prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 30 settembre 2020

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Sistema ITS – una sfida per l’innovazione

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Sistema ITS - per crescere ci vuole tempo e non solo

Il sistema degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) a livello nazionale è attualmente composto da 104 ITS con 616 percorsi attivi ai quali sono iscritti 15.752 alunni. Pur essendo l’unico esempio di formazione terziaria non universitaria nel nostro Paese, gli ITS sono ancora una realtà di nicchia: solo l’1,7% delle matricole iscritte per la prima volta nel 2017, il 2,7% degli uomini iscritti per la prima volta a un percorso di studi terziario, si è iscritto a un ITS (OECD, 2019).

Spesso questo dato di partecipazione viene paragonato ai risultati ben più significativi registrati da sistemi di higher VET presenti in altri paesi. Come termini di paragone sono state spesso citate, in molteplici articoli e indagini, le Scuole Universitarie Professionali (SUP) svizzere e gli Instituts Universitaires de Technologie (IUT) francesi che rappresentano circa il 20% della formazione terziaria nei paesi di riferimento. Per non parlare delle ormai famose Fachhochschule tedesche con il loro inarrivabile 35%.

Per leggere però in modo corretto queste informazioni è necessario tenere in considerazione ulteriori informazioni assolutamente non irrilevanti. Il sistema ITS è stato istituito con DPCM del 25 gennaio 2008, iniziando di fatto la sua attività formativa nel 2010. Un sistema quindi relativamente giovane con i sui dieci anni di attività.

Le IUT francesi e le Fachhochschule tedesche sono nate a metà degli anni ’60 (rispettivamente nel 1966 e nel 1968) mentre le più giovani SUP svizzere sono state istituite nel 1995. Se vogliamo quindi dare una lettura maggiormente obiettiva dello sviluppo del sistema ITS non bisogna domandarsi come mai ad oggi il sistema non sia in grado di esprimere il medesimo potenziale in termini di partecipazione dei sui competitor d’oltralpe, ma quali possono essere i fattori che permetteranno al sistema ITS, tra venti o trenta anni, di raggiungere performance di partecipazione pari o superiori all’odierno inarrivabile 35%.

Uno di questi fattori risiede sicuramente nella conoscenza, prima, e nell’accettazione sociale, dopo, di una possibilità ulteriore di accrescimento del proprio percorso formativo. In tal senso un ruolo determinante viene giocato dalle politiche di orientamento, che hanno il compito non solo di mostrare ai ragazzi e alle loro famiglie un canale formativo poco conosciuto a volte dagli stessi insegnanti, ma anche di mostrare un approccio differente alla costruzione di una carriera formativa prima e professionale poi. Sono ormai anni che le Regioni lavorano alla realizzazione di un sistema integrato e condiviso di interventi di orientamento permanente capace di rispondere ai bisogni delle persone in ogni momento della vita,  così come stabilito nell’Accordo in Conferenza Unificata del 5 dicembre 2013 “Definizione delle linee guida del sistema nazionale sull’orientamento permanente” di cui le Regioni stesse sono state tra le prime promotrici.

Numerose infatti sono le azioni sui territori volte a rendere sempre più stabile e funzionale quella struttura policentrica di servizi volta a produrre, nei soggetti che la compongono, legami, condivisione, comunicazione. Gli ITS stessi e la loro forte relazione e sinergia con i sistemi produttivi territoriali ne rappresentano una tangibile concretizzazione. Con riferimento poi all’obiettivo di un coinvolgimento crescente dell’utenza, le Regioni, ormai da anni, sostengono la diffusione e la conoscenza dei percorsi ITS per il tramite sia di iniziative strettamente territoriali sia di respiro nazionale. Tra queste ultime la Fiera Didacta Italia, il salone della scuola e della formazione Orientamenti e JOB&Orienta, in cui le Regioni sostengono, anche finanziariamente, la partecipazione delle Fondazioni ITS al fine di diffondere, in una logica di sinergia nazionale, l’ampia e complessa offerta formativa degli ITS. Non è un caso infatti che, nel 2019, gli ITS siano stati il focus principale delle attività proposte dalle Regioni in tutte le manifestazioni precedentemente richiamate.

In termini di conoscenza una recente iniziativa è rappresentata inoltre dalla campagna informativa avviata dal MIUR che coinvolge ogni tipo di strumento comunicativo in ottica cross-mediale: spot tv (261 passaggi), radio (5.940 passaggi), stampa (10 uscite sui periodici), eventi (MICAM, Dj Ten e Job & Orienta). Non solo ma si tratta di una campagna smart e digital-oriented che prevede uno specifico canale youtube (miOffroio), banner dinamici, DEM (Direct Email Marketing), preroll youtube e video emozionali. Ulteriore fattore fondamentale per la crescita nel sistema ITS risiede nella cooperazione tra istituzioni formative.

Gli ITS non devono qualificarsi come alternativa al più classico percorso universitario. Occorre ricordare che le Università sono parte costituente delle Fondazioni di partecipazione a capo degli ITS e che, come tali, collaborano alla definizione ed erogazione dei percorsi formativi. Il 12,4 % dei docenti degli ITS proviene dalle Università.  Anche nei sistemi di higher VET presenti in altri paesi, come quelli che abbiamo precedentemente nominato, la sinergia con il sistema universitario rappresenta un fattore molto importante per il raggiungimento di obiettivi formativi di qualità.

A più di dieci anni ormai dalla istituzione di questo canale formativo occorrerebbe rivedere l’assetto normativo dell’intero sistema, stabilizzando l’offerta formativa e al contempo superando le divisioni settoriali produttive dettate da modelli di sviluppo, come quello di Industria 2015, ormai abbondantemente superati, al fine di rendere i percorsi formativi sempre più adattabili alle esigenze dei mercati in continua e rapida evoluzione.

In tal senso appare inoltre essenziale procedere con una revisione delle figure nazionali di riferimento e dei connessi standard delle competenze tecnico-professionali, aggiornandole rispetto alle recenti evoluzioni del mercato del lavoro e creando una continuità con le qualifiche dell’IeFP.

Occorrerebbe infine, a seguito dell’esperienza maturata in questi anni, chiarire il sistema di governance e di programmazione e gestione dei finanziamenti. Non può essere assolutamente sottostimato il ruolo decisivo che le Regioni hanno avuto in questi anni nel delicato compito di creare quella sinergia tra ITS e imprese del territorio che ha sostanzialmente determinato il successo, in termini occupazionali, di questo canale formativo. Un lavoro di concertazione con i diversi attori del territorio che richiede un notevole impegno amministrativo e finanziario.

Anche con riferimento al finanziamento del sistema sono le Regioni ad aver reso praticabile il decollo, in termini di praticabilità finanziaria, del sistema ITS. Il DPCM del 25 gennaio 2008 obbligava le Regioni al cofinanziamento di almeno il 30% del fondo statale. Da subito questa previsione è stata ampiamente superata con investimenti che anche oggi, dove le risorse statali sono triplicate rispetto alle dotazioni dei primi anni, si attestano a più del doppio dei finanziamenti ministeriali. Resta comunque il fatto che occorre una programmazione di lungo periodo che renda non solo certi i finanziamenti, ma anche di una entità tale da permettere quelle innovazioni di sistema utili e necessarie per rispondere alle nuove sfide poste dalla quarta rivoluzione industriale.   



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