Quaderno del 30 settembre 2015
APPROFONDIMENTI
L'analisi delle sei Raccomandazioni all'Italia
L'analisi delle sei Raccomandazioni all'Italia
Le CSR 2015 sono derivate dal nuovo impianto che la Commissione Junker ha predisposto per tutti gli Stati membri, col fine di attuare, in primo luogo, il processo di coordinamento delle politiche economiche semplificato, consistente in: riduzione del numero di raccomandazioni per Paese, incentrate su poche e specifiche priorità; pubblicazione anticipata delle analisi specifiche per Paese e dell'analisi della zona euro; calendarizzazione dei tempi di azione; in secondo luogo, validando il metodo adottato per favorire un maggiore interscambio con gli SM ed accrescere la titolarità politica nonché la rendicontabilità delle decisioni adottate a livello europeo e nazionale.
Riguardo al caso italiano, pur rispettando lo schema generale della Commissione di quest’anno, le istituzioni europee hanno considerato necessario:
- individuare specifici temi considerati la chiave dell’attuazione di processi di riforma già avviati negli anni precedenti (peraltro a carattere per lo più propriamente nazionale che regionale);
- definire un cronoprogramma con scadenze di attuazione puntuali e ravvicinate nel tempo, affinchè adotti provvedimenti nel biennio 2015-2016.
Di seguito riportiamo una sintetica analisi delle sei Raccomandazioni all’Italia, effettuando una lettura combinata di ogni raccomandazione esplicita con i consideranda, così da consentire una esegesi del testo più completa, nonché l’individuazione degli specifici settori sui quali insistono i moniti della Commissione.
La prima raccomandazione per tradizione è quella che tratta le questioni inerenti le finanze pubbliche, con l’aggiunta per quest’anno di questioni riguardanti le politiche fiscali. La Commissione chiede all’Italia: 1) di raggiungere un aggiustamento di bilancio di almeno lo 0,25% del PIL verso gli obiettivi di medio termine nel 2015 e dello 0,1% nel 2016, adottando le necessarie misure sia nel 2015 sia nel 2016; 2) di assicurare che il processo di spending review costituisca parte integrante del processo di bilancio. Altro aspetto che viene sottolineato dalla Commissione è quello di attuare rapidamente ed efficacemente l’ambizioso programma di privatizzazioni già presentato nel 2014 dall’Italia e che ha subito un notevole ritardo nell’attuazione, al fine di utilizzare le eventuali entrate in più per ridurre il rapporto debito pubblico/PIL. Infine viene raccomandata l’applicazione della legge delega sulla riforma fiscale entro settembre 2015, con particolare riferimento ai decreti attuativi per la revisione delle agevolazioni fiscali, dei valori catastali, dell’imposizione ambientale e l’eliminazione delle sovvenzioni dannose per l’ambiente nonché delle misure per migliorare il rispetto della normativa tributaria.
La seconda CSR quest’anno riguarda due questioni molto specifiche: 1) l’adozione del piano strategico nazionale della portualità e della logistica; 2) la piena operatività dell’Agenzia per la coesione territoriale per migliorare la gestione dei fondi Ue, soprattutto per le regioni del mezzogiorno nelle quali persistono gravi carenze gestionali. L’adozione della riforma dei porti è necessaria per contribuire al rilancio della competitività del settore e al miglioramento del sistema portuale italiano ed europeo; inoltre con la sua adozione si contribuisce alla promozione del trasporto intermodale e al miglioramento delle infrastrutture di collegamento stradali e ferroviarie di ultimo miglio con l’entroterra, nonché al completamento dei corridoi europei. Il superamento di specifiche strozzature infrastrutturali viene considerato strettamente legato ad una gestione mirata dei fondi UE.
Nella terza raccomandazione l’attenzione è focalizzata, anche per quest’anno, sull’adozione e sull’attuazione della legislazione per la modernizzazione della pubblica amministrazione, che presenta ancora significative inefficienze in materia di ricambio del personale, mobilità delle risorse umane tra comparti e retribuzioni. Si raccomanda, inoltre, di dare avvio alla revisione dell’istituto della prescrizione ritenuto un aspetto fondamentale per la lotta contro la corruzione; infine viene ancora richiesto, nonostante siano stati fatti passi avanti, di snellire l’iter dei procedimenti e ridurre così i tempi della giustizia civile.
Con la quarta CSR si chiede all’Italia, entro fine 2015, di introdurre misure vincolanti di ristrutturazione e consolidamento del settore bancario che affronti le debolezze del governo societario delle maggiori banche cooperative (banche popolari), al fine di migliorare l’intermediazione finanziaria e sostenere la ripresa dell’economia. Inoltre si raccomanda di dare attuazione alla già concordata riforma sulle fondazioni nella quale è previsto, tra le altre cose, che le fondazioni debbano prevedere una diversificazione negli investimenti, non possano ricorrere a forme di indebitamento e non possano utilizzare derivati. Infine sempre nella CSR 4 viene richiesto all’Italia di adottare misure per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati, avendo la Commissione europea constatato che dal 2008 la quota di crediti deteriorati è aumentata e il tasso di riassorbimento è ancora molto basso e limitato.
La quinta raccomandazione si contraddistingue per il “carattere multisettoriale”. Essa infatti potrebbe essere suddivisa in tre macro temi: il mercato del lavoro e occupazione, l’istruzione e l’inclusione sociale. Prima di tutto viene raccomandato all’Italia di adottare i decreti attuativi previsti nella riforma del mercato del lavoro Job Act, inerenti il ricorso alla cassa integrazione guadagni, la revisione degli accordi contrattuali e dei salari, la conciliazione vita privata e attività professionale e il rafforzamento delle politiche attive; inoltre si chiede che venga definito un quadro efficace per la contrattazione di secondo livello che dovrebbe contribuire a migliorare l’allineamento dei salari alla produttività e incentivare l’adozione di soluzioni innovative nelle aziende, nonché attenzione particolare deve essere rivolta anche all’incremento dell’occupazione delle donne. Per combattere la disoccupazione giovanile e ridurre il tasso di abbandono scolastico, si chiede all’Italia di adottare e attuare la riforma della scuola e allargare l’educazione terziaria professionale, nonché prevedere il rafforzamento e il potenziamento dell’apprendistato. Infine viene richiesto di prestare particolare attenzione al tema della povertà ed esclusione sociale che ha forti ripercussioni soprattutto sui minori, dato che i regimi di assistenza sociale sono frammentati ed inefficaci nell’affrontare il problema.
Infine la sesta raccomandazione riguarda il contesto competitivo dell’Italia: la Commissione chiede innanzitutto che venga attuata l’agenda per la semplificazione per il 2015-2017, col fine di alleggerire gli oneri amministrativi e regolamentatori. Si raccomanda inoltre, per il corretto funzionamento dei mercati dei prodotti e dei servizi, l’adozione delle misure finalizzate al miglioramento della concorrenza soprattutto in alcuni settori dove permangono diversi ostacoli, tra cui i servizi giuridici e le farmacie, nonché i servizi pubblici locali, i porti, gli aeroporti, le banche e la sanità. Chiede altresì di intervenire nel settore degli appalti pubblici con riferimenti ai servizi pubblici locali, assicurando che i contratti per i servizi pubblici locali che non ottemperano alle disposizioni sugli affidamenti in house siano rettificati entro la fine del 2015.