prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 giugno 2014

+T -T FOCUS - PNR

Il contributo delle Regioni e Province autonome italiane al Programma Nazionale di Riforma 2014

In questa sezione:


Raccomandazioni e target. La risposta delle Regioni e Province autonome

Come già riportato nel capitolo IV, 4 “Sintesi delle misure intraprese dalle Regioni”, pur avendo risposto a tutte e sei le raccomandazioni, per il PNR 2014 le Regioni hanno fornito maggiori informazioni sulle CSR 2, 4 e 6 e sui tutti i target. Ciò avviene sia perché si tratta di attività “tradizionalmente” presidiate dalle Regioni (sistemi di formazione, servizi sociali, sviluppo locale, ricerca e innovazione, fonti rinnovabili ed efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico), sia perché è maturata una consapevolezza di dare con il proprio apporto un contributo fattivo all’incremento dell’efficienza amministrativa e dell’occupazione e allo sviluppo del Paese.

Nell’ambito della CSR 1, in linea con il processo di spending review avviato già negli scorsi anni, le Regioni hanno proceduto con interventi di completamento di un processo ormai maturo. In particolare nel 2013 l’attività regionale si è concentrata su azioni che hanno consentito: il miglioramento del disavanzo di gestione e rispetto del Patto di stabilità interno e territoriale, la progressiva riduzione dei costi della politica, nonché la razionalizzazione delle spese di funzionamento e il contenimento della spesa pubblica, anche nei settori come la sanità, i trasporti, l’ambiente e la cultura.

Per quanto riguarda la CSR 2, le Regioni hanno dato conto degli interventi realizzati in un’ottica di rafforzamento e miglioramento della pubblica amministrazione, come precondizione necessaria per lo sviluppo del Paese. Nello specifico si sono concentrati su azioni che riguardano il potenziamento dell’efficienza della pubblica amministrazione, la semplificazione del quadro normativo e amministrativo per cittadini e imprese, l’innalzamento dei livelli di trasparenza, legalità e la repressione della corruzione e il miglioramento della gestione dei Fondi Ue.

Rispetto alla CSR 3, le Regioni hanno risposto in continuità con le azioni intraprese negli anni scorsi per quanto riguarda l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, stanziando ingenti risorse provenienti sia dalla programmazione europea sia dal bilancio regionale, con la consapevolezza che azioni di questo tipo possano contribuire alla ripresa dello sviluppo economico sia a livello nazionale sia a livello locale.

Con riferimento alla CSR 4 e alla CSR 6 è stata operata una distinzione tra interventi di riforma in un’ottica di obiettivi occupazionali e di sviluppo e qualificazione delle risorse umane e interventi connessi ai processi di sviluppo dei sistemi territoriali a servizio dei cittadini e delle imprese. In particolare la CSR 4 prende in considerazione sia azioni dirette alla persona sia interventi di sistema relativi all’occupazione, all’istruzione e formazione professionale e all’inclusione sociale. In un’ottica di razionalizzazione dei contenuti, da segnalare che quest’anno nella CSR 4 sono stati ricompresi tutti gli interventi regionali che inizialmente erano stati attribuiti al Target 1: Tasso di occupazione.

La CSR 5, che si pone in continuità con le priorità individuate negli anni precedenti, afferisce a competenze prevalentemente di carattere nazionale, cui si collega un ruolo territoriale di supporto e promozione. Infatti l’attività regionale si è concentrata prevalentemente su interventi volti, anche indirettamente, alla riduzione del carico fiscale sul lavoro e al suo trasferimento su altra base imponibile, interventi tesi alla razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, attività finalizzate al contrasto all’economia irregolare e al lavoro sommerso.

Nella CSR 6, che si caratterizza per la presenza di molteplici tematiche, sono stati individuati  alcuni temi chiave che devono condurre al macro-obiettivo sviluppo del territorio quali: il rapporto servizi pubblici e privati per cittadini ed imprese, la liberalizzazione delle professioni (attuazione della Direttiva Servizi), lo sviluppo delle industrie di rete e delle PMI, la strutturazione di sistemi di infrastrutture strategiche in molteplici settori economici (trasporti, intermodalità, grandi opere servizi pubblici locali, telecomunicazioni).

Per quanto riguarda la risposta delle Regioni ai target della Strategia Europa 2020 si è tenuto un approccio più operativo volto a evidenziare gli interventi, le realizzazioni e i risultati per il conseguimento degli obiettivi. Nello specifico gli interventi riferiti al Target 1 Tasso di occupazione abbiamo già detto che quest’anno sono stati ricollocati nella CSR 4.

Per il Target 2 Ricerca e innovazione gli interventi indicati dalle Regioni sono stati prevalentemente su attività rivolte al sostegno e allo sviluppo delle attività di ricerca di base e industriale nelle PMI.

Con riferimento ai provvedimenti di riforma nei Target 3 Emissioni di gas serra, Target 4 Fonti rinnovabili, Target 5 Efficienza energetica, quest’anno è stato possibile darne un quadro di insieme, grazie a una costante attenzione che è stata data dalle Regioni alle scelte strategiche da porre per conseguire gli obiettivi cosiddetti ambientali. Nello specifico le Regioni hanno impiegato finanziamenti sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare, programmando azioni che consentano il rinnovamento degli edifici sia pubblici sia privati, in sintonia con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e in previsione del conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica. Continua da alcuni anni l’impegno delle Regioni nell’impiego di fonti energetiche rinnovabili (FER), quale presupposto essenziale per attivare circuiti performanti di energia grazie alle loro particolari caratteristiche di neutralità riguardo al bilancio delle emissioni. Rispetto ai temi dell’ambiente e della sostenibilità in generale, le Regioni hanno provveduto a indicare le priorità di azione in campo ambientale con riferimento agli obiettivi tematici contenuti nell’Accordo di partenariato.

Con riferimento al Target 6 Abbandono scolastico, le Regioni hanno proseguito nell’attività di implementazione e potenziamento di percorsi triennali e quadriennali di IeFP, all’apprendistato per la qualifica e il diploma, non solo stanziando cospicue risorse ma anche attraverso opportune misure di incentivazione contrattuale per il tramite di specifici accordi. Inoltre le Regioni hanno implementato interventi specifici volti all’innalzamento qualitativo dell’offerta formativa.

In merito al Target 7 Istruzione universitaria le Regioni hanno operato, anche attraverso l’impiego delle risorse dei PO, su diversi fronti:  strutturazione e rafforzamento di differenti canali formativi volti al conseguimento di titoli secondari superiori universitari e non (Percorsi annuali IFTS, Percorsi ITS e Poli Tecnico Professionali, Apprendistato III livello, Progetti innovativi/integrativi tra Atenei e sistema produttivo); strumenti di incentivazione economica volti a facilitare l’accesso ai canali formativi (Voucher, borse di ricerca, assegni di ricerca, diritto allo studio universitario).

Al Target 8 Contrasto alla povertà le Regioni hanno pianificato azioni per affrontare il tema della povertà con un approccio multidimensionale. Sono state elaborate strategie di inclusione attiva come sostegno al reddito, misure di lotta alla povertà, accesso a servizi economicamente accessibili e di qualità, strutture per l’infanzia, alloggi; ma anche sul versante dell’inclusione socio lavorativa si sono attivate iniziative di politiche di workfare e sostegno ai soggetti particolarmente svantaggiati e ai nuclei familiari che versano in condizione di disagio economico. Sono state anche attivate politiche di welfare abitativo, dirette al potenziamento del patrimonio pubblico e privato esistente, per incrementare la disponibilità di alloggi sociali e servizi abitativi per categorie fragili.



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