle professioni la cui formazione professionale è demandata alle Regioni.

Proprio quest’ultima azione è oggi la prospettiva aperta di lavoro su cui il Gruppo Professioni, coordinato dalla Regione Toscana dopo l’ultima riorganizzazione delle competenze in seno alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (4), ha garantito la massima disponibilità al DPE, in funzione della competenza regionale in materia di formazione professionale richiesta dai percorsi di alcune professioni regolamentate e in considerazione della regolamentazione delle professioni in via concorrente con lo Stato. Sarà un lavoro fondamentale e che servirà da una parte a contestualizzare le competenze regionali in una visione europea, dall’altra a portare a compimento, in modo coordinato anche con il MLPS e ISFOL, la costruzione del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, previsto dal decreto legislativo 13/2013 (5).

A conclusione di questa breve panoramica delle azioni intraprese finora per l’attuazione della Direttiva, occorre comunque segnalarne il valore di lavoro in progress. Da una parte, infatti, proseguirà a livello nazionale l'individuazione delle ulteriori eventuali professioni regolamentate; dall'altra saranno implementate le informazioni relative a ciascuna professione. L’attenzione dell’Europa al tema delle professioni è d’altra parte quanto mai cruciale in questa fase per infondere la giusta spinta riformatrice: i Piani d’azione nazionali di riforma delle Professioni sono stati i temi al centro del “Forum del mercato unico”, che si è svolto lo scorso 18 maggio a Bruxelles nel corso della conferenza della Commissione europea sulla Riforma della regolamentazione delle professioni.
In quella sede è stato pienamente condiviso l’intento della Commissione di rilanciare il mercato dei servizi e con esso le professioni registrate in tutta Europa, che ad oggi sono 5.500, per un giro d'affari di circa 500 miliardi di euro e un peso occupazionale di circa 50 milioni di persone, che costituiscono il 22% della forza lavoro del continente. Come annunciato dalla commissaria Ue per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditorialità e le Pmi, Elzbieta Bienkowska, inizierà nel corso dell'anno un percorso di consultazione delle parti interessate ai Piani di riforma nazionale: “Questo percorso ci permetterà di avere una fotografia più chiara della professioni in Europa e, sulla base dei fatti, di arrivare non tanto a una deregolamentazione, quanto piuttosto a una semplificazione o a una better regulation”.


Note:

(4): Tale specifico Coordinamento, affidato prima alla Provincia autonoma di Trento, poi alla Regione Lombardia e attualmente gestito dalla Regione Toscana, è stato individuato per dare conto della rilevanza della materia Professioni nell’ambito delle competenze delle Regioni e Province autonome con la riforma costituzionale del 2001.

 

(5): Il Repertorio nazionale (art. 8, comma 1, del Dlgs n. 13/2013) è costituito dai repertori dei titoli di istruzione, IeFP e delle qualificazioni professionali, codificati a livello nazionale, regionale o di P.A, e rispondenti a specifici standard minimi, tra cui: identificazione delle qualificazioni e delle relative competenze; qualificazioni referenziate ai codici ATECO e NUP; qualificazioni referenziate formalmente ai livelli EQF.