prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 18 giugno 2021

+T -T FOCUS PNR - Lavoro

Una nuova conformazione delle politiche attive territoriali


Una nuova conformazione delle politiche attive territoriali

La crisi occupazionale provocata dall’emergenza sanitaria ha posto sotto un severo esame anche le politiche attive territoriali. Le Regioni sono state, infatti, chiamate a dover reinventare con tempestività le modalità organizzative dei servizi, per assicurare una continuità amministrativa agli utenti, il prosieguo degli interventi formativi e di accompagnamento al lavoro e delle attività progettuali e ridurre, il più possibile, l’impatto delle misure di sospensione/restrizione nei confronti delle categorie più fragili. L’irrompere della pandemia - con la sospensione delle attività da svolgere in compresenza tra gli operatori dei servizi ed i destinatari degli stessi e con la connessa necessità di assicurare il rispetto delle misure nazionali in materia di distanziamento sociale - ha richiesto un notevole sforzo organizzativo da parte dei servizi per l’impiego, al fine di adeguare le procedure amministrative per la presa in carico degli utenti, sviluppando nuove modalità di lavoro “a distanza” e di digitalizzazione dei servizi e garantendo la continuità di erogazione degli interventi di politica attiva.

La crisi sanitaria ed occupazionale, in questo senso, ha costituito un momento di verifica circa la funzionalità e l’attualità del sistema e, al contempo, un’occasione di evoluzione dello stesso verso una nuova impostazione, inclusiva nei confronti delle categorie più fragili e vulnerabili, con maggiore difficoltà di accesso agli strumenti tecnologici e, allo stesso tempo, volta all’innovazione ed alla semplificazione delle modalità di accesso e dei processi di attuazione delle politiche attive. In tale ambito, la pandemia ha rilanciato al centro del dibattito interistituzionale e dell’operato delle amministrazioni il tema fondamentale della garanzia dei servizi essenziali da assicurare alle persone in condizioni di parità di accesso e di certezza dell’azione amministrativa. Si è, altresì, manifestata la necessità di superare il “digital divide” nei confronti delle fasce di utenza più deboli e di sviluppare le competenze digitali degli operatori dei servizi. Si è posta, infine, l’esigenza di contemperare le nuove sfide dirette all’informatizzazione dei servizi con la priorità di garantire e rafforzare la presenza e la prossimità degli stessi nei confronti dei cittadini.

La crisi indotta dal Covid ha, di fatto, messo alla prova il modello normativo e organizzativo delle politiche attive del lavoro e dei servizi per l’impiego radicato sulla nostra cornice costituzionale e costruito negli anni. In particolare, a fronte di una realtà in forte cambiamento, assume una rinnovata centralità la riflessione sui livelli essenziali delle prestazioni dei servizi per il lavoro, definiti all’inizio del 2018 a partire dai sistemi e dalle prassi già operanti sui territori e che, tuttora, presentano un grado di attuazione parziale e non omogeneo a livello nazionale, a fronte di problemi annosi più volte segnalati dalle amministrazioni regionali, cui oggi occorre con urgenza fornire soluzione completando il percorso di rafforzamento professionale e infrastrutturale dei CPI (6).

La messa in crisi del sistema è coincisa, alla prova dei fatti, con la conferma della sua centralità, pur nella consapevolezza della necessità di un suo rinnovamento. Il critico bilancio della pandemia in termini occupazionali – sin qui provvisorio per effetto dei dispositivi normativi nazionali di protezione individuale dal licenziamento - pone al centro dell’agenda di lavoro delle istituzioni il rilancio delle politiche attive, come snodo essenziale ed ineludibile - accanto agli strumenti di protezione del reddito delle persone - per mitigare gli effetti negativi della crisi e per supportare i processi di ripresa sul piano sociale, oltre che personale. Il ruolo dei servizi per l’impiego, in questo contesto, assume una nuova, strategica rilevanza, a fronte di un inevitabile aumento della platea di persone che, nei mesi a venire, dovranno trovare nei servizi pubblici e privati del lavoro un punto di riferimento forte ed un supporto concreto per affrontare i processi di transizione professionale che potranno derivare ad esito dell’emergenza socio- sanitaria.


Note:

(6): Una prima fotografia sullo stato di attuazione dei LEP dei servizi per il lavoro è stata fornita nel 2018 in occasione dell’audizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome presso la Commissione Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza sociale del Senato della Repubblica. Si rimanda, in particolare, al contributo integrativo “Quadro ricognitivo sui modelli regionali organizzativi dei CPI e sullo stato di operatività dei servizi” realizzato dalla IX Commissione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e trasmesso alla Commissione Lavoro del Senato della Repubblica il 25 settembre 2018. Dal monitoraggio allora realizzato dagli uffici tecnici della Commissione emergeva un grado di copertura dei LEP da assicurare alle persone ed alle imprese non ancora sufficiente ed omogeneo sui territori regionali, a causa sia del sotto dimensionamento del personale dei CPI, sia della necessità di una sua riqualificazione.  Si scontava, inoltre, una carenza dovuta anche alla non ancora completa funzionalità a livello centrale delle infrastrutture informatiche. Alla luce di questi fattori, ben si comprende l’urgenza di portare a compimento il percorso di rafforzamento dei CPI, tanto più nel nuovo scenario di crisi indotta dal Covid – 19.