News dall'Europa - Quaderno del 30 settembre 2015
News dall'Europa
Il fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) e il settore dell'energia europea
di Emilio Dalmonte
Direttore f.f. della Rappresentanza in Italia della Commissione europea
Il 28 maggio, dopo solo quattro mesi e mezzo dal giorno in cui la Commissione europea aveva presentato la proposta legislativa del Piano per gli investimenti strategici, i legislatori dell'UE hanno raggiunto l'intesa sul regolamento che istituisce un Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS). Con l'approvazione definitiva del Parlamento europeo il 24 giugno, il Fondo è ufficialmente operativo.
Il Fondo, istituito nell'ambito della Banca europea per gli investimenti, ha lo scopo di mobilitare investimenti aggiuntivi verso l'economia reale in settori come le infrastrutture, l'istruzione, la ricerca, l'innovazione, le energie rinnovabili e l'efficienza energetica. Le piccole e medie imprese e le imprese a media capitalizzazione sono destinatari privilegiati del fondo, che sosterrà i progetti capaci di creare occupazione, crescita e competitività.
Per essere finanziati dal FEIS i progetti dovranno avere alcune caratteristiche importanti come la sostenibilità economica, la loro applicabilità locale e globale, un valore aggiunto europeo, la conformità alle priorità politiche dell'UE, e dovranno cercare di massimizzare i finanziamenti dal settore privato.
Il FEIS e i suoi obiettivi per il settore dell'energia
Tutte le caratteristiche sopra citate sono importanti per il settore dell'energia in Europa. Sin dal suo insediamento come Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha sottolineato quanto fosse importante e necessario completare il mercato unico dell'energia. Una delle dieci priorità della Commissione Juncker è appunto l’"Unione per l'energia".
Gli obiettivi fissati dalla strategia di Unione per l'energia sono ambiziosi. Le priorità sono i progetti di infrastrutture energetiche come le reti del gas e dell'elettricità, l'efficienza energetica e l'energia rinnovabile. Il FEIS è particolarmente adeguato per promuovere investimenti in questo settore: i progetti prevedono un ritorno economico, ma con rischi e volumi a volte troppo importanti per un finanziamento esclusivamente privato. Un intervento del FEIS che prenda in carico una parte del rischio può quindi essere essenziale per sbloccare progetti infrastrutturali.
In particolare, per quanto riguarda l'efficienza energetica, gli obiettivi sono ambiziosi e mirano a un miglioramento del 27% entro il 2030. Il contributo dato dal FEIS potrebbe sostenere il raggiungimento dell'obiettivo entro i termini previsti, infatti, oltre 100 miliardi di euro saranno investiti ogni anno per raggiungere l’obiettivo di efficienza energetica 2030: 89 miliardi in misure di efficienza energetica negli edifici e circa 19 miliardi per migliorare l’efficienza energetica dell'industria. Gli investimenti attuali non raggiungono la metà di questo ammontare. Questo in termini di crescita e occupazione porrebbe le basi per un aumento dei posti di lavoro che potrebbe arrivare a 2 milioni entro il 2020.
Come sottolineato dal regolamento che istituisce il fondo, bisognerà, inoltre, investire anche in progetti di interesse comune tra il settore energetico e settori come ad esempio i trasporti, i servizi urbani e rurali, il sociale e l'ambiente, "progetti – dunque – che rafforzino la base scientifica e tecnologica dell'Unione, atti a produrre benefici per la società e un migliore sfruttamento del potenziale economico e industriale delle strategie relative all'innovazione, alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, compresi infrastrutture di ricerca, e impianti pilota e di dimostrazione, nonché progetti riguardanti il capitale umano, la cultura e la salute".
In questo senso, FEIS è già operativo. Cinque su nove progetti approvati riguardano il settore dell'energia:
Francia e Danimarca: la Banca europea per gli investimenti, nell'ambito del Fondo europeo per gli investimenti strategici ha stabilito un finanziamento di rispettivamente 50 milioni e 75 milioni di euro a un fondo francese e uno danese che operano nel settore dell'energia. Nel primo caso il fondo Capenergie 3 gestito dalla francese Omnes Capital investe nello sviluppo dell'energia rinnovabile. Nel secondo caso si tratta di un fondo "Copenhagen III" che investe in grandi progetti nel settore dell'energia nei territori dell'Europa del nord e dell'ovest e può prevedere un investimento che abbia un orizzonte temporale particolarmente lungo, di 20 anni.
Finlandia: Un prestito a lungo termine di 100 milioni di euro della Banca europea per gli investimenti finanzierà la costruzione di un impianto per il trattamento delle acque reflue nella zona di Blominmäki, Espoo ed è stato pensato per sostituire un vecchio impianto che serviva diversi comuni nell'area di Helsinki. L'impianto è stato progettato per trattare le acque reflue con standard molto elevati, superando gli obiettivi della legislazione sul trattamento delle acque reflue urbane dell'UE e gli obiettivi ambientali locali. I fanghi di depurazione saranno trattati per produrre biogas. Il calore prodotto durante il funzionamento dell'impianto sarà recuperato in maniera efficiente dando vita ad una conseguente generazione di energia termica. I residui solidi saranno trattati ed utilizzati come fertilizzanti agricoli e nutrienti e ad alto contenuto organico.
Spagna: si tratta di un progetto di ricerca nell'area delle biotecnologie, dello sviluppo di processi chimici per le raffinerie, del trattamento dell'acqua, dei sistemi elettrici avanzati e delle energie rinnovabili. Il progetto sarà portato avanti da un centro di ricerca di Abengoa in Andalusia dove il tasso di disoccupazione è molto elevato. Il contributo del FEIS è pari a 50 milioni di euro.
Ascolta le puntate di "22 minuti" la trasmissione radiofonica curata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea
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