Quaderno del 26 giugno 2018
AGGIORNAMENTO
Il PNR delle Regioni come buona prassi italiana al Forum Pa 2018
di Cecilia Cellai
Settore Sviluppo Sostenibile - Tecnostruttura
Il contributo delle Regioni e delle Province autonome al Programma Nazionale di Riforma 2018 è stato indicato nell’ambito del Forum PA 2018 come buona prassi della pubblica amministrazione per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il Forum, diventato un appuntamento tradizionale che quest’anno si è svolto dal 22 al 24 maggio nella cornice romana del Convention Center “La Nuvola” dell’Eur, si è posto come espressione di un momento di riflessione e di approfondimento sul ruolo e le esperienze della pubblica amministrazione; inoltre per il secondo anno consecutivo ha dato luogo alla collaborazione dell’organizzazione di FPA con ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), capitanata dal portavoce prof. Enrico Giovannini, che ha presieduto anche i lavori del panel.
Obiettivo da conseguire: mettere a confronto diversi attori della politica, della pubblica amministrazione e del settore privato, allo scopo di contribuire a realizzare un’Italia sostenibile mediante azioni per un duraturo miglioramento delle condizioni economiche, sociali, ambientali nonché istituzionali del Paese. L’annuale contributo delle Regioni e delle Province autonome italiane al Programma nazionale di Riforma (PNR), pertanto, è stato ospitato nella prima tavola rotonda "Agenda 2030: le sfide dell’innovazione e della governance” del panel “Italia 2030: come portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile", che ha avuto luogo nella seconda giornata del Forum PA 2018, il 23 maggio.
La Conferenza delle Regioni, infatti, ha deciso dal 2016 di impiegare questo strumento di matrice europea a sostegno della strategia di sviluppo sostenibile universale; inoltre il 3 agosto 2017 la Conferenza ha aderito all’ASviS con la convinzione di partecipare con impegno politico all’attuazione del percorso delineato dall’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e dei relativi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs 2030) da conseguire entro il 2030. Il Regional Team PNR (Re.Te.PNR), che ha l’incarico di predisporre annualmente il documento delle Regioni ed è composto dal Cinsedo (Centro interregionale di studi e documentazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome), da Tecnostruttura delle Regioni per il Fse e dal network dei referenti di tutte le Regioni italiane, ha relazionato sul contributo che le Regioni inviano al Governo nell’ambito della composizione del Programma nazionale di Riforma (PNR), il quale costituisce anche la terza sezione del Documento di economia e finanza (DEF).
Quest’anno il PNR delle Regioni è stato approvato nella Conferenza del 10 maggio e vi sono stati analizzati, classificati e lavorati quasi 2.700 provvedimenti regionali di riforma, in risposta alle annuali raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione europea (CSR) indirizzate all’Italia e ai Target della Strategia decennale Europa 2020. Nel documento sono riportati analisi, provvedimenti regionali, nonché si dà evidenza dell’operato delle Regioni con le misure degli interventi di riforma regionali confluenti negli obiettivi dell’Agenda 2030 ed altresì in correlazione coi Risultati Attesi (RA) - derivanti dall’Accordo di Partenariato per la Programmazione dei Fondi SIE 2014-2020. Il contributo delle Regioni è stato indicato, quindi, come buona prassi di capacità amministrativa visto che è messo a disposizione delle istituzioni e del pubblico, declinandolo in termini di sviluppo sostenibile per darne una lettura ed anche rilevanza non solo a livello territoriale, ma anche a livello nazionale ed europeo.
In sintesi di seguito si riportano le principali azioni messe in atto dalle amministrazioni regionali nel corso del 2017, in risposta alle quattro CSR 2017 e agli otto Target UE 2020.
