News dall'Europa - Quaderno del 22 dicembre 2014
News dall'Europa
Investire nel futuro dell'Europa
di Lucio Battistotti
Direttore della Rappresentanza In Italia della Commissione Europea
Alla vigilia dell'ultimo Consiglio europeo del 2014 e all'indomani della presentazione del programma di lavoro della Commissione per il 2015, è più che mai evidente che la prima priorità della nuova Commissione è produrre risultati concreti nell'ambito di un programma ambizioso per l'occupazione e la crescita.
Le previsioni più recenti rivedono al ribasso la crescita per il resto dell'anno sia nella UE sia nella zona euro. Il ritmo della ripresa, lento secondo le previsioni, non è in grado di ridurre in modo significativo il tasso di disoccupazione, che resta troppo elevato, mentre la competitività europea nei confronti del resto del mondo continua a deteriorarsi.
Dobbiamo agire adesso. Con la fine della crisi dei debiti sovrani si impone la necessità di un nuovo impulso allo sblocco dei finanziamenti all'economia reale. La diminuzione del livello di investimenti, amplificata dalla crisi, ammonta a 430 miliardi di euro - un calo del 15% rispetto al picco registrato nel 2007. In alcuni Stati membri la flessione è ancora più drammatica. È indispensabile una mobilitazione intelligente dei fondi pubblici e privati, in cui ogni euro del denaro pubblico sia usato per generare nuovi investimenti privati, senza creare debito pubblico.
Per questo motivo la Commissione ha annunciato un piano di investimenti da 315 miliardi di euro per rilanciare la crescita dell’Europa e ridare lavoro ad un gran numero di persone. Il piano si articola in tre filoni principali: la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), garantito con fondi pubblici, per mobilitare non meno di 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel corso dei prossimi tre anni (2015-2017); la creazione di una riserva di progetti credibile accompagnata da un programma di assistenza per incanalare gli investimenti dove sono maggiormente necessari; un’ambiziosa tabella di marcia per rendere l’Europa più attraente per gli investimenti ed eliminare le strettoie regolamentari.
In base alle stime della Commissione europea, considerate nel loro insieme, le misure proposte potrebbero aggiungere tra 330 e 410 miliardi di euro al PIL dell’UE nell’arco dei prossimi tre anni e creare fino a 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro.
In cosa consistono la novità e la diversità di questo approccio agli investimenti?
Il nuovo approccio si articola in tre filoni:
a) nuovi strumenti finanziari (in particolare il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici), in partenariato con la Banca europea per gli investimenti, per supplire all'attuale carenza di finanziamenti del rischio in Europa;
b) una riserva di progetti a livello della UE, oltre ad un migliore sostegno allo sviluppo dei progetti attraverso un'assistenza tecnica più facilmente fruibile per le parti interessate del settore pubblico e per gli investitori privati;
c) un contesto normativo più prevedibile e più favorevole alle imprese, a livello europeo, nazionale e subnazionale, incentrato sul completamento del mercato unico digitale, dell'energia, dei trasporti e dei mercati dei capitali.
Il bilancio della UE fornirà 16 miliardi di euro di finanziamenti, mentre la BEI fornirà un contributo aggiuntivo pari a 5 miliardi di euro in capacità di rischio. Assieme queste risorse possono catalizzare almeno 315 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi per gli investimenti. Non è che l'inizio, però. Un elemento chiave del nuovo approccio è rappresentato dal fatto che gli Stati membri e le banche di promozione nazionali potranno contribuire sia a livello del fondo sia attraverso il cofinanziamento dei singoli progetti.
Fig. 1 Da dove provengono i fondi?
Sarà sufficiente? Sarebbe ingenuo credere che esista una soluzione unica e semplice ai problemi degli investimenti in Europa. Il piano di investimenti proposto dalla Commissione è parte di un approccio globale per accompagnare la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa combinando riforme strutturali, responsabilità di bilancio e impulso agli investimenti. Tutti i governi nazionali devono fare la loro parte. La UE non può farcela da sola.
