News dall'Europa - Quaderno del 31 marzo 2016

News dall'Europa

Il piano di investimenti per l'Europa. Stimolare gli investimenti per sostenere la ripresa economica

Commissione europea - Rappresentanza in Italia

di Claudia De Stefanis
Capo settore Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea

La crisi economica e finanziaria mondiale degli ultimi anni ha colpito duramente il tessuto imprenditoriale dell’Unione europea. Rispetto al picco del 2007, gli investimenti sono crollati del 15%, percentuale che sale addirittura al 25% in Italia. Pur in presenza di liquidità finanziaria, gli investimenti sono stati frenati dall’incertezza delle prospettive economiche e dall’entità del debito pubblico e privato in molti Paesi dell’Unione. A questa difficile situazione, l’Unione europea ha risposto con il piano di investimenti per l'Europa, adottato nel novembre 2014 come uno dei primissimi interventi della Commissione Juncker, volto a rilanciare gli investimenti, favorire il recupero di produttività e competitività dell’economia europea e sostenere la ripresa dell'occupazione.

L’architettura del piano
Il piano è articolato in tre grandi linee di azione: in primo luogo, un uso più intelligente dei fondi pubblici per stimolare gli investimenti privati, tramite lo sviluppo di strumenti finanziari più efficaci, con una maggiore capacità di assorbire il rischio. In secondo luogo, una maggiore trasparenza delle opportunità di investimento e il rafforzamento dei servizi di consulenza alle imprese per permettere di strutturare progetti finanziariamente solidi e capaci di attrarre investimenti. E, infine, la creazione di un contesto più favorevole agli investimenti, tramite una regolamentazione più semplice e prevedibile e la rimozione degli ostacoli agli investimenti esistenti sia a livello europeo che nazionale.

Il Fondo europeo per gli investimenti strategici
Il cardine del piano è il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), il cui obiettivo è consentire alla Banca europea per gli investimenti (BEI) e alla controllata per le PMI, il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), di finanziare un maggior numero di progetti con un profilo di rischio più elevato di quello tradizionalmente servito dalla BEI, senza mettere a rischio il rating di credito della Banca (tripla A).

Il Fondo dispone di una dotazione finanziaria di 21 miliardi di euro: una garanzia di 16 miliardi provenienti dal bilancio dell'UE e 5 miliardi dalla Banca europea per gli investimenti. Sulla base dell’esperienza acquisita nel tempo dalla BEI e dalla Commissione europea, ciò dovrebbe generare un effetto moltiplicatore di almeno 1:15 e stimolare investimenti per un valore di 315 miliardi di euro nell’arco di tre anni.

Grazie al FEIS, la BEI è in grado di rispondere prontamente alle necessità finanziarie in aree in cui le fonti di finanziamento alternative sono scarse o non disponibili. Il FEIS è uno strumento molto flessibile, dettato interamente dalla domanda: non esiste alcuna ripartizione preventiva degli importi disponibili, né settoriale né geografica.

Per essere assistiti dalle garanzie dell’Ue i progetti devono soddisfare alcuni criteri: fattibilità dal punto di vista economico e tecnico, coerenza con le politiche dell'Unione, addizionalità (il che significa che non potrebbero essere realizzati senza il sostegno offerto dalla garanzia dell'Ue) e mobilitazione, ove possibile, di capitali privati. L’obiettivo è indirizzare le risorse su progetti infrastrutturali, come la banda larga e le reti energetiche, i trasporti, la ricerca e lo sviluppo e le energie rinnovabili. Circa un quarto del Fondo è poi dedicato a progetti a sostegno delle piccole e medie imprese (PMI) e delle imprese a media capitalizzazione. La finestra PMI è gestita dal FEI, direttamente per progetti al di sopra dei 7 milioni di euro e tramite intermediari finanziari per progetti di importo superiore.

I primi risultati sono incoraggianti: stando ai dati disponibili all’inizio di marzo 2016, sono più di 200 le operazioni di finanziamento FEIS approvate in 22 dei 28 Paesi dell’UE, per un totale di 10,6 miliardi di euro, mentre gli investimenti totali già ammontano a 76,1 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’Italia, a gennaio 2016 risultano già perfezionate 17 operazioni: 7 progetti infrastrutturali approvati dalla BEI (che spaziano dalla modernizzazione di un’acciaieria all’estensione della banda larga a zone del territorio nazionale finora non coperte fino all’acquisto di nuove carrozze e locomotrici per i treni regionali) e 10 accordi di finanziamento delle PMI firmati dal FEI.

Il polo europeo di consulenza per gli investimenti e il portale dei progetti di investimento europei
Il polo europeo di consulenza per gli investimenti (www.eib.org/eiah), un altro importante tassello del piano di investimenti, è in funzione da settembre 2015. Start-up, piccole imprese e promotori di progetti possono utilizzare i servizi di assistenza e consulenza accessibili sul sito per preparare le proposte da presentare e capire come accedere ai finanziamenti.

Il polo, che riunisce gli attuali programmi di assistenza tecnica della BEI e fornisce ulteriori servizi di consulenza per i casi non rientranti nei programmi esistenti, offre assistenza e consulenza lungo tutto il ciclo di un progetto, dalla prefattibilità al finanziamento. I servizi sono a disposizione di tutti i progetti, e non soltanto di quelli eventualmente ammissibili a un finanziamento della BEI (con o senza garanzia del FEIS).

A fine marzo, poi, dovrebbe essere attivo il portale dei progetti di investimento europei (http://ec.europa.eu/eipp), un nuovo portale web che permetterà a soggetti pubblici o privati, aventi sede nella Ue, che intendono promuovere un progetto di entrare in contatto con potenziali investitori di tutto il mondo. Dovrà trattarsi di progetti aventi un costo non inferiore a 10 milioni di euro, da realizzare entro tre anni dal momento della richiesta di pubblicazione sul portale. Nella fase di pre-lancio, le imprese possono già chiedere la registrazione del progetto attraverso un modulo compilabile online.

Creare un contesto più favorevole agli investimenti
Il piano di investimenti per l’Europa intende infine rimuovere gli ostacoli agli investimenti e dar vita ad un quadro normativo più semplice, più efficace e più prevedibile, sia a livello europeo che a livello nazionale. Per migliorare il contesto in cui operano le imprese e le condizioni di finanziamento, il piano prevede anche progressi verso la realizzazione del mercato unico digitale, dell’Unione dell’energia e dell’Unione dei mercati dei capitali. Secondo le stime, colmando le lacune del mercato unico è possibile generare un ulteriore 11% del PIL dell’Unione europea.

Link utili
Il Fondo europeo per gli investimenti strategici:
http://www.eib.org/efsi/index.htm
Il portale dei progetti di investimento europei: http://ec.europa.eu/priorities/european-investment-project-portal-eipp_en
Il polo europeo di consulenza per gli investimenti: http://www.eib.org/eiah/
Gli ostacoli agli investimenti – schede per Paese:
http://ec.europa.eu/europe2020/challenges-to-member-states-investment-environments/index_en.htm

 

 

  

 

Ascolta le puntate di "22 minuti" la trasmissione radiofonica curata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.


In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea



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