Relativamente alla politica di bilancio, le Regioni hanno contribuito al raggiungimento del SDG 17, proseguendo con le azioni finalizzate alla riduzione del rapporto debito pubblico/PIL, impegnandosi nella revisione della spesa regionale come parte integrante del processo di bilancio; hanno anche attuato processi e programmi di privatizzazione, riorganizzazione e razionalizzazione delle partecipazioni societarie. Riguardo alle politiche fiscali, le Regioni hanno fornito il proprio contributo mediante interventi volti a: ridurre e trasferire il carico fiscale gravante sui fattori produttivi verso imposte meno penalizzanti per la crescita; rivedere le agevolazioni fiscali, per ridurne numero ed entità; migliorare e semplificare gli adempimenti tributari, ampliando l’uso obbligatorio dei sistemi elettronici di fatturazione e pagamento per contribuire alla lotta all’evasione fiscale e al lavoro sommerso (CSR1).
Con riferimento alla CSR 2, per quanto riguarda l’efficienza della pubblica amministrazione, le Regioni hanno adottato processi di rimodulazione e incentivazione delle politiche del personale e del management pubblico (riforma del pubblico impiego); inoltre, per favorire il completamento della riforma della P.A. hanno effettuato interventi con sistemi di nuova governance locale. Hanno attuato misure di riforma dei servizi pubblici locali in ambito sanitario, nel settore energetico e dei trasporti. Per la trasparenza hanno attuato l’istituto dell’accesso civico, nonché adottato leggi o regolamenti per l’attività di rappresentanza di interessi nei processi decisionali pubblici. Sono state emanate leggi e linee guida per le stazioni appaltanti, gli operatori economici e varati incentivi all’adozione dei sistemi Green Public Procurement. Sul contrasto alla criminalità organizzata/corruzione hanno attivato percorsi formativi sull’etica e la legalità, sviluppato banche dati per la mappatura dei processi a rischio corruttivo; adottato piani, patti di integrità e protocolli di vigilanza di prevenzione della corruzione e della trasparenza, specie sugli appalti pubblici; attuato misure per le tutela per i dipendenti pubblici segnalatori di irregolarità, nonché centri di documentazione sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso; avviato servizi di consulenza gestionale per uffici giudiziari, progetti formativi di perfezionamento delle competenze; sottoscritto convenzioni interistituzionali per la condivisione di infrastrutture, servizi e banche dati per la diffusione della giustizia digitale. Altro tema centrale è la concorrenza. I temi riconducibili al PNR nazionale attengono alle misure intraprese dalle Regioni a sostegno della concorrenza nelle professioni regolamentate, nonché nei settori della sanità, dei trasporti e del commercio. Sono stati attivati interventi a favore della riduzione degli oneri regolatori in attuazione dell’Agenda per la Semplificazione. Inoltre, le Regioni hanno operato in attuazione dell’Agenda Digitale e in favore della Banda Ultra Larga, concentrando interventi per una migliore e più efficace interoperabilità dei servizi e per una ICT a favore di cittadini e imprese (Piano triennale ICT). In generale su questa raccomandazione l’azione regionale ha contribuito al conseguimento degli SDGs 5, 10, 12, 14, 16, 17.
Per quanto riguarda la terza raccomandazione, le Regioni si sono impegnate per la competitività del contesto produttivo con interventi strutturati in attuazione del Piano nazionale Impresa 4.0. Hanno favorito l’accesso al credito di piccole e medie imprese, start up e imprese innovative, con l’obiettivo di ridurre il gap di credito bancario e promuovere una più ampia diffusione di strumenti di finanziamento alternativi, più idonei a sostenere e soddisfare i bisogni derivanti dal complesso sistema produttivo. Hanno operato per superare le crisi d’impresa e far emergere il potenziale di crescita e di innovazione delle PMI, per l’attrazione di investimenti esteri e il monitoraggio di misure alternative al credito bancario. Gli interventi regionali hanno contribuito al raggiungimento degli SDGs 8,9.
In materia di lavoro e welfare (CSR 4 e Target 1), le Regioni hanno segnalato il maggior numero di interventi che testimoniano la priorità conferita a queste tematiche. Sono descritti nel merito nel Contributo delle Regioni al PNR 2018 e analizzabili nel dettaglio dell’allegata Griglia consuntiva. In generale si tratta di azioni regionali che concorrono al conseguimento degli SDGs 3,4,5,8,9,12. Vanno evidenziati le azioni di sistema per l’implementazione e il monitoraggio delle politiche attive del lavoro, connesse alla riforma dei servizi per l'impiego. Sono poi state realizzate azioni per l’occupazione femminile e giovanile, nonché di supporto alla creazione d'impresa e allo sviluppo produttivo e occupazionale.