Il piano di investimenti consente di dare un notevole impulso aggiuntivo. I 315 miliardi di euro aggiuntivi di finanziamenti degli investimenti rappresentano il 2% del PIL dell'UE nell'arco di tre anni, il che significa in pratica il raddoppiamento della capacità di investimento del bilancio UE. Un aspetto fondamentale è garantire che questo denaro serva a qualcosa, sia destinato a soddisfare le reali esigenze dell'economia e che il piano possa essere avviato rapidamente.
Questo è solo uno degli aspetti del piano. In questa fase l'importo supplementare di 315 miliardi di euro corrisponde a quello che la UE può ottenere con i mezzi dell'Europa, utilizzandone al meglio il bilancio.
Qualcuno ha messo in dubbio il cosiddetto "effetto moltiplicatore". Cerchiamo di spiegare di cosa si tratta. L'effetto moltiplicatore è il rapporto tra il volume finanziario complessivo dei progetti generato a seguito dell'intervento del fondo e il denaro pubblico mobilitato inizialmente per istituire il fondo. Nel caso del FEIS, una piccola quota di fondi pubblici utilizzati come capacità di rischio genererà una quota molto maggiore di finanziamenti privati per investimenti in progetti che altrimenti non sarebbero stati finanziati.
Per ogni progetto di investimento o attività finanziaria le eventuali perdite sono di norma ripartite tra gli investitori in un ordine prestabilito: in primo luogo, le perdite sono riassorbite dai detentori del capitale proprio (gli azionisti), poi dai detentori del "debito subordinato" e solo per le perdite residue dai detentori del "debito senior". Ciò significa che quanto più "spesso" è lo strato protettivo prima che vengano colpiti i detentori del debito senior, tanto maggiore sarà la disponibilità degli investitori a investire.
La consistente garanzia offerta dal bilancio della UE consentirà al FEIS di investire nei segmenti meno sicuri dei progetti (capitale proprio e debito subordinato). In tal modo, il FEIS renderà più facile attrarre nei progetti e nelle attività selezionati gli investitori privati, i quali investirebbero nei segmenti finanziari più protetti, cosiddetti senior.
Fig. 2 Il potenziale del piano di investimenti
Questa nuova offensiva degli investimenti non resterà un'azione isolata. Tutti i livelli di governo devono attuare politiche per ottenere risultati nella crescita e nell'occupazione, utilizzando ogni leva disponibile sia sul lato della domanda sia sul lato dell'offerta. Dobbiamo continuare a far fronte ai fattori strutturali alla base della debolezza persistente della domanda aggregata, in particolare gli investimenti, aumentando al contempo la nostra competitività, mobilitando il potenziale di produzione e facendo avanzare la frontiera produttiva dell'Europa. La risposta alle attuali sfide economiche non può essere diretta dall'alto.
Questa iniziativa va inserita in una strategia più ampia di attuazione delle riforme strutturali per la modernizzazione di settori quali l'energia, le telecomunicazioni e l'economia digitale, con un programma ambizioso per il mercato unico e misure volte a creare un'unione dei mercati dei capitali, con nuove opportunità per la crescita e l'occupazione. Per tale strategia è indispensabile avere la flessibilità necessaria per far fronte a bisogni diversi di diversi settori e regioni. Ultimo ma non meno importante, politiche fiscali responsabili adeguatamente diversificate nei vari paesi dovrebbero sostenere la ripresa incoraggiando la fiducia necessaria per investire in un futuro prospero per la UE.
La Commissione sta già facendo la sua parte, non solo attraverso il varo del piano per gli investimenti, ma anche con l'ambizioso e innovativo programma di lavoro, appena varato per il 2015, in cui le parole d'ordine sono sempre tre: lavoro, crescita, investimenti.
Ascolta le puntate di "22 minuti" la trasmissione radiofonica curata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea
In collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea
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