News dall'Europa - Quaderno del 20 dicembre 2013
News dall'Europa
La nuova politica di coesione dell'UE: un impatto ancora piĆ¹ forte e mirato sulla crescita e sull'occupazione
di Lucio Battistotti
Direttore Della Rappresentanza In Italia Della Commissione Europea
La politica di coesione dell'Unione europea, con un bilancio complessivo per il periodo 2014-2020 di 325 miliardi di euro destinati alle regioni e alle città dell'Unione europea e all'economia reale, si conferma come il principale strumento di investimento nelle Regioni europee. Ha l'obiettivo di creare nuovi posti di lavoro, assicurare il necessario sviluppo economico e sostenere le piccole e medie imprese.
Insomma, per usare le parole del Commissario europeo, responsabile per Politica regionale Johannes Hahn, "uno strumento di vitale importanza per la crescita in Europa" per affrontare le problematiche legate alla crescita, all'occupazione, all'esclusione sociale, ai cambiamenti climatici e alla dipendenza energetica.
Gli ultimi mesi sono stati spesi in negoziati difficili e serrati tra i vari attori istituzionali e hanno portato a un risultato importante: la riforma della Politica di coesione con lo scopo, di massimizzare l'impatto degli investimenti in tutte le regioni dell'UE, quelle meno sviluppate, quelle in transizione e quelle più sviluppate. Vorrei soffermarmi su alcuni punti, a mio avviso, essenziali di questa nuova impostazione.
Innanzitutto, gli investimenti si concentreranno nei settori chiave per la crescita: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ed economia a bassa emissione di carbonio. Circa 100 miliardi di euro finanzieranno questi settori e almeno 23 miliardi di euro sosterranno il passaggio a un'economia a bassa emissione di carbonio, investendo in efficienza energetica ed energie rinnovabili. Circa 66 miliardi di euro saranno invece consacrati alle reti trans-europee di trasporto e a progetti per l'infrastruttura ambientale.
Grazie al Fondo sociale europeo (Fse) la politica di coesione interverrà significativamente nel campo dell'occupazione, ad esempio mediante azioni di formazione, di istruzione e di inclusione sociale. Almeno il 20% del Fondo sarà stabilito in funzione delle esigenze di ciascuno Stato membro. Per favorire l'occupazione giovanile, almeno 6 miliardi di euro del Fondo sociale europeo, sosterranno l'attivazione della garanzia per i giovani.
Per ottenere gli effetti desiderati dalla nuova politica di coesione, sarà importante per gli Stati membri definire le condizioni e le aree d'investimento prioritarie, prima che i finanziamenti siano convogliati, in modo da garantirne l'efficacia. Gli Stati e le regioni dovranno annunciare quali obiettivi intendono raggiungere con le risorse disponibili e identificare in che modo agiranno e misureranno i progressi compiuti; ciò consentirà un monitoraggio regolare e, nonché la possibilità che i programmi con i migliori risultati ricevano ulteriori finanziamenti.
Sarà utile inoltre, definire una strategia comune per assicurare un migliore coordinamento ed evitare le sovrapposizioni, migliorando così il coordinamento tra i Fondi strutturali e di investimento europei, assicurando un migliore collegamento con gli altri strumenti dell'UE, come Orizzonte 2020, il meccanismo per collegare l'Europa e il programma per l'occupazione e l'innovazione sociale.
Di fondamentale importanza sarà l'alleggerimento della burocrazia attraverso un insieme comune di regole per tutti i Fondi strutturali e di investimento europei. Inoltre regole di contabilità più semplici, oneri di rendicontazione più mirati e un maggior uso delle tecnologie digitali, semplificheranno l'accesso agli investimenti.
Visto il contesto attuale, un elemento importante è costituito dalla semplificazione dell'accesso al credito per le piccole e medie imprese, che riceveranno maggiore sostegno tramite strumenti finanziari come prestiti, garanzie e incentivi, e anche maggiori tassi di cofinanziamento.
Un accento particolare sarà inoltre posto sullo sviluppo della dimensione urbana della politica e sul rafforzamento della cooperazione transfrontaliera.
Infine, ma altrettanto importante, si rileva il desiderio di correlare meglio la Politica di coesione alla più ampia governance economica dell'UE. Gli Stati membri dovranno affrontare le riforme identificate nelle raccomandazioni per paese, nel contesto del Semestre europeo. Questo significa che i programmi nazionali di utilizzo dei Fondi strutturali dovranno essere in linea con i rispettivi Piani nazionali di riforma, adottati nell'ambito del Semestre europeo. La Commissione potrà chiedere agli Stati membri, in base alla clausola della cosiddetta "condizionalità macroeconomica", di modificare i programmi per sostenere le principali riforme strutturali. Solo in ultima istanza, qualora le raccomandazioni economiche venissero violate ripetutamente e gravemente, la Commissione potrebbe scegliere di sospendere l'erogazione dei finanziamenti.
Questo appuntamento è importantissimo per l'Italia e per le sue Regioni. Il nostro Paese sarà nei prossimi 7 anni il secondo beneficiario dell'Unione con una dotazione del bilancio UE di più di 29 miliardi di euro a cui si aggiungerà il cofinanziamento nazionale. Siamo in fase di definizione dell'accordo di partenariato tra il governo e la Commissione che definirà le priorità di spesa e di intervento. Il Commissario Hahn ha commentato positivamente la bozza di accordo di partenariato sottopostagli dal governo italiano definendola "un'ottima base per discutere con la Commissione il lancio, possibilmente già all'inizio del 2014, della nuova generazione di programmi".
Per usare una metafora sportiva, la buona partenza sarà determinante anche per l'andamento della corsa e per l'arrivo. È una gara questa che non si può perdere.
Ascolta le puntate di "22 minuti" la trasmissione radiofonica curata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea
In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea
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