News dall'Europa - Quaderno del 26 giugno 2015

News dall'Europa

Piano Juncker, modalità operative e scadenze

Commissione europea - Rappresentanza in Italia

di Lucio Battistotti
Direttore Della Rappresentanza In Italia Della Commissione Europea

L'annuncio di un piano d'investimenti per l'Europa fu fatto dal presidente Juncker già durante il suo discorso d'insediamento. Da allora, in tempi veramente brevi sono stati compiuti importanti passi avanti per la definizione del fondo e di qui a poco questo potrebbe essere operativo.

Il 28 maggio i co-legislatori hanno trovato un accordo sul regolamento relativo al fondo. A soli sei mesi dal suo annuncio, il regolamento è quasi pronto per diventare operativo. Come annunciato in conferenza stampa dal vice-presidente Katainen e dalla vice-presidente Georgieva, dopo l’approvazione del regolamento da parte dei ministri delle Finanze in sede di Consiglio ECOFIN il 19 giugno e dopo il voto del Parlamento europeo del 24 giugno, il FEIS potrebbe vedere la luce già a settembre 2015.

Il fondo europeo per gli investimenti strategici è stato proposto dalla Commissione europea che, coadiuvata dalla Banca europea per gli investimenti, intende mobilitare circa 315 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati in tutta l'Unione europea. L'obiettivo principale è quello di mobilitare investimenti aggiuntivi nell'economia reale anche per progetti che incidano sulle infrastrutture, sull' educazione, sulla ricerca e innovazione, sulle fonti di energia rinnovabili e sull' efficienza energetica. Saranno favorite le imprese più piccole che contano un numero inferiore a 3000 dipendenti. Il fondo intende finanziare progetti dal profilo di rischio più elevato, in modo da massimizzare l’impatto della spesa pubblica e da sbloccare gli investimenti privati.

Ma in cosa consiste concretamente la governance del fondo?

A decidere gli orientamenti generali del fondo, vi sarà un Comitato direttivo, che traccerà le linee guida per gli investimenti, il profilo di rischio, le politiche strategiche e l'asset di allocazione del fondo.

Al momento la Banca europea per gli investimenti e la Commissione europea sono gli unici contributori del fondo, dunque, il numero dei voti e dei membri saranno allocati sulla base dei rispettivi contributi e le decisioni saranno prese per consenso. Nel caso in cui dovessero aggiungersi altri contributori al fondo, il numero dei voti e dei membri rimarrà di tipo proporzionale rispetto al contributo versato e le decisioni, qualora non si dovesse raggiungere un accordo per consenso, saranno prese a maggioranza semplice. BEI e Commissione europea avranno diritto di veto. 

Risponderà direttamente al comitato direttivo, un comitato per gli investimenti. Questo sarà incaricato di controllare progetti specifici e scegliere quelli passibili per un finanziamento senza fare distinzioni di tipo geografico o di settore. Il comitato sarà composto da sei esperti di mercato indipendenti e da un direttore, con rispettivo vice, i quali saranno eletti dal Comitato direttivo su proposta della Commissione e della BEI.

Una riserva di progetti europei (EIPP) trasparente informerà gli investitori dei progetti esistenti disponibili e dei potenziali progetti futuri.

Un polo europeo di consulenza sugli investimenti (EIAH) costituirà lo sportello unico panunionale di assistenza per l’individuazione, la preparazione, lo sviluppo e il finanziamento dei progetti. Offrirà altresì consulenza sull’uso di strumenti finanziari innovativi e sul ricorso a partenariati pubblico-privato.

In che modo parteciperanno gli Stati

Gli Stati membri potranno intervenire in prima persona o attraverso le proprie banche. Essi potranno contribuire sia attraverso un'assunzione del rischio, quindi integrando i contributi già versati dalla Commissione europea e dalla Bei, sia co-finanziando taluni progetti e attività. I contributi degli Stati membri non incideranno in maniera negativa sul rispetto da parte di questi del Patto di Stabilità. La Commissione ha, infatti, rassicurato sul fatto che i contributi nazionali versati al FEIS non saranno computati nella valutazione dell’aggiustamento di bilancio, e questo per tutti gli Stati membri, siano essi nel braccio preventivo o in quello correttivo del patto.

Resta inteso che il contributo statale al FEIS da parte di uno Stato membro non determina l'automatica sovvenzione di un progetto che ha origini in quel Paese. I contributi infatti servono semplicemente ad alimentare una macchina che "deve stare in piedi da sola". Dal FEIS saranno finanziati tutti i progetti ritenuti validi e che contribuiranno al benessere economico non di un solo Stato, ma di tutta l'Unione europea.

Le tipologie di investimento saranno illustrati nelle linee guida redatte dal Comitato direttivo. In particolare gli investimenti si concentreranno nelle seguenti aree:   

.Infrastrutture (incluse le aree di trasporto e in particolare in centri industriali, le connessioni energetiche e le infrastrutture digitali)

.Educazione, salute, ricerca e sviluppo, ICT e innovazione

.Fonti di energia rinnovabili ed efficienza energetica

.Ambiente, risorse naturali, sviluppo urbano e campo sociale

.Imprese che hanno fino a 3000 impiegati, incluse quelle che lavorano con capitale di rischio.

 

I progetti sui quali investire dovranno essere:

- Economicamente sostenibili

- Sufficientemente maturi

- Con un valore aggiunto europeo

- Coerenti con le priorità politiche della Commissione Juncker

 

  

 

Ascolta le puntate di "22 minuti" la trasmissione radiofonica curata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea


In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea



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