prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 29 marzo 2013

+T -T FOCUS - PNR

Piano nazionale di riforma 2013

In questa sezione:


Piano nazionale di riforma 2013. Il Focus delle Regioni e Province autonome

di Cecilia Cellai, Mariella Bucciarelli
Settore Sviluppo sostenibile - Tecnostruttura


Glossario:

Dal 2011, con il passaggio dalla strategia di Lisbona a Europa 2020 e l'istituzione del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, il PNR, ai sensi della Legge 7 aprile 2011 n. 39, è confluito nel Documento di Economia e Finanza - DEF e ne costituisce la sezione III. A seguito della confluenza del PNR nel DEF la redazione del PNR è curata dal dipartimento del Tesoro, d'intesa con il dipartimento delle Politiche europee.

Il Programma Nazionale di riforma (PNR) è il documento che definisce annualmente gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla Strategia Europa 2020. Si tratta di un documento che ciascuno Stato membro presenta alla CE con cadenza annuale (nel mese di aprile) nel cui ambito sono indicati: lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti; gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività; le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità; i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione.

 

Fonte: Dipartimento Politiche Europee http://www.politicheeuropee.it/attivita/17522/programma-nazionale-di-riforma



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Il Programma nazionale di riforma (PNR) costituisce le fondamenta del semestre europeo, assieme al Programma di stabilità. Il coordinamento tra le politiche dell’Unione europea e le politiche nazionali è costruito su questi due documenti.

Il PNR rappresenta lo stato di attuazione delle riforme messe in campo da parte di ogni Paese membro. È, quindi, un documento strategico e programmatico di ampio respiro e con importanti implicazioni anche sul piano della futura programmazione 2014-2020. Deve essere presentato alla Commissione europea entro il 30 aprile di ogni anno.

Le Regioni e Province autonome hanno partecipato al percorso di lavoro attivato dal governo per la redazione annuale del PNR italiano, edizione 2013, fornendo un contributo sostanziale: il Focus regionale.
Nel secondo semestre 2012 per l’Italia hanno avuto luogo due riunioni del Comitato tecnico permanente - che assiste il Comitato interministeriale per gli Affari comunitari ed europei (CIACE) - convocate per concordare e definire il percorso strutturale del PNR.
Il dipartimento per le Politiche europee (DPE), che insieme al ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) coordina la redazione del PNR, ha impostato il processo di composizione del documento sulla base di un monitoraggio periodico, atto a verificare l’avanzamento legislativo, programmatico ed attuativo degli interventi realizzati in risposta alle Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea o finalizzati al raggiungimento dei target della Strategia Europa 2020, a partire dalla data di consegna del PNR edizione 2012.

Il Focus regionale consta delle informazioni che le Regioni hanno trasmesso sulla base di un modello concordato e di strumenti di rilevazione predisposti dal coordinamento delle amministrazioni centrali. Dal punto di vista metodologico, dovendo fare sintesi di un’attività di monitoraggio e in ragione del necessario processo di condivisione con le Regioni, si è ritenuto opportuno mantenere il modello fornito dalle amministrazioni centrali, per consentire una rilevazione omogenea delle informazioni richieste. Esso si configura distinto in raccomandazioni (Country Specific Recommendations - CSR) e target a queste riferiti, scelti per dare risposta ai moniti europei e riportati in allegato (vedi allegato).

La strutturazione del PNR ha richiesto una regia interregionale rispetto alle diverse materie monitorate, così come individuate e stabilite in linea con gli orientamenti comunitari (affari europei e finanziari, attività produttive, ricerca e innovazione, formazione, lavoro, istruzione, ambiente ed energia, agricoltura, affari sociali, turismo e cultura).

Un’apposita struttura tecnica di supporto ha curato la confluenza e la strutturazione in documento delle informazioni regionali pervenute. La struttura, coordinata dal Cinsedo, si è avvalsa delle professionalità interne a Tecnostruttura delle Regioni per il Fse. La rilevazione ha avuto luogo da agosto 2012 a gennaio 2013, sei mesi durante i quali le Regioni hanno inviato i loro contributi, anche con aggiornamenti successivi, sulla base delle richieste cadenzate della segreteria della Conferenza delle Regioni, rispetto alle attività comprese nel periodo di riferimento del monitoraggio maggio-dicembre 2012.
Il lavoro è consistito in una prima sintesi ragionata, che ha tenuto conto di tutte le iniziative (ossia le Misure) segnalate dalle Regioni rispetto alle quali è stato fatto prima un lavoro di catalogazione interregionale secondo temi portanti; successivamente sono state strutturate in una logica di sistema, per dare evidenza della complessità, della qualità e del volume delle strategie regionali. I temi portanti testimoniano precise scelte strategiche prioritarie della programmazione degli interventi regionali, acquisendo valenza doppia, in considerazione del fatto che consentono alle Regioni di rappresentare una risposta immediata anche alle indicazioni della Commissione europea sulla programmazione dei fondi comunitari 2014-2020(1). Per ciascuna CSR, sono state elaborate disamine riepilogative dello stato dell’arte dell’attività regionale normativa e programmatica, talora attuativa. Per quanto attiene ai target si è tenuto un approccio più operativo volto a dare evidenza di interventi, realizzazioni e risultati e al conseguimento degli obiettivi.

