Quaderno del 31 marzo 2020
ANTICIPAZIONI
Programmazione integrata: verso il PNR 2020. Strumenti per la composizione del Contributo regionale
Il contesto
di Mariella Bucciarelli
Tecnostruttura - Settore Sviluppo Sostenibile
Nell’ambito del Semestre europeo, il Programma Nazionale di Riforma (PNR) è il documento strategico che confluisce nel Documento di Economia e Finanza (DEF), mediante il quale ogni Stato membro presenta annualmente la portata degli interventi di riforma messi in atto dalle amministrazioni nazionali e regionali, in risposta alle Raccomandazioni specifiche per l’Italia (Country specific Recommendations – CSR), nonché ai progressi perseguiti rispetto ai decennali obiettivi (Target) della Strategia Europa 2020.
Costituendo novità rilevante il fatto che nell’ambito del periodo di programmazione 2021-2027 sarà rafforzato il legame tra fondi strutturali e governance economica europea, le Raccomandazioni specifiche per Paese (CSR) del Semestre europeo costituiranno quindi una sorta di faro per tutta la programmazione, affinché vengano attuate quelle riforme raccomandate nei moniti europei.
Tra l’altro il nuovo accordo per la crescita europea – The European Green Deal - è parte integrante della macro strategia europea per implementare Agenda ONU 2030 e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) e le altre priorità annunciate dalle linee guida politiche della nuova Commissione europea. Come parte del Green Deal, la Commissione reimposterà il processo del coordinamento macroeconomico del Semestre europeo per incorporare gli obiettivi ONU di sviluppo sostenibile, per mettere al centro della politica economica europea la sostenibilità ed il benessere dei cittadini, nonché per fare degli SDGs il cuore del sistema di policy making europeo. Infatti la nuova Commissione europea sarà nel suo insieme responsabile per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile; altresì ogni commissario sarà responsabile, ciascuno nel proprio settore di competenza, della realizzazione degli obiettivi ONU di Agenda 2030.
Il 17 dicembre 2019, con il pacchetto di autunno, la Commissione europea, nel dare avvio al nuovo ciclo del Semestre europeo, ha approvato la Strategia annuale di crescita sostenibile – COM(2019) 650 finale - che detta la linea della UE in materia di politiche economiche e occupazionali. Tale strategia è incentrata su quattro dimensioni, che dovrebbero sottendere riforme strutturali, politiche occupazionali, politiche d'investimento e di bilancio responsabili, volte a costruire un'economia al servizio delle persone e del pianeta in tutti gli Stati membri. Le dimensioni a cui si riferisce la Strategia sono: sostenibilità ambientale, incrementi di produttività, equità, stabilità macroeconomica.
Inoltre, il 26 febbraio 2020, con il pacchetto d’inverno, la Commissione ha pubblicato le Relazioni per paese (Country Report) SWD(2020) 511 final in cui vengono analizzate le grandi sfide socioeconomiche di ciascuno Stato membro. Ricalcando le linee espresse nella Strategia annuale di crescita sostenibile, le Relazioni paese sono incentrate sulla sostenibilità competitiva per costruire un'economia al servizio delle persone e del pianeta. Una delle novità del pacchetto d’inverno del semestre europeo è l'integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs); infatti per la prima volta le relazioni fanno il punto dei progressi compiuti dagli Stati membri nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, evidenziando, in un allegato specifico (Annex E), le politiche macroeconomiche e occupazionali che possono contribuire a tal fine e le prestazioni e la tendenza emersa negli ultimi cinque anni.
Altra novità è che nelle Relazioni per paese sono analizzate le sfide e le possibilità che la transizione verso un'economia sostenibile e climaticamente neutra, improntata all'equità e alla giustizia sociale, comporta. Infatti nell’apposito allegato (Annex D) vengono illustrate le priorità a cui destinare il sostegno del Fondo per una transizione giusta, evidenziando le regioni e i settori che saranno maggiormente colpiti dalla transizione per garantire che nessuno sia lasciato indietro negli sforzi messi in atto dalla UE.