prima pagina indice del numero stampa questa pagina esporta in pdf Quaderno del 26 giugno 2015

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Uno sguardo ai Target nazionali della Strategia Europa 2020


Uno sguardo ai Target nazionali della Strategia Europa 2020


Glossario:

Le Raccomandazioni ai sensi dell’articolo 121 par. 2 del TFUE sono quelle che il Consiglio dell’unione Europea adotta per definire gli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione. Le Raccomandazioni ai sensi dell’articolo 148 par. 4 del TFUE sono invece quelle che il Consiglio dell’Unione Europea può rivolgere agli Stati membri, se lo considera opportuno sulla base dell’esame delle relazioni annuali sull'attuazione delle politiche in materia di occupazione che gli Stati membri trasmettono alla Commissione. Entrambe le raccomandazioni si inscrivono nell’ambito del semestre europeo e seguono la presentazione da parte degli Stati membri dei Programmi Nazionali di Riforma; esse riguardano “sfide strutturali che possono essere affrontate mediante investimenti pluriennali che ricadono direttamente nell’ambito di applicazione dei Fondi SIE”. 

 

Fonte: Artt. 121 e 148 del Trattato sul Funzionamento dell’UE; articolo 2 punto 35 del Regolamento (UE) n. 1303/2013 recante Disposizioni comuni sui Fondi SIE



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Dal 2011, con il passaggio dalla strategia di Lisbona a Europa 2020 e l'istituzione del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, il PNR, ai sensi della Legge 7 aprile 2011 n. 39, è confluito nel Documento di Economia e Finanza - DEF e ne costituisce la sezione III. A seguito della confluenza del PNR nel DEF la redazione del PNR è curata dal dipartimento del Tesoro, d'intesa con il dipartimento delle Politiche europee.

Il Programma Nazionale di riforma (PNR) è il documento che definisce annualmente gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla Strategia Europa 2020. Si tratta di un documento che ciascuno Stato membro presenta alla CE con cadenza annuale (nel mese di aprile) nel cui ambito sono indicati: lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti; gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività; le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità; i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione.

 

Fonte: Dipartimento Politiche Europee http://www.politicheeuropee.it/attivita/17522/programma-nazionale-di-riforma



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Nel giugno 2010 il Consiglio europeo ha adottato la Strategia Europa 2020 al fine di stimolare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La strategia individua gli obiettivi principali della UE per la ricerca e l'innovazione, il cambiamento climatico e l'energia, l'occupazione, l'istruzione e la riduzione della povertà per il 2020, che debbono tradursi in obiettivi nazionali. Gli orientamenti integrati Europa 2020 e sette iniziative quadro delineano in modo preciso il percorso verso una crescita sostenibile e in grado di creare nuovi posti di lavoro.

La strategia s'impernia su cinque obiettivi riguardanti l'occupazione, la ricerca, l'istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l'energia.
Perché la strategia Europa 2020 dia i frutti sperati, è stato istituito un forte ed efficace sistema di governo dell'economia per coordinare le azioni a livello UE e a livello nazionale.

I 5 obiettivi (Target) che la UE è chiamata a raggiungere entro il 2020 sono:
1. Occupazione: innalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni);
2. R&S: aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL dell'UE ;
3. Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica: riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; aumento del 20% dell'efficienza energetica
4. Istruzione: Riduzione dei tassi di abbandono scolastico precoce al di sotto del 10% ; aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria;
5. Lotta alla povertà e all'emarginazione: almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno.



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Per quanto riguarda la risposta delle Regioni ai Target nazionali della Strategia Europa 2020 si è tenuto un approccio operativo volto a evidenziare gli interventi, le realizzazioni e i risultati per il conseguimento degli obiettivi. Anche in questo caso, come per le CSR, gli interventi regionali sono stati ricondotti a specifici temi per ciascun Target (Misure).

