Quaderno del 18 giugno 2021
FOCUS PNR - ITS
PNR - Istruzione e formazione terziaria professionalizzante
di Luca Sciarretta
Tecnostruttura - Settore Istruzione E Formazione
Come evidenziato dai dati dell’OECD (1), l’espansione dell’istruzione terziaria è ormai una tendenza mondiale. Nel decennio compreso tra il 2009 e il 2019, la quota di adulti di età compresa tra i 25 e i 34 anni con una qualifica dell’istruzione terziaria è aumentata in tutti i Paesi dell’OCSE.
In Italia nel 2019, il 28% dei 25-34enni era titolare di una qualifica dell’istruzione terziaria rispetto al 45% in media, nei Paesi dell’OCSE. Se le attuali tendenze dovessero continuare, si prevede che in Italia l’1% degli adulti dovrebbe iniziare un ciclo breve dell’istruzione terziaria prima di aver compiuto 25 anni di età rispetto a una media del 10% nei Paesi dell’OCSE.
Il sistema degli ITS è attualmente composto a livello nazionale (dati INDIRE aggiornati a febbraio 2021) da 109 ITS con 723 percorsi attivi, ai quali sono iscritti 18.528 alunni. I soggetti partner delle fondazioni sono 2.856, di cui 1.115 imprese e 129 associazioni di imprese. Un sistema in crescita costante, passato dai 1.098 diplomati del 2013 ai 3.536 del 2018.
Dalla loro nascita e attraverso investimenti di origine prevalentemente regionale, gli ITS hanno triplicato il numero degli studenti coinvolti nel sistema. Un canale formativo strettamente legato ai sistemi produttivi territoriali, orientato alla minimizzazione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Anche in tempi di pandemia e nonostante mesi di lockdown, lo scorso anno l’80% dei diplomati degli Istituti tecnici superiori ha trovato un lavoro a un anno dal titolo. Un dato sostanzialmente in linea all’82,6% del periodo pre-pandemia (INDIRE 2021). Una realtà che però stenta a prendere piede se si considera che gli iscritti agli ITS rappresentano l’1,7% del totale degli iscritti a un percorso di studi terziario (OECD 2019).
La pandemia globale da Covid-19 ha reso ancor più evidente quella che era già una tendenza in atto all’interno del nuovo paradigma produttivo legato alla quarta rivoluzione industriale: la necessità di un ripensamento profondo e radicale dell’attività lavorativa e dei sistemi formativi per la qualificazione e riqualificazione della forza lavoro ad essa collegati. Ai sistemi formativi si richiede, quindi, una sempre maggiore capacità di sviluppo adattivo e di prefigurazione delle esigenze, in termini di competenze, che le nuove “smart factory” esprimeranno nel medio-lungo periodo. In termini concreti la stessa pandemia non ha ridimensionato la domanda di super-tecnici delle imprese italiane, anzi, ci sono settori chiave come il metalmeccanico, l’ICT, l’alimentare, ma anche la moda, il legno-arredo, le costruzioni e il chimico-farmaceutico che cercano giovani tecnici, ma non riescono a reperirli sul mercato.
La pandemia ha posto inoltre il sistema ITS difronte alla sfida di dover rimodulare la propria attività didattica in tempi molto ristretti. Una necessità dettata non solo dalle 18 settimane di chiusura effettiva delle scuole (UNESCO, 2020), ma anche dalla interruzione delle attività produttive all’interno delle quali si svolge almeno il 30% delle attività di stage e tirocinio previste all’interno dei percorsi ITS.
In tal senso le Regioni si sono prontamente adoperate al fine di garantire le stesse opportunità e le medesime condizioni di fruizione previste per i percorsi universitari, all’interno delle norme nazionali che si sono succedute per regolare le attività didattiche durante la pandemia. Pertanto a tutti gli studenti degli ITS è stata data la possibilità di proseguire le attività didattiche, prevedendo una erogazione dei percorsi per il 100% tramite metodologie di didattica a distanza, fatte salve le attività e gli insegnamenti relativamente al primo anno di studi e le attività di laboratorio e gli stage. Per quanto riguarda queste ultime è stata poi prevista la possibilità di svolgimento in presenza nel rispetto dei protocolli di sicurezza. In modo ulteriore, per le attività di stage, sono state elaborate metodologie alternative per il tramite di specifici project work concordati con le imprese al fine di dare la possibilità agli studenti di completare i propri percorsi didattici senza subire eccessivi ritardi.
Ad oggi le linee guida del Recovery Fund indicano tra i primi driver proprio la formazione e l’occupazione giovanile e il PNRR ha destinato 1,5 miliardi di euro in 5 anni agli ITS. Una occasione per il consolidamento del sistema nel suo complesso e per un suo ulteriore sviluppo
(1): OECD (2020), Education at a Glance 2020: Italy Contry note, OECD Publishing, Pari