prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 28 marzo 2014

+T -T Esperienze

Il Fondo Microcredito Fse in Sardegna


La scelta di puntare su uno strumento concreto per rafforzare il tessuto economico - sociale

di Luca Galassi
Regione autonoma della Sardegna

La Regione autonoma della Sardegna con il Por Fse 2007-2013 mette a disposizione circa 730 milioni di euro per il rafforzamento della coesione economica e sociale, il miglioramento delle possibilità di occupazione anche favorendo l’autoimpiego, la promozione dell'inclusione sociale e la valorizzazione del capitale umano. Nell’attuazione del Por l’assessorato ha previsto l'utilizzo di diversi strumenti, dai più tradizionali interventi di formazione, di sostegno diretto all'inclusione sociale o all'occupazione, ai più innovativi strumenti di ingegneria finanziaria ovvero fondi a carattere "rotativo", in grado di “autorigenerarsi” e di mantenere sul territorio un numero immutato, se non addirittura crescente, di risorse per le finalità di sviluppo individuate.
Il più noto di questi strumenti è il Fondo Microcredito Fse istituito nel 2009 per venire incontro alle difficoltà di accesso al credito a sostegno della creazione e dello sviluppo dell’imprenditorialità e dell’occupazione.

Con questo Fondo, la Sardegna ha voluto sperimentare una logica diversa da quella del finanziamento a fondo perduto attraverso uno strumento di credito che premi lo spirito imprenditoriale e la responsabilità dei soggetti con prestiti a condizioni fortemente agevolate per la restituzione rateale.

La scelta di attivare un fondo per la concessione di microcrediti (fino a 25.000 euro) a soggetti “non bancabili” secondo gli ordinari criteri di valutazione del sistema bancario, ma in grado di portare avanti un’idea imprenditoriale valida, è partita dall’analisi del tessuto imprenditoriale, della situazione occupazionale e del sistema creditizio della Sardegna.
Tale analisi metteva in luce la grave difficoltà ad accedere ai tradizionali canali di credito per alcune particolari categorie di soggetti, non in grado di prestare garanzie personali o patrimoniali. Allo stesso tempo evidenziava anche come il sostegno all’imprenditorialità fosse una delle strade più importanti per favorire la nuova occupazione, anche in settori più innovativi; si valutava, inoltre, opportuno un cambio di rotta rispetto al tradizionale intervento a fondo perduto a favore della creazione di impresa che, proprio perché troppo rigidamente dipendente dal finanziamento pubblico non sempre dava gli esiti attesi.

La scelta di istituire un fondo destinato al microcredito col FSE è dunque parte di una strategia che mira anche a promuovere l’inclusione e l’integrazione sociale, condividendo l’importanza che l’Unione Europea dà a questo strumento per la realizzazione della strategia di Lisbona per la coesione, la crescita e l’occupazione, nonché in considerazione della capacità del microcredito di contribuire all’emersione di forme di lavoro sommerso.

La scelta di uno strumento come un fondo rotativo ha rappresentato una vera e propria sfida culturale rispetto al tradizionale sistema di intervento con incentivi a fondo perduto: in un contesto di risorse pubbliche via via decrescenti, la Regione si dota di uno strumento che, ricostituendosi con la restituzione dei prestiti concessi, può agire su un arco temporale molto ampio e raggiungere così un numero di destinatari di gran lunga superiore rispetto a quanto sarebbe stato possibile con i meccanismi tradizionali. Le procedure semplificate di contabilità proporzionate all’ammontare dei finanziamenti concessi, inoltre, consentono un monitoraggio e un controllo dei finanziamenti più vicino alle esigenze dei destinatari, che accedono così a un prestito a tasso di interesse nullo, senza la presentazione di garanzie reali e con una erogazione in un’unica soluzione al momento della stipula del contratto. Anche la modalità di restituzione (rate mensili a decorrere da 6 mesi dalla stipula del contratto, che diventano 12 mesi per le nuove imprese ossia il cosiddetto “periodo di grazia”), si adatta all’esigenza dei beneficiari di poter sviluppare redditività prima di iniziare il rimborso.

Partner della Regione in questa sfida è la società finanziaria in house, la SFIRS SpA, individuata fin dall’inizio come soggetto gestore del Fondo. Nei primi due Avvisi sono state raccolte, analizzate e istruite oltre 4500 pratiche, di cui circa 1800 hanno avuto effettivamente accesso al finanziamento. Per tale ragione la sua dotazione è stata incrementata raggiungendo oggi oltre 65,5 milioni di euro.