Nello specifico gli interventi riferiti al Target 1 Tasso di occupazione, seppure fortemente correlati con i moniti indicati nella CSR 5, assumono ulteriori caratteristiche di trasversalità specializzazione delle azioni rispetto ai destinatari. Nel 2014 il concorso delle Regioni al raggiungimento di questo target (16 Regioni hanno risposto) è stato caratterizzato da una forte integrazione con la dimensione europea delle strategie di intervento (definizione dell’Accordo di Partenariato dell’Italia per la programmazione dei fondi SIE 2014-2020 e avvio dei programmi operativi territoriali, processo di consultazione avviato dalle istituzioni europee per la revisione di medio termine degli obiettivi fissati da Europa 2020). Le amministrazioni regionali hanno cercato di definire strategie innovative per la fuoriuscita dalla crisi e per il rilancio della crescita, operando prevalentemente sulla definizione di strumenti di avvicinamento tra la formazione e il lavoro (12 Regioni), e sul sostegno alla competitività delle aziende ed ai livelli occupazionali (11 Regioni), ma anche sull’adattabilità del lavoro e dei lavoratori e sull’orientamento e rafforzamento delle competenze e dell’empowerment delle persone.  

Per quanto riguarda il Target 2 Ricerca e sviluppo, data la situazione di recessione economica che sta attraversando l’Italia in questi ultimi anni, si è rafforzata la necessità di far emergere nuove fonti di crescita e competitività, basate su attività ad alto contenuto di conoscenze e a elevata produttività, in grado di garantire una rapida ripresa dell’economia. Le Regioni che hanno risposto su questo Target sono diciotto, dando priorità agli investimenti pubblici nella ricerca e nell’innovazione, puntando sull’effetto leva rispetto agli investimenti privati e nella consapevolezza che tali investimenti svolgono un ruolo fondamentale nel rilanciare la crescita sostenibile. I principali temi su cui si è concentrata l’azione regionale sono: il rafforzamento del sistema innovativo e della ricerca regionale (7 Regioni); il potenziamento della domanda di ICT delle imprese e digitalizzazione della PA - Agenda Digitale, banda ultra larga anche nelle aree rurali (10 Regioni); il sostegno allo sviluppo di specializzazioni innovative in perimetri ad alta intensità applicativa (11 Regioni); sostegno alla creazione di start up innovative iniziative di spin-off della ricerca (8 Regioni); la promozione dell’attività di innovazione delle imprese (11 Regioni); la promozione del ricorso a forme aggregative tra le imprese - distretti industriali e reti innovative (3 Regioni); il sostegno ad attività collaborative di R&S realizzate da imprese in collegamento con soggetti della ricerca, Università e aggregazioni pubblico - private (8 Regioni); la qualificazione del capitale umano e promozione della competitività dei giovani ricercatori (4 Regioni); il rafforzamento e qualificazione della domanda di innovazione della pubblica amministrazione (2 Regioni).

In questo PNR i target ambientali Target 3 Emissioni di gas serra, Target 4 Fonti rinnovabili, Target 5 Efficienza energetica assumono una particolare importanza; è da segnalare che nel 2014 le Regioni hanno partecipato ai processi di rafforzamento e di coesione nazionale per il perseguimento di obiettivi europei e internazionali (2), in considerazione del fatto che la  componente ambientale (green economy, sviluppo locale, sviluppo sostenibile) viene considerata un motore propulsivo della valenza economica. I target ambientali sono stati declinati, dove possibile, in misure quanto più corrispondenti agli obiettivi e ai risultati attesi individuati dalle Regioni nei Programmi Operativi rispetto all’Accordo di Partenariato dei Fondi SIE 2014-2020. Inoltre va evidenziato che è stato scelto di procedere ad una lettura combinata dei provvedimenti normativi indicati nei target ambientali con l’impostazione della CSR 8, che ha posto un focus sulle infrastrutture energetiche, così da consentire una visione degli impegni assunti dalle Regioni per collaborare col livello nazionale a superare le strozzature che ostacolano il corretto funzionamento del mercato dell’energia. Nello specifico per il Target 3 gli interventi regionali (10 Regioni hanno risposto) sono stati ricondotti alle seguenti misure: aria (3 Regioni), riduzione delle emissioni di gas serra e aumento del sequestro di carbonio in agricoltura e nelle foreste (4 Regioni), aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane (8 Regioni), mobilità sostenibile – ciclisitica (3 Regioni). Al Target 4 hanno risposto sedici Regioni, indicando azioni che sono state classificate secondo le seguenti fattispecie: interventi a supporto della programmazione degli enti locali (9 Regioni), incentivi a favore delle fonti rinnovabili (10 Regioni), aumento dello sfruttamento sostenibile delle bioenergie (4 Regioni). Infine per il Target 5 le Regioni che hanno risposto sono quattordici e hanno sostenuto interventi strategici per l’adozione di soluzioni tecnologiche per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica, promuovendo installazioni di sistemi automatici di regolazione (sensori di luminosità, sistemi di telecontrollo e di telegestione energetica della rete) (10 Regioni); riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazione di fonti rinnovabili (impianti termici) (6 Regioni); riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazione di fonti rinnovabili (Edilizia pubblica/privata) (11 Regioni); efficientamento energetico a favore delle imprese (3 Regioni); Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) (2 Regioni).

