News dall'Europa - Quaderno del 28 giugno 2013
News dall'Europa
A luglio i negoziati sul libero scambio tra UE e USA
di Lucio Battistotti
Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea
Ormai è ufficiale: i negoziati sul nuovo accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l'Unione europea partiranno a luglio. A dare il fatidico annuncio al G8 appena conclusosi sono stati gli attori principali di questo processo - i Presidenti Obama, Barroso e Van Rompuy.
Ma entriamo un po' di più nella sostanza e nelle dimensioni di questo negoziato e nell'accordo che ne potrebbe derivare.
Il Partenariato transatlantico su commercio e investimenti (questa è la denominazione ufficiale) è un accordo commerciale che sarà negoziato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti. I negoziati saranno volti ad eliminare gli ostacoli commerciali (tariffe, normative inutili, restrizioni agli investimenti, ecc.) in una vasta gamma di settori economici, semplificando l'acquisto e la vendita di beni e servizi. Le parti contraenti desiderano inoltre facilitare gli investimenti delle proprie aziende in entrambe le economie.
Quanto premesso comporterebbe notevoli vantaggi in termini economici, creando presupposti per il rilancio della crescita e dell'economia su entrambe le sponde dell'Atlantico. Come sempre, prima di decidere di negoziare un accordo commerciale, l'UE ha effettuato una valutazione d'impatto sui potenziali effetti dell'accordo.
L'UE ha inoltre commissionato uno studio indipendente al Centro di ricerca per la politica economica (CEPR) di Londra che suggerisce che il beneficio per l'economia dell'UE potrebbe ammontare a 119 miliardi di euro l'anno — equivalente a un importo supplementare pari a 545 euro per una famiglia media dell'UE - mentre l'economia statunitense potrebbe ricavarne un utile supplementare di 95 miliardi di euro l'anno, pari a 655 euro per famiglia americana. Al tempo stresso i costi sarebbero davvero esigui perché deriverebbero dall'eliminazione delle tariffe doganali e dalla soppressione delle norme inutili e delle lungaggini amministrative che rendono difficile acquistare e vendere oltreoceano.
La crescita economica supplementare che si sprigionerebbe da un tale accordo sarà vantaggiosa per tutti. Rilanciare il commercio è un buon modo di dare impulso alle nostre economie, creando una maggiore domanda e offerta senza dover aumentare la spesa o l'indebitamento pubblici. In questo senso, l'accordo sarebbe il più economico pacchetto di stimolo che si possa immaginare.
Qualcuno potrebbe dire che questo andrà a scapito della qualità dei nostri prodotti, della salute, della sicurezza dei consumatori, ecc. Non è così: i negoziati non avranno quale obiettivo di ridurre le garanzie per i cittadini/consumatori ma quello di abolire gli oneri burocratici inutili e costosi. Non si faranno compromessi in alcun caso in materia di sicurezza, tutela dei consumatori o ambiente, ma vi sarà una disponibilità a valutare in modo pragmatico se si possa fare meglio e in maniera più coordinata determinate cose.
Per esempio, l'Europa ha tutto l'interesse di migliorare l'accesso dei propri prodotti alimentari di qualità sul mercato USA. Al momento, alcuni prodotti alimentari europei, come le mele e vari formaggi, sono vietati sul mercato statunitense; altri sono penalizzati da elevati dazi applicati dagli USA — carni 3%, bevande 22-23% e prodotti lattiero-caseari fino al 139%. L'eliminazione di questi e di altri ostacoli contribuirà a rafforzare le esportazioni UE verso gli Stati Uniti.
Nell'attuale situazione di crisi economica "strutturale" questi negoziati possono portare veramente ad una svolta epocale. Si tratta anche di un' evoluzione naturale che conferma una partnership ormai consolidata nel tempo in cui entrambi i partner hanno solo da guadagnare.
Ascolta le puntate di "22 minuti" la trasmissione radiofonica curata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea
In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea
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