prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 20 dicembre 2013

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La Raccomandazione sulle politiche economiche dell'Italia per il 2013


Lo schema delle Raccomandazioni


Glossario:

Dal 2011, con il passaggio dalla strategia di Lisbona a Europa 2020 e l'istituzione del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, il PNR, ai sensi della Legge 7 aprile 2011 n. 39, è confluito nel Documento di Economia e Finanza - DEF e ne costituisce la sezione III. A seguito della confluenza del PNR nel DEF la redazione del PNR è curata dal dipartimento del Tesoro, d'intesa con il dipartimento delle Politiche europee.

Il Programma Nazionale di riforma (PNR) è il documento che definisce annualmente gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla Strategia Europa 2020. Si tratta di un documento che ciascuno Stato membro presenta alla CE con cadenza annuale (nel mese di aprile) nel cui ambito sono indicati: lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti; gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività; le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità; i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione.

 

Fonte: Dipartimento Politiche Europee http://www.politicheeuropee.it/attivita/17522/programma-nazionale-di-riforma



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Nel giugno 2010 il Consiglio europeo ha adottato la Strategia Europa 2020 al fine di stimolare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La strategia individua gli obiettivi principali della UE per la ricerca e l'innovazione, il cambiamento climatico e l'energia, l'occupazione, l'istruzione e la riduzione della povertà per il 2020, che debbono tradursi in obiettivi nazionali. Gli orientamenti integrati Europa 2020 e sette iniziative quadro delineano in modo preciso il percorso verso una crescita sostenibile e in grado di creare nuovi posti di lavoro.

La strategia s'impernia su cinque obiettivi riguardanti l'occupazione, la ricerca, l'istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l'energia.
Perché la strategia Europa 2020 dia i frutti sperati, è stato istituito un forte ed efficace sistema di governo dell'economia per coordinare le azioni a livello UE e a livello nazionale.

I 5 obiettivi (Target) che la UE è chiamata a raggiungere entro il 2020 sono:
1. Occupazione: innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni);
2. R&S: aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE ;
3. Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica: riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; aumento del 20% dell'efficienza energetica
4. Istruzione: Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% ; aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria;
5. Lotta alla povertà e all'emarginazione: almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno.



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Per fondi SIE s’intendono sia i fondi che forniscono sostegno nell'ambito della politica di coesione, cioè il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione (FC), sia i Fondi per lo sviluppo rurale e per il settore marittimo e della pesca, rispettivamente il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Il FESR e il FSE insieme costruiscono i “fondi strutturali”.

Fonte: Considerando 2 e art. 1 del Regolamento (UE) 1303/2013 recante Disposizioni comuni sui Fondi SIE



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Nelle premesse delle Raccomandazioni 2013 la Commissione fa riferimento allo scenario macroeconomico sul quale si fondano le proiezioni di bilancio del governo, possibile dal 2015 in poi, a patto che venga data piena attuazione alle riforme strutturali adottate, dichiarate nei PNR annuali. La lettura delle Raccomandazioni 2013, specie se messe a confronto con le raccomandazioni degli anni precedenti, permette di individuare su quali temi l’Italia abbia perseguito dei risultati e su quali ancora sia necessario insistere per superare delle “strozzature” di percorso verso uno sviluppo economico sociale e sostenibile. Quest’anno le Raccomandazioni contengono sei moniti (CSR) corrispondenti a specifici macrotemi in riferimento ai provvedimenti strategici che si auspica l’Italia adotti:

CSR 1) finanza pubblica e spending review. Dato l’impegno e lo sforzo operato dall’Italia per chiudere la procedura di infrazione per i disavanzi eccessivi, ora è indispensabile proseguire verso questo risanamento: è necessario ottenere un risanamento di bilancio favorevole alla crescita in modo da conseguire e mantenere l'obiettivo a medio termine entro il 2014, anche accompagnando tali sforzi con un costante intervento per migliorare l’efficienza e la qualità della spesa pubblica a tutti i livelli di governo.

CSR 2) riforme della pubblica amministrazione e capacità amministrativa. Affinché le riforme operate su più livelli abbiano effetto, è necessario che l’Italia ne garantisca l’attuazione migliorando la capacità amministrativa del paese, in particolare nei seguenti settori: sistema giudiziario, gestione dei fondi SIE, semplificazione amministrativa, lotta alla corruzione.

CSR 3) riforma del settore bancario. L’Italia dovrebbe migliorare la redditività e l’efficienza del settore bancario, migliorando l’accesso al credito e a strumenti diversi da quelli bancari per favorire l’innovazione e la crescita delle imprese.

CSR 4) interventi sul mercato del lavoro. Sono necessarie azioni mirate per migliorare la situazione attuale del Paese per l’occupazione, specie per i giovani e le donne; le riforme andrebbero attuate con decisione tenendo conto i principi dell’equità sociale e il miglioramento del sistema previdenziale; i sistemi dell’istruzione professionalizzante e della formazione professionale dovranno essere potenziati, resi più efficienti i servizi pubblici per l'impiego e quelli di orientamento e consulenza per gli studenti del ciclo terziario; va contrastato l’abbandono scolastico, migliorando anche la qualità dei percorsi e dei risultati scolastici e offrendo percorsi  professionalizzanti e di carriera per gli insegnanti; permane la lotta alla povertà.

CSR 5) revisione del sistema fiscale. Per favorire la crescita economica e la competitività è necessario ridurre la pressione fiscale sul lavoro e i capitali trasferendone il carico su consumi, beni immobili e ambiente; nel contempo è indispensabile aumentare la lotta all’evasione affrontando il problema dell’economia sommersa e del lavoro nero.

