prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 28 marzo 2014

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Fondo sociale europeo, definite le priorità per il 2014 - 2020

di Roberta Giangiorgi
Tecnostruttura - Settore Comunicazione

Il commissario Ue all'Occupazione, affari sociali e inclusione László Andor e il ministro del Lavoro greco Giannis Vroutsis hanno aperto l’evento di lancio della nuova programmazione del Fondo sociale europeo 2014-2020, organizzato dalla Commissione europea e dalla Presidenza greca del Consiglio europeo. Una due giorni di lavori - 6 e 7 febbraio 2014 a Bruxelles - dedicata ad approfondire le politiche che il Fondo sociale europeo può e deve supportare alla luce delle priorità di investimento definite per il nuovo ciclo 2014-2020, con quali strumenti e per quali risultati.

Il Fondo sociale europeo è il principale strumento finanziario per mezzo del quale la Ue sostiene l’occupazione e la coesione sociale ed economica degli Stati membri. Per questo nell’incontro si sono affrontati i temi legati a occupazione giovanile, modernizzazione degli servizi pubblici per l’impiego e di mobilità transnazionale, inclusione attiva, efficienza della pubblica amministrazione, piani d’azione congiunti, cooperazione transnazionale, opzioni di costo semplificate, quadro della performance, monitoraggio e valutazione, partenariati e strumenti finanziari.

La conferenza ha preso in esame i metodi tramite cui il Fondo sociale europeo potrà garantire il miglior contributo al conseguimento delle priorità identificate nelle raccomandazioni specifiche per Paese e nei documenti di sintesi dei servizi della Commissione, aiutando gli Stati membri a centrare gli obiettivi di Europa 2020 in materia di occupazione e riduzione della povertà.

Gli workshop tecnici e politici che si sono succeduti hanno avuto l’intento di promuovere un uso efficiente ed efficace dei circa 32 miliardi di euro dei fondi strutturali destinati agli Stati membri nel periodo 2014-2020. La Commissione europea intende agevolare l'uso del Fondo sociale da parte dei Paesi membri, affinché questi possano concentrarsi maggiormente sui risultati e facilitare l'accesso ai finanziamenti, soprattutto per i piccoli beneficiari.

Considerando che il Fondo viene finanziato dagli Stati e che, soprattutto a causa della crisi, c’è stato un crollo della quota investita negli ultimi anni, è stata istituita una soglia minima di partecipazione, calcolata in base alle sfide che ciascun Paese dovrà affrontare: per la prima volta nella storia della politica di coesione, è stata fissata una quota minima per il Fse. Nel periodo 2014-2020, le risorse del Fondo ammonteranno infatti almeno al 23,1% del bilancio della politica di coesione. L’Italia grazie a cospicui investimenti sulle risorse umane, particolarmente nelle Regioni del Mezzogiorno, si impegna ad avere una quota di gran lunga superiore e pari almeno al 32%.

Questa quota rappresenta un limite minimo obbligatorio, mentre la quota effettiva sarà stabilita alla luce delle sfide specifiche che ciascun Paese si troverà a dover affrontare in materia di occupazione, inclusione sociale, istruzione e governance. Le risorse destinate al Fondo sociale europeo nel periodo 2014-2020 saranno rese note una volta adottati gli accordi di partenariato fra la Commissione e ciascun Paese.

Alla soglia minima si aggiunge un’altra serie di interventi volti al potenziamento del Fse: la ricerca di una stretta collaborazione con gli enti nazionali e l’agevolazione della messa in opera effettiva del Fondo per gli Stati membri. Ci sarà, inoltre, una maggiore focalizzazione su obiettivi specifici, in modo da garantire un impatto reale: con una notevole riduzione della genericità delle proposte, è possibile essere più concreti e, quindi, più efficaci. La focalizzazione è il concetto al centro della nuova programmazione 2014-20.

“L’importanza che la Ue dà all’investimento nel capitale umano e il modo in cui lo appoggia” è secondo il commissario Andor “la migliore risposta” agli attuali problemi di disoccupazione, combinati con la crescente povertà e l’esclusione sociale.

Gli investimenti principali del Fse saranno quindi legati alle tematiche della disoccupazione giovanile e dell’inclusione sociale: su questo ultimo è previsto un investimento minimo del 20% del totale del Fondo; per quel che riguarda il tema della disoccupazione giovanile, il Fse sarà al centro delle politiche di contrasto alla disoccupazione e sosterrà, inoltre, con 3 miliardi di euro l’iniziativa europea European Youth Guarantee. Concretezza e collaborazione tra Stati sembrano quindi essere tra le caratteristiche del Fondo sociale europeo per il prossimo settennato. Ora, come ha affermato Andor: “È tempo di mettersi a lavorare sul serio [...] e di rendere effettivi tutti questi investimenti”.

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