Nello specifico sono stati istruiti ed approfonditi i temi riguardanti le raccomandazioni relative rispettivamente:
- alle disposizioni attuative delle caratteristiche chiave del pareggio di bilancio e al coordinamento tra i diversi livelli amministrativi della pubblica amministrazione con il quadro della UE; alle misure di attuazione della spending review e del Piano di Azione Coesione del 2011 per migliorare l'assorbimento e la gestione dei fondi della UE, in particolare nell'Italia meridionale (CSR 2);
- alle specifiche misure contro la disoccupazione giovanile; alle misure per facilitare il passaggio al mondo del lavoro (incentivi per l’imprenditorialità e all’assunzione); alle misure per promuovere la mobilità del lavoro (riconoscimento competenze e qualifiche); alle misure contro l’abbandono scolastico e universitario (CSR 3);
- alle politiche del lavoro in senso lato, con particolare attenzione alle dimensioni della qualificazione dei servizi per il lavoro, della promozione del lavoro femminile e delle misure di conciliazione, alla tutela, qualità ed incremento dell’occupazione (CSR 4);
- alle misure di supporto alla lotta contro l'evasione fiscale, l’economia sommersa e il lavoro non dichiarato; alle misure di semplificazione fiscale e tributaria (CSR 5);
- alle misure di semplificazione amministrativa e rafforzamento della capacità istituzionale delle amministrazioni regionali, di sostegno alle attività produttive e ai servizi, di sviluppo delle infrastrutture di servizio e delle reti di impresa, di promozione dell’innovazione e della società dell’informazione e, più in generale, di sviluppo del territorio (CSR 6). Peraltro, la natura ampia e articolata della CSR 6 e le sue numerose connessioni con i temi relativi all’ambiente, all’energia, alla mobilità ed ai trasporti rispecchia la scelta strategica delle Regioni di approfondire queste tematiche nell’ambito di tale CSR e nella CSR 2 piuttosto che, come richiesto nella scheda di rilevazione, nella CSR 5.

In parallelo i lavori di istruttoria ed elaborazione della documentazione regionale hanno riguardato specifici target di riferimento, quali: tasso di occupazione (Target 1), ricerca e sviluppo (Target 2), emissioni di gas serra (Target 3); fonti rinnovabili (Target 4); efficienza energetica (Target 5); abbandoni scolastici (Target 6); istruzione universitaria (Target 7); contrasto alla povertà (Target  8).

È risultato possibile, quindi, conseguire un amalgama strutturato delle informazioni, funzionale ad evidenziare le peculiarità dei sistemi regionali e valorizzare gli elementi di sviluppo a livello qualitativo e quantitativo. Degli elementi di dettaglio di ogni intervento regionale si è ritenuto opportuno mantenere testimonianza in note di specificazione, che in seguito sono state tradotte in quadri sinottici (griglie regionali). Le griglie contengono le informazioni classificate secondo fattispecie di Misure numerate in ordine crescente per CSR o target, a seconda della ricorrenza numerica interregionale o della maggiore significatività di alcune caratteristiche del tema portante e vanno a comporre l’allegato analitico come parte integrante della parte testuale del Focus regionale. Anche le griglie regionali rendono, pertanto, testimonianza dello spessore quantitativo e qualitativo dell’operato delle Regioni e restituiscono la portata strategica di ogni Regione in ambito programmatorio.

La schematicità mantenuta dal livello strutturale scelta per la redazione del testo risponde alla richiesta del DPE e del MEF di restituire un documento snello e di facile consultabilità, per favorire la comunicazione all’esterno e rendere anche così un servizio al cittadino.

Il Focus costituisce valore aggiunto per la portata strategica del PNR, soprattutto alla luce di quanto concordato con le amministrazioni centrali, ossia che sarà data evidenza delle molteplici attuazioni regionali anche su quei temi cruciali per la futura programmazione.

Il Focus regionale è stato approvato in Conferenza delle Regioni e Province autonome il 24 gennaio 2013 e confluirà nel Programma nazionale di riforma 2013, da presentare alla Commissione europea entro il 30 aprile 2013.


Note:

1.  Cfr i temi portanti di cui al Position Paper dei servizi della Commissione sulla preparazione dell’Accordo di partenariato e dei programmi in Italia per il periodo 2014-2020 e al documento “Metodi e Obiettivi per un uso efficace dei Fondi comunitari 2014-2020”.

Documento allegato: Allegato_-Raccomandazioni-Consiglio-su-PNR-2012


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