CSR 6) apertura del mercato nel settore dei servizi e industrie di rete. Già sono state operate importanti misure in tal senso, ma andrebbero incoraggiati ulteriormente: la riforma delle professioni, la concorrenza nei servizi professionali e i servizi pubblici locali, l’accesso ai mercati delle industrie di rete e le infrastrutture. Nello specifico andrebbe esteso il ricorso agli appalti pubblici (in luogo delle concessioni dirette) e andrebbero costituite o attivate le Autorità di regolamentazione proposte per alcuni servizi (Garante della concorrenza e Autority dei trasporti). Rispetto alla capacità infrastrutturale – da potenziare specie nelle regioni del Sud Italia -, è considerato strategico dare attuazione alla Strategia Energetica Nazionale (SEN 2013), migliorare la capacità infrastrutturale nei settori del gas, delle telecomunicazioni, della banda larga ad alta velocità, dei trasporti – con particolare riguardo alla intermodalità.

Come si comprenderà, ci sono materie a valenza trasversale (spending review, capacità amministrativa, accesso al credito, promozione dell’imprenditoria di rete, per fare alcuni esempi) e materie oggetto di competenza specifica. Rispetto ad alcuni temi, poi, si evidenzia come le Raccomandazioni 2013 siano entrate nel particolare fino ad indicare misure considerate elementi strategici per risolvere nodi strutturali o fino ad incoraggiare la prosecuzione delle strategie/misure già intraprese.

A differenza degli anni precedenti, nelle Raccomandazioni 2013 gli organismi europei hanno inteso distinguere gli interventi di assestamento dei bilanci pubblici da quelli di efficienza e semplificazione amministrativa, dedicando una specifica raccomandazione per ciascun tema. In particolare, nella CSR2 – dedicata alla capacità amministrativa - viene riportato un monito generale per dare attuazione tempestiva alle riforme in atto, con tutti gli strumenti possibili e a tutti i livelli amministrativi e di interesse. Entra poi nello specifico e indica le diverse possibili misure da realizzare per perseguire il rafforzamento dell’efficienza di governo: potenziare l’efficienza della pubblica amministrazione e migliorare il coordinamento fra i livelli amministrativi; semplificare il quadro amministrativo e normativo per i cittadini e le imprese, abbreviare la durata dei procedimenti civili e ridurre l’alto livello di contenzioso civile, anche promuovendo il ricorso a procedure extragiudiziali di risoluzione delle controversie; potenziare il quadro giuridico relativo alla repressione della corruzione, anche rivedendo la disciplina dei termini di prescrizione; adottare misure strutturali per migliorare la gestione dei fondi della UE nelle regioni del Mezzogiorno in vista del periodo di programmazione 2014-2020.

Già nelle Raccomandazioni 2012 destinate alla stesura del precedente PNR (2013) era stata evidenziata la necessità di rafforzare il contributo della pubblica amministrazione allo sviluppo economico e sociale del Paese e di migliorare la performance della PA, prevedendo interventi di semplificazione amministrativa, prevenzione della corruzione, aumento della trasparenza e miglioramento dei risultati e della qualità dei servizi pubblici.

Accanto al contributo nazionale, nel PNR 2013 le Regioni e Province autonome avevano dato puntualmente conto degli specifici e copiosi interventi di riforma mirati alla semplificazione amministrativa, ai processi di spending review e a svariate tipologie di misure destinate al rafforzamento della capacità amministrativa. Anche nei documenti nazionali relativi all’impostazione della nuova programmazione si ritrovano elementi strutturali di rafforzamento del sistema amministrativo nel suo complesso: si prevedono interventi sia di rafforzamento della governance e della capacità delle istituzioni coinvolte nella gestione dei fondi europei, sia di supporto diretto al conseguimento dei risultati attesi.

In allegato viene riportata una analisi della Raccomandazione 2013, resa con una tavola sinottica per favorirne la lettura schematica e prendere visione dei diversi settori nei quali l’Unione europea raccomanda all’Italia di intervenire per migliorare le prestazioni economiche del Paese. Questa tavola contiene ognuna delle sei CSR collegata alle parti di testo che indicano il contesto di riferimento. Per ciascuna raccomandazione sono state poi evidenziati i contenuti o le materie obiettivo e, dove al momento richiamati come esemplari, alcuni interventi specifici. A completamento della lettura delle Raccomandazioni 2013 appare utile riportare che le istituzioni nazionali e regionali dovranno dare conto del quadro delle riforme attuate nell’anno 2013 all’interno del Programma nazionale di riforma 2014. All’interno di questo documento verranno riportate le misure di intervento programmatorio, normativo ed amministrativo relative all’anno 2013 in risposta puntuale alle indicazioni espresse dalla Commissione europea nelle CSR; oltre ad esse, le istituzioni nazionali e regionali renderanno pubbliche in un quadro congiunto anche le misure di riforma indicate dall’Unione europea per il conseguimento della Strategia Europa 2020, in risposta agli specifici target individuati, quali 1) Tasso di occupazione, 2) Ricerca e innovazione, 3) Emissioni di gas serra, 4) Fonti rinnovabili, 5) Efficienza energetica, 6) Abbandoni scolastici, 7) Istruzione universitaria, 8) Contrasto alla povertà.

Documento allegato: TAVOLA-SINOTTICA-RACCOMANDAZIONI-UE-6dic2013