Numerosi gli interventi di lavoro e welfare combinati per rispondere anche agli obiettivi del Target 8. Si possono citare gli interventi a sostegno della famiglia, dell’inclusione attiva delle categorie più fragili, di contrasto alla povertà con l’attivazione di servizi e infrastrutture socio-educative e socio-assistenziali, nonché per l’ampliamento del reddito di inclusione e per il coordinamento con le misure regionali di sostegno al reddito. Per questo Target gli SDGs di riferimento verso i quali si è indirizzata l’azione regionale sono SDGs 1,2,10,11,12,17.
Le Regioni hanno incrementato il sostegno all’ innovazione nelle imprese; attuato vari interventi di rafforzamento dei sistemi regionali per l’innovazione; attuato interventi per aumentare l’incidenza di specializzazioni innovative; promosso nuovi mercati per l’innovazione; fornito supporto sostanziale a start up e PMI Innovative (Target 2). Gli interventi regionali hanno contribuito al raggiungimento degli SDGs 3,9, 17.
Rispetto ai Target ambientali 3, 4 e 5, si è proceduto ad una lettura congiunta con il criterio guida della sostenibilità. Le Regioni sono state impegnate nel coniugare al meglio la necessità di ridurre i propri consumi energetici, incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, rispettando la tutela del paesaggio, del territorio e dell’ambiente. Si è cercato allora di render conto anche degli interventi che afferiscono all’ambiente urbano e che contribuiscono allo sviluppo della mobilità sostenibile nelle aree urbane, sia in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sia in termini di aumento dell’efficienza energetica. Sono emersi interventi relativi alla digital transformation, a servizi smart di città e comunità intelligenti per semplificare e agevolare i rapporti con cittadini e imprese. Si è dato spazio anche alle attività regionali importanti per la transizione verso un’economia circolare e per la gestione efficiente delle risorse (acqua e rifiuti), in cui si attuino la riduzione degli sprechi e attenti modelli di consumo. Particolare attenzione è stata riservata alla gestione delle risorse naturali, materiali ed energetiche, in termini sia di lotta al cambiamento climatico, sia di prevenzione e mitigazione dei rischi idrogeologici. In generale si tratta di azioni regionali che concorrono al conseguimento degli SDGs 2,3,5,6,7,8,11,12,13,14,15.
Le Regioni hanno assegnato priorità anche ai temi compresi nel Target 6, per ridurre il fallimento formativo precoce e la dispersione scolastica, in risposta anche al raggiungimento del SDG 4. Sono state attivate numerose iniziative territoriali, volte a potenziare i processi di apprendimento e orientamento scolastico e le competenze chiave degli studenti. Al fine di aumentare l’attrattività del sistema scolastico, sono stati attivati interventi per ridurre il fallimento formativo e aumentare le competenze e l’apprendimento permanente, in modo da contrastare l’abbandono e rafforzare il legame tra la scuola, il territorio, le imprese, le famiglie e i cittadini. L’obiettivo del rafforzamento del diritto allo studio ha riguardato anche strumenti economici per il sostegno delle spese necessarie per la frequenza scolastica. Sono stati, inoltre, attuati numerosi interventi formativi rivolti ai giovani a rischio di esclusione scolastica e socio-lavorativa, con particolare attenzione allo sviluppo e all’implementazione del “sistema duale”. In riferimento al collegato Target 7 (SDG 4), sull’innalzamento dei livelli di competenze, di partecipazione e di successo formativo nell’istruzione universitaria e/o equivalente, sono state messe in opera azioni volte a promuovere il rafforzamento del capitale umano con l’offerta dei percorsi di ITS e IFTS, in linea con le vocazioni territoriali, sia per aumentare la partecipazione dei giovani all’istruzione terziaria sia per favorirne l’inserimento nel mercato del lavoro.