prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 18 giugno 2021

+T -T FOCUS PNR - Lavoro

Le politiche regionali del lavoro nell’emergenza sanitaria: lezioni apprese


Le politiche regionali del lavoro nell’emergenza sanitaria: lezioni apprese

di Cristina Iacobelli
Tecnostruttura - Settore Lavoro

Il contributo delle Regioni e delle Province autonome al Programma Nazionale di Riforma 2021 offre una fotografia molto nitida dell’operato regionale in materia di lavoro, in riscontro alle priorità fissate dalle istituzioni europee nell’ambito della Country Specific Recommendation n. 2. Un operato articolato, che si è andato progressivamente a definire e ad evolvere in concomitanza alle esigenze emergenti ed alle criticità conseguenti al blocco delle attività economiche, in ottemperanza alle disposizioni nazionali, finalizzate al contenimento dell’epidemia da Covid -19.

Da una lettura di insieme degli interventi segnalati dalle Regioni in risposta al monitoraggio propedeutico alla definizione del PNR, si può affermare che il 2020 ha costituito un vero banco di prova per il sistema regionale delle politiche del lavoro. L’irrompere improvviso e veemente della pandemia ha chiamato, infatti, tutti gli attori istituzionali ad una profonda verifica dell’impianto esistente delle politiche attive e passive del lavoro e ad una nuova impostazione delle stesse, per adeguarle al contesto di un mercato del lavoro in condizioni di grave crisi e, al contempo, in forte evoluzione. Le politiche regionali del lavoro si sono davvero dimostrate “resilienti” ed hanno provato a coniugare l’esigenza, ineludibile, del contenimento sui territori delle severe ricadute occupazionali ed economiche dell’emergenza sanitaria con la necessità di dare nuovo impulso alle politiche attive del lavoro e della formazione, quali volano centrale e indispensabile per uscire dalla crisi e ripartire su nuove basi, più solide, moderne ed inclusive.

Il difficile anno trascorso ha rappresentato uno “stress test” per la capacità di tenuta delle politiche regionali del lavoro, evidenziandone talvolta i limiti e la necessità di un ripensamento e, al contempo, facendo germinare in anticipo i semi di una nuova conformazione delle politiche che nel Recovery Plan potrà trovare un terreno ottimale di crescita e consolidamento. In questo senso, la declinazione territoriale degli interventi in materia di lavoro, realizzati nell’ultimo anno e mezzo, si pone in una dimensione di piena coerenza con le priorità ora individuate nel Programma nazionale per la resilienza e la ripresa, preconizzandone alcune direttrici attuative.

Come testimoniato dal contributo regionale al PNR, le linee di azione nel 2020 sul versante delle politiche territoriali del lavoro possono essere riconducibili a quattro macro aree integrate: interventi di sostegno diretto ai lavoratori ed alle imprese; attività trasversali di supporto, tese a favorire il mantenimento dell’occupazione e la ripartenza economica; interventi per una nuova organizzazione delle modalità di lavoro; interventi per una diversa conformazione delle politiche attive. Le attività messe in campo dalle Regioni, in riscontro alle priorità della CSR 2, si inseriscono e sviluppano questi ambiti di operatività.

Alla base, una cornice strategica in cui le politiche di adattabilità, quest’anno più che mai, hanno svolto un ruolo di cerniera rispetto alle transizioni in atto e rivestiranno, nei mesi a venire, una funzione chiave, come antidoto per evitare la fuoriuscita dal mercato del lavoro delle persone più fragili, mediante interventi di adeguamento delle competenze dei lavoratori ai fabbisogni emergenti nel mutato contesto socio – economico e di adattamento delle imprese alla nuova realtà produttiva determinata dalla pandemia. Le analisi condotte in ambito europeo e nazionale sul mercato del lavoro (1) ci restituiscono, infatti, una fotografia molto severa della situazione attuale, in cui la crisi ha ampliato le disuguaglianze nei confronti delle categorie più vulnerabili di lavoratori. Giovani, donne, lavoratori autonomi o con forme contrattuali precarie, lavoratori a basso salario e/o con scarsa qualificazione, lavoratori colpiti dalla crisi delle attività produttive: questi i target che hanno visto peggiorare la debolezza della propria situazione professionale con la pandemia. Rispetto a tali categorie, le istituzioni e gli attori del mercato del lavoro sono chiamati a mettere in campo tutte le leve disponibili sul piano formativo, occupazionale e del sostegno finanziario, con interventi integrati di accompagnamento e supporto dei percorsi di riqualificazione delle competenze e di riposizionamento lavorativo.


Note:

(1): Ci si riferisce, in particolare, ai dati pubblicati dall’OCSE nel Rapporto “Employment Outlook 2020” ed ai dati contenuti nel Rapporto sul mercato del lavoro 2020 del CNEL.