News dall'Europa - Quaderno del 31 marzo 2015

News dall'Europa

Italiani e UE: preoccupano disoccupazione e gestione dell’immigrazione

Commissione europea - Rappresentanza in Italia

di Lucio Battistotti
Direttore Della Rappresentanza In Italia Della Commissione Europea

Disoccupazione ed economia restano le prime preoccupazioni degli italiani quando pensano all’Europa, anche se un po’ meno che in passato. È questo il risultato dell’Eurobarometro, il sondaggio realizzato dalla Commissione e pubblicato a febbraio, secondo cui la crisi economica continua a spaventare la maggioranza degli intervistati, in particolare per quanto riguarda il tema della mancanza del lavoro. Il sondaggio condotto a livello europeo - articolato in singoli rapporti a livello nazionale -  ha infatti evidenziato che la prima preoccupazione degli italiani resta la disoccupazione, seguita da situazione economica, tasse ed inflazione.

La disoccupazione rappresenta infatti il problema più grave per il 60% degli intervistati, in calo rispetto al dato dello scorso anno che segnava il 65%.

Cala anche la percezione negativa della situazione economica, che ora preoccupa "soltanto" il 37% degli italiani (lo scorso anno era il 42%). Il calo di preoccupazione rilevato nei dati di disoccupazione e situazione economica è in linea con quello che si riscontra anche a livello UE, dove il primo è in flessione dal 48% al 45% ed il secondo dal 29% al 24%.

In aumento invece è la preoccupazione per l'immigrazione (dal 16% al 18%) e il debito pubblico (da 10% al 14%).

Alla domanda sulle cause ed i possibili rimedi alla perdurante crisi economica, la maggioranza dei cittadini (il 63% degli intervistati) ritiene le politiche di austerità a livello UE la causa principale del ristagno economico (anche il dato medio UE è del 63%), mentre solo il 24% è contrario a questa affermazione.

Per quanto riguarda la riduzione di debito e deficit, l'81% degli intervistati afferma che non possa essere rimandata, ma solo il 49% ritiene che le misure volte a tale diminuzione siano una priorità per l'Italia (il 44% ritiene di no).

Minore distanza tra gli intervistati italiani e quelli europei per quanto riguarda l'apice della crisi: mentre il 42% degli italiani ritiene che sia stato raggiunto, il 50% rimane pessimista.

Una forte maggioranza ritiene necessarie alcune riforme strutturali in Italia (l'88% degli intervistati), ed in particolare nel mercato del lavoro, che secondo l'80% deve essere modernizzato.

ENERGIA e AGENDA DIGITALE Circa le priorità politiche nell'agenda della Commissione Juncker, le innovazioni nel settore energetico sono viste dalla maggioranza degli italiani come necessarie al superamento della crisi (il 78% ritiene auspicabile il sostegno "ad un'economia che usi meno risorse naturali e emetta meno gas a effetto serra", in linea con il dato UE al 79%). In tale ottica, la maggioranza degli intervistati italiani ritiene che l'unione energetica possa essere la soluzione migliore per raggiungere il suddetto scopo (il 71% degli intervistati è concorde su questo punto) e possa garantire inoltre prezzi più ragionevoli.

Con riguardo all'agenda digitale, il 63% degli italiani ritiene che si debba rafforzare l'economia digitale attraverso il potenziamento delle reti superveloci e della banda larga.

DIMENSIONE ESTERNA I temi della politica estera, del commercio internazionale e dell'allargamento rivelano lo stesso livello di attenzione tra le posizioni degli italiani e media europea.

I dati raccolti confermano una percezione favorevole dell'UE come attore globale: per il 53% degli intervistati italiani (ed il 59% UE), l'Unione è capace di far fronte alle sfide globali ed alle minacce internazionali.

Con riferimento poi all’accordo di partenariato di commercio ed investimento transatlantico, il c.d. TTIP, il 58% degli italiani si dice favorevole ad una conclusione dell'accordo (in linea con il dato UE), il 22% contrario, il 20% non sa (UE 17%) mentre lo stesso è particolarmente mal visto in Germania (41% no, 39% sì) ed Austria (53% no, 39% sì).

Per quanto riguarda l'allargamento, il 30% degli italiani è favorevole ad ulteriori adesioni (dato UE 39%) mentre i contrari italiani sono in maggioranza (52%, Giugno 44%, dato UE 48%).

IMMIGRAZIONE E LIBERTA' DI MOVIMENTO Per quanto riguarda l'immigrazione, sia in Italia che in Europa, la maggioranza degli intervistati (73% Italia, 71% UE) è a favore di una politica comune in questo settore (contrari 19% in Italia) ma intesa più nell'ottica di aumentare la difesa e la sicurezza che il livello di integrazione. Infatti, per il 75% degli intervistati italiani il fenomeno immigratorio in sé evoca reazioni negative (contro il 57% della media UE), mentre quando si tratta di immigrati clandestini ben il 91% degli italiani e l'82% degli europei chiede misure europee.

DEMOCRAZIA Alla domanda diretta "L'UE è democratica?", il 52% ha risposto "no" (a livello UE i "no" sono il 45%). In Italia - si noti -  il 68% è comunque critico anche verso il funzionamento della democrazia italiana. Alla domanda "Ti senti europeo?", il 47% degli italiani ha risposto in maniera affermativa, il 51% negativa. Il dato UE vede 63% sì contro un 37% di no. Gli intervistati inoltre elencano una serie di proposte che aumenterebbero tale senso di appartenenza (carta di identità europea, armonizzazione dei sistemi di protezione sociale, reversibilità della pensione, etc.).

FIDUCIA E DIRITTI Il 54% degli italiani non ha fiducia nell'Unione europea, vista come un apparato burocratico macchinoso e costoso che tende anche a generare troppi vincoli.

Con riferimento specifico alle singole istituzioni, il 50% degli italiani non ha fiducia nella BCE (UE 46%), il 44% degli italiani non ha fiducia nella Commissione (UE 42%), il 44% non ha fiducia nel Parlamento europeo (43% UE).

In tutti e tre i casi, i pareri negativi superano di molto quelli positivi, ma il trend è di un calo della sfiducia. Gli italiani inoltre ritengono che l'Italia non sia presa abbastanza in considerazione dall'UE (lo crede il 78%, mentre per il 17% l'attenzione data è sufficiente).

A completare la descrizione "con luci ed ombre" del tasso di europeismo in Italia va sottolineata la consapevolezza di una scarsa conoscenza non solo dei diritti di cittadino europeo (il 67% degli italiani afferma di non conoscere i propri diritti derivanti dalla cittadinanza europea contro il 51% della media europea), ma anche dei meccanismi istituzionali UE.

Il 56% degli italiani ha ammesso di non conoscere come funziona l'Unione europea (contro il 52% della media europea), mentre il 72% degli italiani stessi si dice non adeguatamente informato degli affari europei.

Sono questi ultimi dati la conferma di quanto il Rapporto Italia di Eurobarometro indica oramai da alcuni anni: la via italiana verso una (crescente) consapevolezza dei diritti e delle opportunità derivanti dall'appartenenza all'Unione europea rimane accidentata a causa del persistere della crisi economica. 

 

   

 

Ascolta le puntate di "22 minuti" la trasmissione radiofonica curata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea


In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea



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