prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 20 dicembre 2018

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La metodologia


La metodologia

I metodi di ripartizione delle risorse globali per Stato membro sono definiti nell’allegato XXII della proposta di RDC che distingue le modalità per ciascuna categoria di Regione, confermando che la dotazione di ciascuno Stato membro è la somma delle dotazioni per le sue singole Regioni ammissibili. L’allegato fornisce anche, per la prima volta, il risultato delle procedure individuate dalla Commissione che si traducono nelle dotazioni totali per SM e alla luce delle quali l’Italia, con 38.564 mld di euro risulta il secondo maggior beneficiario dopo la Polonia. I criteri proposti determinano per l’Italia, infatti, un incremento delle risorse nell’ordine di circa il 6% confrontate con i 34.348 a prezzi correnti nel periodo 2014-2020. Tuttavia è necessario approfondire l’impatto che le modifiche apportate alla metodologia proposta, come l’inserimento di nuovi indicatori o le variazioni dei pesi percentuali agli indicatori noti, avranno, poiché l’Italia potrebbe correre il rischio di vedersi assegnato un ammontare di risorse sostanzialmente inferiore a quanto riceverebbe se fosse applicato il medesimo metodo di riparto del 2014-2020.

Il metodo applicato è il cosiddetto “metodo di Berlino”, con una serie di adattamenti che riguardano sia il numero che la tipologia di indicatori e il valore dei parametri di calcolo. È in ogni caso prevista una serie di clausole di salvaguardia (c.d. safety net) allo scopo di assicurare che non vi siano modifiche troppo rilevanti nelle dotazioni fra periodi.

Entrando nel dettaglio delle novità che hanno un chiaro impatto sulla quantificazione delle risorse per categoria di Regioni, occorre analizzare le singole metodologie proposte.

Il metodo di assegnazione per le Regioni meno sviluppate prevede 7 indicatori a fronte dei 3 previsti per il periodo 2014-2020, nuove percentuali da applicare per riflettere la prosperità relativa e nuovi importi relativi ai premi collegati agli indicatori.

La base della procedura è invariata e viene determinata moltiplicando la popolazione della Regione interessata per la differenza tra il PIL pro-capite (misurato in PPA) e il PIL medio pro-capite della UE-27 (in PPA).

Con riferimento alla modifica del coefficiente applicato alla prosperità nazionale va evidenziato che tale coefficiente è passato dal 3,15% al 2,80% (-11%) per le Regioni degli Stati membri in cui il livello di RNL pro-capite è inferiore all’82% della media UE; dal 2,70% al 1,30% (-52%) per le Regioni in cui il livello di RNL pro-capite è tra l'82% e il 99 % e dal 1,35% allo 0,90% per le Regioni in cui il livello di RNL pro-capite è superiore al 99%. L’Italia, con un RNL pro-capite pari al 96% della media UE, si colloca nella seconda forchetta.

Per quanto riguarda il premio assegnato all’indicatore relativo al numero di disoccupati che eccede il numero di disoccupati che si avrebbe qualora si applicasse il tasso medio di tutte le Regioni meno sviluppate, l’importo è stato ridotto da 1.300 euro a 500 euro.

Da valutare l’impatto dei nuovi indicatori relativi alla disoccupazione giovanile (15-24) con un premio di 500 euro per giovane disoccupato applicato al numero di giovani disoccupati che eccede il numero di disoccupati che si avrebbe qualora si applicasse il tasso medio di disoccupazione giovanile; al livello di bassa istruzione, con un premio di 250 euro per persona e per anno applicato al numero di persone della Regione che dovrebbe essere sottratto per ottenere il livello medio del tasso di bassa istruzione di tutte le Regioni meno sviluppate; alle emissioni di CO2 con un premio di 1 euro per tonnellata di CO2 equivalente per anno, applicato alla quota di popolazione della Regione in cui il numero di tonnellate di CO2 equivalente supera l’obiettivo delle emissioni stabilito per il 2030 e alla migrazione netta extra UE, con un premio di 400 euro per persona e per anno, applicato alla quota di popolazione della Regione che costituisce migrazione netta dai Paesi extra UE.

Questi ultimi indicatori sono presenti, come elemento di novità, anche nella metodologia prevista per le Regioni in transizione, così come l’indicatore e il rispettivo premio relativo al numero di disoccupati.

Rispetto alla determinazione dell’intensità teorica minima e massima dell’aiuto, sono cambiati entrambi i parametri di riferimento per cui il livello minimo del sostegno è identificato nella media iniziale pro-capite dell’intensità dell’aiuto di tutte le Regioni più sviluppate pari a 18 euro pro-capite e all’anno e non più pari a 19,80 euro pro-capite e all’anno previsto nel 2014-20, mentre per quanto riguarda il livello massimo di sostegno è stata modificata la percentuale dell’importo ottenuto dall’applicazione del metodo (rimasto invariato) che dal 40% è salita al 60%.

Per quanto riguarda il metodo di riparto per le Regioni più sviluppate la modifica proposta più rilevante rispetto alla programmazione 2014-2020 è la percentuale di ponderazione dei criteri che concorrono al raggiungimento della quota. Fermo restando che i criteri sono i medesimi, si nota un decremento del peso percentuale relativo alla popolazione totale e al numero di disoccupati (-5%) a favore del numero di persone con istruzione terziaria (+7,5%) e al numero di giovani che hanno abbandonato prematuramente l’istruzione e la formazione (+2,5%). Invariate invece le percentuali di ponderazione relative alla differenza tra il PIL osservato (misurato in PPA) e il PIL teorico e alla popolazione delle Regioni di livello NUTS 3, aventi una densità di popolazione inferiore a 12,5 abitanti/km2.

Anche per le Regioni più sviluppate sono, infine, stati introdotti i due nuovi indicatori relativi alle emissioni di CO2 e alla migrazione netta extra UE.

L’ultima osservazione si riferisce alla quantificazione dell’obiettivo da raggiungere per i criteri summenzionati che non fa più riferimento, evidentemente, ai valori stabiliti dalla Strategia Europa 2020, ma ai tassi medi di tutte le Regioni più sviluppate.

Per quanto riguarda il metodo di assegnazione per il Fondo di coesione non si rilevano cambiamenti.

Totalmente nuovo è invece il metodo di riparto per l’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” poiché per la programmazione 2014-2020 l’assegnazione per Stato membro, comprendente la cooperazione transfrontaliera e transnazionale, era la somma ponderata della quota delle Regioni transfrontaliere e della quota della popolazione totale di ciascuno Stato membro; la ponderazione era determinata dalle rispettive quote delle componenti transfrontaliera e transnazionale pari al 77,9% e al 22,1%. La proposta della Commissione per il periodo 2021-2027 prevede, invece, la somma ponderata delle quote determinate sulla base di 6 criteri: 2 criteri per la componente transfrontaliera, 3 per la componente transnazionale ed 1 per le Regioni ultraperiferiche. Queste ultime beneficeranno, come per la scorsa programmazione, di una dotazione speciale corrispondente a un’intensità di aiuto di 30 euro per abitante per anno, distribuita per Regione e Stato membro in proporzione alla popolazione totale di tali Regioni.