Con riferimento al Target 6 Abbandono scolastico, l’attività delle Regioni (14 Regioni hanno risposto) è stata ricondotta ad alcune specifiche aree di intervento: potenziamento dei percorsi triennali e quadriennali di IeFP (8 Regioni); misure di finanziamento volte al diritto allo studio (4 Regioni); interventi formativi rivolti ai giovani a rischio di esclusione scolastica e socio-lavorativa (9 Regioni); predisposizione di strumenti informativi e anagrafici (Anagrafi regionali degli Studenti) utili alla programmazione in materia di istruzione e formazione e per il contrasto alla dispersione scolastica (1 Regione); azioni di sistema per la razionalizzazione ed equa distribuzione territoriale dell’offerta formativa con lo scopo di garantire continuità didattica, l’integrazione fra le professionalità dei docenti dei diversi gradi nonché l’efficienza nell’impiego delle risorse umane, finanziarie e strumentali nonché di misure finalizzate all’acquisto di attrezzature didattiche (6 Regioni); sistemi di Orientamento permanente (2 Regioni).

In merito al Target 7 Istruzione universitaria le Regioni (11 Regioni hanno risposto) per concorrere al raggiungimento dell’obiettivo nazionale hanno operato su diversi fronti: percorsi annuali di Istruzione Formazione Tecnica Superiore (IFTS) (1 Regione), percorsi ITS e poli Tecnico-professionali (5 Regioni), apprendistato III livello (6 Regioni), progetti innovativi/integrativi tra Atenei e sistema produttivo (5 Regioni), borse di Ricerca (2 Regioni) per il finanziamento di attività a sostegno di un maggiore e migliore raccordo fra alta formazione, ricerca e mercato del lavoro, diritto allo studio Universitario (4 Regioni), progetti speciali volti a innalzare il livello delle competenze dei cittadini nell’ambito della formazione terziaria, con priorità assegnata alle fasce più deboli della popolazione (1 Regione).

Al Target 8 Contrasto alla povertà le Regioni (16 Regioni hanno risposto) hanno elaborato strategie di contrasto alla povertà che affrontano le diverse dimensioni del concetto europeo di inclusione sociale; hanno quindi indicato azioni per: interventi di sostegno alle famiglie a rischio di povertà ed esclusione sociale per l’accesso ai servizi essenziali (11 Regioni); interventi di potenziamento/consolidamento/qualificazione dei servizi e delle infrastrutture di cura e socio-educative nonché della rete dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari territoriali (11 Regioni); implementazione del sistema dei servizi rivolti alla persone con disabilità (6 Regioni); iniziative di supporto a soggetti/famiglie in condizioni di disagio abitativo (4 Regioni); interventi per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone maggiormente vulnerabili (10 Regioni); interventi di Inclusione sociale in favore di migranti e ROM (5 Regioni); interventi di inclusione socio-lavorativa in favore di soggetti sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria (2 Regioni); iniziative di contrasto all’abuso e allo sfruttamento sessuale (4 Regioni).


Note:

(2): In ambito di Comitato Interministeriale Affari Europei - CIAE per la costruzione della posizione italiana rispetto all’attuazione del Pacchetto Clima-Energia Direttiva 2009/29/CE; partecipazione al processo di revisione di metà periodo della Strategia Europa 2020 adottando l’approccio della governance multilivello; composizione dei Programmi operativi per l’impiego dei Fondi SIE anche con riferimento agli obiettivi tematici più specificatamente ambientali previsti nell’accordo di partenariato