prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 31 marzo 2022

+T -T INTERVISTA

Di Berardino: “Puntare sulla gioventù europea per un futuro migliore”

di Roberta Giangiorgi
Tecnostruttura - Settore Comunicazione

Il rafforzamento delle competenze digitali, la lotta alla dispersione scolastica e il coinvolgimento dei NEET sono tra le misure messe in atto dalla Regione Lazio per agevolare le giovani generazioni a realizzarsi e a realizzare un futuro migliore. Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Lazio e vicepresidente di Tecnostruttura, ci delinea le principali azioni intraprese, perfettamente in linea con lo spirito europeo che investe nei giovani come leva per la ripresa.

D. Nell’attuale contesto internazionale reso difficile dalle crisi in ambito sanitario, ambientale e socio economico, l’Europa ha deciso di puntare sul futuro, sulle nuove generazioni e la proclamazione del 2022 come anno europeo dei giovani ne è una testimonianza tangibile. La programmazione europea a livello territoriale quali risposte può offrire per costruire un futuro “a misura di giovani”?

R. La decisione delle Istituzioni europee di dichiarare il 2022 come anno europeo dei giovani è un’ottima iniziativa. È necessario puntare i riflettori sull'importanza della gioventù europea nella costruzione di un futuro migliore: più verde, più inclusivo e più digitale. L'Anno europeo dei giovani è il momento perfetto per avanzare con fiducia e speranza in una prospettiva post-pandemica.

L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU), un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare anche la transizione digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
Di trasformazione digitale si parla ampiamente anche nel PNRR. Per l’Italia e per il Lazio il PNRR è un’opportunità imperdibile e noi come Regione stiamo facendo la nostra parte per sfruttare al meglio le risorse in arrivo.

Vogliamo far crescere le competenze digitali e promuovere un diffuso miglioramento delle competenze della forza lavoro esistente e futura su temi digitali e tecnologici. La rivoluzione digitale rappresenta un’enorme occasione per aumentare la produttività, l'innovazione e l'occupazione, garantire un accesso più ampio all'istruzione e alla cultura e colmare i divari territoriali.

Le competenze digitali di cittadini e lavoratori devono aumentare, così come la loro capacità di accesso a strumenti e servizi digitali, particolarmente per i gruppi sociali vulnerabili, giovani e donne. Per questo abbiamo bisogno di più scuola e di una maggiore lotta alla dispersione scolastica.



D. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) fa specifico riferimento alla necessità di adottare interventi volti a ridurre il fenomeno dei NEET. Per agire in maniera efficace occorre “fare sistema” e coinvolgere tutti i soggetti istituzionali: quale contributo la Regione Lazio intende promuovere?

R. Come Regione Lazio nel Patto per le Politiche attive del Lavoro, che abbiamo sottoscritto con le Parti sociali, un ruolo importante è rappresentato dai giovani che sono una risorsa fondamentale e che sosteniamo sia in termini di ricambio generazionale per il contrasto alla disoccupazione giovanile sia in termini di coinvolgimento dei NEET, i giovani under 30 che non studiano e non lavorano. In questi anni abbiamo messo in campo strumenti come Garanzia giovani con corsi di formazione mirata all’inserimento lavorativo.

Inoltre, con l’integrazione regionale al Fondo Nuove Competenze mettiamo in campo azioni innovative di sostegno alla formazione e vogliamo contrastare gli effetti della crisi innescata dalla pandemia e che ha avuto conseguenze molto significative per le imprese più piccole. Finanziando la formazione vogliamo aiutarle a rafforzare la competitività dando risposta ai nuovi fabbisogni aziendali in termini di nuove o rinnovate competenze.

La pandemia ha fatto esplodere l’esigenza di un fabbisogno formativo richiesto da più imprese che l’attuale offerta formativa non riesce a soddisfare. Siamo consapevoli che per governare le transizioni occupazionali, a maggior ragione in una fase di profonde trasformazioni strutturali come quelle che stiamo attraversando, occorra investire sulle nuove competenze per preparare le occupazioni di domani. È necessario investire sull’innovazione quale elemento fondativo che accompagna il mercato del lavoro nella transizione digitale in corso e consentire le implementazioni specialistiche legate a questi nuovi processi. Oltretutto nel futuro prossimo le professioni cambieranno radicalmente e la riqualificazione dei lavoratori, anche mediante programmi di reskilling e upskilling, sarà essenziale per essere sempre più competitivi nel nuovo panorama professionale.



D. Cosa può fare la Regione per aiutare i giovani ad affrontare le nuove sfide rappresentate dal digitale e dai cambiamenti tecnologici rispetto al mercato del lavoro?

R. Nonostante i recenti miglioramenti, il nostro Paese è ancora in ritardo in termini di adozione digitale e innovazione tecnologica. Fondamentale rafforzare l'istruzione professionale, in particolare il sistema di formazione professionale terziaria (ITS) e noi nel Lazio lo stiamo facendo. Abbiamo avviato una piccola rivoluzione aumentando il numero degli ITS presenti nel nostro territorio per potenziare e diversificare l’offerta formativa. Altro aspetto importante riguarda l'istruzione STEM, con una forte priorità sulla parità di genere.

Mi preme sottolineare l’importanza della creazione di classi che abbiano una maggiore presenza femminile negli istituti tecnici superiori. Abbiamo una responsabilità come classe dirigente nei confronti delle donne nella misura in cui dobbiamo formare giovani donne con le cosiddette competenze STEM. Competenze specialistiche che permetteranno loro di entrare nel mercato del lavoro e di poter ambire a occupare non solo posizioni lavorative di primo piano, ma allo stesso tempo di colmare quel gap salariale che ancora oggi le vede guadagnare di meno dei colleghi uomini.