prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 31 marzo 2022

+T -T IN QUESTO NUMERO

2022, l’Europa investe sui giovani

di Roberta Giangiorgi
Tecnostruttura - Settore Comunicazione

“Voglio un’Europa al servizio dei giovani”. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sintetizzato così lo spirito che ha portato le istituzioni europee a proclamare il 2022 Anno europeo dei giovani. Una scelta dettata dalla volontà di riconoscere lo sforzo e l’impegno dei ragazzi per superare il lungo e difficile periodo della pandemia. Una scelta che mira a sostenere questa generazione di circa 73,6 milioni di persone, dando nuova speranza, forza e confidenza nel futuro, evidenziando come la transizione - verde e digitale - offra nuove opportunità.

Le attività e le iniziative sui giovani e per i giovani mirano non solo a rispondere e sanare le difficoltà registrate nel campo educativo, lavorativo e della socialità, ma anche a includere le priorità dei giovani nei settori di policy afferenti alla UE e in tutti i livelli del processo decisionale dell’Unione. Saranno incoraggiati tutti i giovani, specialmente quelli provenienti da situazioni più svantaggiate, da aree rurali o remote o appartenenti a comunità vulnerabili, a diventare cittadini attivi e attori di cambiamenti positivi.

Inoltre, saranno promosse opportunità fornite dalle politiche europee per la gioventù, per sostenere lo sviluppo personale, sociale e professionale. L’Anno europeo dei giovani andrà di pari passo con l’implementazione del Next Generation EU nel fornire lavori di qualità, opportunità di educazione e formazione.

Tutto questo sarà evidenziato nel 2022, ma l’ambizione delle istituzioni Ue è di avviare iniziative che possano poi proseguire nel lungo termine, utilizzando l’Anno europeo dei giovani come piattaforma di lancio e sperimentazione di politiche a favore delle nuove generazioni.

Le opportunità dedicate allo sviluppo personale, sociale, economico e professionale della gioventù per avere successo devono necessariamente essere declinate nei vari livelli europeo, nazionale, regionale e locale.

In questo numero di QT abbiamo indagato le azioni intraprese a livello territoriale a favore dei giovani e tentato di prefigurare le necessità cui rispondere per garantire loro un futuro più stabile.

In apertura, Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Lazio e vicepresidente di Tecnostruttura, ci delinea le principali azioni intraprese sul territorio, perfettamente in linea con lo spirito europeo che guarda ai giovani come leva per la ripresa. Il rafforzamento delle competenze digitali, la lotta alla dispersione scolastica e il coinvolgimento dei NEET sono tra le misure che vengono evidenziate.

Ai NEET, poi, dedichiamo uno specifico focus in cui viene analizzato lo stato di avanzamento dei lavori su alcuni dei principali ambiti di intervento rispetto ai quali le Regioni e Province autonome si stanno adoperando per rendere operativo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), declinandolo su tre temi: Sistema duale, Assessment e Sistema di formazione professionale terziaria (ITS).

La programmazione europea ha da sempre mostrato una particolare attenzione ai giovani: nel documento tecnico "I giovani nella programmazione regionale: il contributo del Fse" evidenziamo la continuità di questo interesse confrontando quella 2014-2020 con l’attuale 2021-2027. In particolare viene riportata una panoramica degli interventi già realizzati a favore dei giovani nella programmazione 2014-2020, un quadro complessivo sulla cornice regolamentare e le disposizioni previste dall’Accordo di Partenariato per la programmazione 2021-2027 e un focus specifico sulle principali linee di intervento a favore dei giovani predisposte nell’ambito PNRR.

Quando si parla di giovani, si parla necessariamente di futuro. Se prevederlo è impossibile, è comunque necessario individuare quelle chiavi di lettura che ci consentano di ideare i modelli più congeniali per rispondere ai trend che vengono a configurarsi. La transizione verde e digitale promossa a livello europeo rappresenta uno stimolo in tal senso: analizziamo quali ricadute questa potrà avere sul mondo del lavoro, sulla sua natura, nell’organizzazione, nei modelli di business e perfino nella società e nelle istituzioni nel loro insieme.

E proprio al green e al digital dedichiamo un’analisi su come questi ambiti potranno definire nuove competenze e nuove professioni per garantire in futuro alle nuove generazioni di trovare un’adeguata collocazione nel mondo del lavoro. Alla luce della nuova strategia europea, infatti, voluta dall’impianto del Next Generation EU, prevedendo un forte impatto della rivoluzione digitale, gli investimenti dovranno creare posti di lavoro con nuovi mestieri e professioni rinnovati da competenze green e digitali, nonché sostanziare mestieri e professioni ancora sconosciuti.